Treni e indennizzi: ai pendolari pavesi zero rimborsi anche a maggio
PAVIA. Nessun rimborso per i pendolari per i ritardi sulle tratte pavesi. Lo dice il dettaglio del servizio pubblicato da Trenord e relativo a maggio di quest'anno. Merito, o colpa a seconda di come lo si vuole interpretare, del nuovo sistema che calcola da gennaio l'indice di affidabilità sulla base del quale indennizzare o meno i pendolari per ritardi e soppressioni, al posto del vecchio metodo bonus mandato in pensione da Regione Lombardia a marzo. In sostanza, ora è possibile richiedere l'indennizzo dell'abbonamento mensile o annuale solo se la somma delle componenti "treni in ritardo maggiore ai 15 minuti" e "treni soppressi" supera il 10%.
Nessun rimborso
Ebbene, in virtù di questo nuovo conteggio, le otto tratte della provincia di Pavia sono state al di sotto della fatidica percentuale. Ergo: i pendolari non avranno un centesimo di rimborso. Secondo il dettaglio fornito da Trenord la direttrice 23 (una delle più utilizzate) vale a dire la Stradella-Pavia-Milano, ha toccato "solo" quota 7,21 (la più alta, insieme alla Pavia-Torreberetti-Alessandria). Quindi nessun rimborso tocca ai viaggiatori. Stesso discorso per la tratta 22 (Alessandria-Pavia-Milano, in cui rientra anche la S13), che ha avuto una percentuale del 6,77%. La Pavia-Codogno è stata anche lei sotto la nuova asticella voluta dalla Regione, fermandosi al 4,49%. Idem per la direttrice 25 (Alessandria-Mortara-Milano), ferma al 6,42%. Di poco superiore (6,79%) la linea Mortara-Novara. Non tocca un centesimo di rimborso nemmeno ai pendolari della già citata Pavia-Torreberetti-Alessandria, con la percentuale più alta insieme alla Stradella-Pavia-Milano con il 7,21%. Chiudono la direttrice 28 Pavia-Mortara-Vercelli con 5,54% e la 29 Voghera-Piacenza, con il 7,05%. Ma non c'è stata nessuna magia, nè miglioramento del servizio assicurano i pendolari. Semplici «alchimie numeriche». Infatti scorrendo la colonna "treni soppressi", su tutte le linee pavesi i convogli mai passati sono stati 173. Anche i ritardi, se si guardano i semplici numeri, sono stati maggiori ai 15 minuti in 354 casi, su un numero di treni programmati assai ampio per cui, con il metodo dell'indennizzo, non si rientra nel rimborso. Dando un'occhiata allo stesso periodo dello scorso anno, cioè maggio 2023, quindi con il vecchio metodo, i pendolari di ben cinque tratte (Stradella-Pavia-Milano, Alessandria-Mortara-Milano, Pavia-Torreberetti-Alessandria, Pavia-Mortara-Vercelli,Voghera-Piacenza) avrebbero ricevuto i rimborsi.
Pendolari beffati
«Che vuol dire qualche milione di euro risparmiato - sottolinea il presidente del comitato Mi-Mo-Al Franco Aggio -. Da gennaio sono cambiati i parametri, non i disservizi. Essere passati dal bonus all’indennizzo è stato un escamotage. I parametri sono molto più restrittivi per gli utenti, più elastici per Trenord. Così, se non si supera il 10%, non si ha diritto ad alcun rimborso. Semplice no? Quindi il risultato è che tutti i viaggiatori lombardi, non solo pavesi, sono penalizzati. Almeno questo dicono i dati. Questo nonostante la bocciatura dell’Autorita regolazione di trasporti del provvedimento di Regione».