L’energia eolica e solare hanno superato quella fossile in 13 stati membri dell’Ue ma l’Italia non c’è
La dipendenza dalla generazione di combustibili fossili ha raggiunto un minimo storico nella prima metà del 2024, nonostante la domanda di elettricità sia aumentata e i prezzi dell’energia siano tornati ai livelli pre-crisi. Quasi la metà degli Stati membri ha generato più elettricità da eolico e solare che da combustibili fossili nei primi sei mesi del 2024 ed è la prima volta che dati semestrali registrano che, in tutta l’Unione europea nel suo complesso, l’energia solare e quella eolica superano i combustibili fossili. Le due fonti rinnovabili non programmabili, insieme, hanno rappresentato una quota del 30 per cento (386 TWh) del mix elettrico Ue contro il 27% di gas e carbone (343 TWh).
Sono i dati del nuovo report del think tank Ember, ‘Wind and solar overtake EU fossil fuels in the first half of 2024’ nel quale si analizzano gli sviluppi nel settore energetico dell’Ue nei primi sei mesi del 2024, per misurare i progressi della transizione verso l’energia pulita. Certamente il superamento della generazione fossile da parte delle due Fer è un traguardo, merito soprattutto di alcuni Paesi. Come si ricorda nel report, c’è chi questo record lo aveva già raggiunto negli anni scorsi e ci sono Stati, tra cui l’Italia, che registrano una decrescita delle fonti fossili, alla quale non corrisponde un significativo aumento delle rinnovabili. L’incremento, anche rispetto allo scorso anno, soprattutto nel fotovoltaico, è dipeso anche da una crescita che negli ultimi anni è stata praticamente minima. Di fatto, l’energia eolica e solare insieme hanno superato la generazione fossile in tredici Stati membri (Italia esclusa), con quattro di questi che hanno raggiunto il traguardo per la prima volta nel 2024 nel periodo gennaio-giugno: Germania, Belgio, Ungheria e Paesi Bassi.
La produzione di combustibili fossili in Ue diminuisce del 17% – La generazione fossile ha continuato a scendere a nuovi minimi, nonostante la domanda sia rimbalzata. I combustibili fossili hanno generato il 17% in meno (-71 TWh) nella prima metà del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023, scendendo al 27% della generazione (343 TWh). Il carbone è del 24% (-39 TWh) e il gas del 14% (-29 TWh). Ciò è accaduto nonostante la domanda sia rimbalzata dello 0,7%, riprendendosi dopo due anni di calo. Di conseguenza, le emissioni nella prima metà dell’anno sono ora quasi un terzo (-31%) inferiori rispetto alla prima metà del 2022, un calo senza precedenti in un periodo così breve. “Oltre il 75% del calo della produzione fossile – spiega Ember – è prodotta da soli cinque Stati membri, trainato dai maggiori settori energetici dell’Ue.
Il calo maggiore in Germania, segue l’Italia – Il calo maggiore si è verificato in Germania, dove la produzione fossile è diminuita di 19 TWh (-16%), principalmente per il calo di quella di carbone (-28%, -19 TWh). In Italia, la generazione fossile è diminuita di 14 TWh (-21%), suddivisa equamente tra carbone e gas. Cali significativi nella generazione di gas hanno portato a diminuzioni nella quota di energia fossile in Spagna, Francia e Belgio. Ciò è stato particolarmente evidente in Spagna, dove la generazione a carbone è stata quasi eliminata gradualmente e la crescente generazione eolica e solare sta sempre più soppiantando la generazione a gas. La tendenza al calo della generazione di energia fossile è stata evidente anche negli Stati membri che tradizionalmente dipendono fortemente dai combustibili fossili per la generazione di elettricità. Ad esempio, la quota di carbone nel mix elettrico polacco ha raggiunto il minimo storico per un solo mese a maggio 2024, fornendo il 57% dell’elettricità del paese. Solo cinque anni fa, a maggio 2019, il carbone forniva l’80% dell’elettricità polacca.
Crescono eolico e solare – La domanda di elettricità è aumentata dello 0,7% nella prima metà del 2024, con un’inversione di tendenza rispetto agli ultimi due anni in cui la domanda era diminuita a causa della crisi dei prezzi del gas. Anche se un inverno mite ha limitato questo aumento. La forte crescita dell’energia eolica e solare è stata il principale fattore che ha contribuito al calo dell’energia fossile nella prima metà dell’anno. La generazione solare è cresciuta del 20% (+23 TWh) e quella eolica del 9,5% (+21 TWh) rispetto ai primi sei mesi del 2023. Insieme, l’energia eolica e quella solare sono cresciute del 13% (+45 TWh). Ciò ha comportato che la loro quota di generazione di elettricità nell’Ue sia aumentata dal 27% nella prima metà del 2023 al 30% nel 2024. L’energia idroelettrica è rimbalzata del 21% (+33 TWh), dopo le siccità che avevano causato una produzione molto bassa nei due anni precedenti. La crescita dell’energia solare ed eolica combinata con la ripresa della generazione idroelettrica ha comportato che al 50% le energie rinnovabili abbiano generato metà dell’elettricità dell’Ue nella prima metà del 2024. Una percentuale significativamente superiore al precedente record stabilito lo scorso anno del 44%.
Quali sono i Paesi dove le Fer corrono di più – Quasi la metà della crescita della produzione eolica è dovuta a due soli Paesi: Germania (+5,5 TWh, +8,4%) e Paesi Bassi (+4,6 TWh, +35%). La crescita dell’energia solare è più diffusa, con forti aggiunte di capacità che portano a grandi aumenti di generazione in tutta l’Ue, tra cui Germania (+4,5 TWh, +14%), Spagna (+2,7 TWh, +13%), Italia (+2,6 TWh, +17%) e Polonia (+2,4 TWh, +37%). Il 17% in più italiano è anche dovuto al fatto che negli ultimi 13 anni poco o nulla è stato fatto. La crescita relativa, comunque, è stata ancora più rapida in altri Paesi, con la generazione solare dell’Ungheria in aumento del 49% (+1,5 TWh) nella prima metà del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023. Insieme, l’energia eolica e solare hanno superato la generazione fossile in tredici Stati membri, in Germania, Belgio, Ungheria e Paesi Bassi per la prima volta. Ma nove Stati membri avevano già generato più elettricità da vento e sole rispetto ai combustibili fossili nei primi sei mesi degli anni precedenti.
Solo cinque anni fa questi Paesi erano appena 5 su 27 (Francia, Svezia, Danimarca, Lituania e Lussemburgo), responsabili solo del 25% della domanda di elettricità dell’Ue. Percentuale che oggi è al 70%. Gli Stati che non sono ancora arrivati a questo punto sono Italia, Estonia, Lettonia, Irlanda, Polonia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Romania, Slovenia, Croazia, Bulgaria, Grecia, Cipro e Malta. Come emerge dai grafici che riguardano i singoli Paesi, inoltre, ci sono differenze significative tra la crescita di questi Stati. In alcuni, a un calo della generazione fossile corrisponde un aumento altrettanto importante di quella rinnovabile, al di là che si sia superata o meno la quota di generazione fossile. In altri, come Italia, Slovenia, Romania, Slovacchia e altri, l’aumento della quota di energia che arriva da eolico e fotovoltaico è quasi assente o comunque molto marginale, come nel caso dell’Italia.
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