Addio a Paolo Pulina, voce della Sardegna: «Se ne va un fratello e un uomo di cultura»
PAVIA. Addio a Paolo Pulina, intellettuale e voce dell'emigrazione sarda in provincia, esponente di spicco del circolo Logudoro e, fino alla pensione, funzionario dell'ufficio cultura della Provincia.
È morto a 75 anni dopo una vita dedicata alla conservazione delle tradizioni isolane e pavesi, che ha abbracciato senza mai perdere il legame con le radici sarde. «Se ne va un fratello dotato di grandissima energia: è stato male, ma le sue condizioni di salute sembravano in ripresa lenta e costante. Non mi capacito della sua scomparsa» racconta Paola Pisano, presidente del circolo Logudoro di via Santo Spirito, che rappresenta e aggrega gli emigrati sardi in provincia e in tutto conta circa 200 soci. «Sono sardo ma anche pavese», aveva dichiarato Pulina qualche anno fa, dalle colonne di questo giornale: nato a Ploaghe (Sassari) nel dicembre 1948, dopo il liceo si trasferisce a Milano per studiare Lettere moderne in Statale. Dal 1977 e fino al gennaio 2012 è stato funzionario dell’ufficio cultura provinciale, per il quale ha curato numerose pubblicazioni editoriali, dagli atti dei convegni a diverse edizioni periodiche.
«Era il mio compagno di banco, mi piace ricordarlo così» racconta Antonio Sacchi, consigliere comunale del Partito democratico, all’epoca dirigente nello stesso ufficio di Pulina in Provincia. «Insieme abbiamo vissuto momenti esaltanti segnati da grandi iniziative culturali. Ha curato con maestria una lunga serie di pubblicazioni ed era un grande appassionato di storia locale».
«Un sardo vero»
Sacchi mette in luce i tratti caratteriali di Pulina: «Era un sardo autentico, molto legato ai suoi convincimenti e ai valori ereditati dalla sua terra. Eppure si dimostrava sempre capace di trovare una mediazione. Mi ha insegnato l’importanza di usare sempre le parole giuste, in un convegno come nella scrittura di una relazione».
Lo ricorda anche Vittorio Poma, ex presidente della Provincia: «Considerava il suo lavoro come una forma di impegno civico, si occupava del suo ruolo con grande passione ed entusiasmo».
Giornalista pubblicista fin dagli anni Ottanta, è stato testimone autorevole dell’emigrazione sarda in Italia, di cui è stato rappresentante come vicepresidente del circolo Logudoro oltre che esponente di rilievo della Fasi, la federazione delle associazioni sarde in Italia. «È stato responsabile delle attività culturali del nostro circolo, cui si è unito negli anni Ottanta – aggiunge la presidente Pisano – da pubblicista, ha scritto molto per diversi giornali sardi. Aveva il piglio dell’intellettuale di una volta, uno di quelli che non si muoveva mai dal suo studio: il suo mondo cominciava e finiva con la letteratura. Un professionista serio e corretto che lavorava bene per definizione, era una garanzia di qualità. Lo ricordo amante dei prodotti sardi: il nostro circolo ha un piccolo spaccio che vende pane carasau e altri prodotti che lui gustava con grande piacere». Al cordoglio di amici e conoscenti si unisce anche il sindaco Michele Lissia (Partito democratico) che come Pulina è sardo di origini ma pavese d’adozione.
«Un grande pavese»
«Una persona di grande cultura che ha promosso tante iniziative per tenere viva l’identità sarda in provincia – racconta il primo cittadino – Pulina è stato un riferimento per la comunità degli emigrati, in un momento storico dove i social network non esistevano ancora e i legami andavano costruiti in altri modi. È stato un grande sardo e un grande pavese, di cui sentiremo la mancanza».
Pulina lascia la moglie Marinella Mirinino e due figli. I funerali si terranno martedì 30 luglio a Santa Giuletta.