Scandaloso Cio: trans sul ring con le donne. FdI insorge. Abodi: violati sicurezza ed equità
È tutto vero. Il Cio ha ammesso alle Olimpiadi di Parigi gli atleti trans nella boxe femminile. La notizia sbalorditiva, circolata ieri quasi in sordina, si è trasformata in un caso esplosivo. Con il centrodestra a puntare l’indice contro la disparità dei contendenti e l’ideologia woke e il ministro dello Sport, Andrea Abodi, che denuncia la violazione dei principi dello sport.
Trans sul ring nella boxe femminile e scoppia il caso
Il tutto alla vigilia del match che vedrà l’azzurra Angela Carini incrociare i guantoni con il transessuale algerino Imane Khelif. Tra i primi a saltare sulla sedia, dopo la notizia destinata a diventare una bufera, c’è Fabio Rampelli, ex azzurro di nuoto. “Fermo restando il rispetto per tutti gli orientamenti sessuali, disconoscere le differenze biologiche tra un uomo e una donna è privo di qualsiasi fondamento scientifico. Basta guardare la massa muscolare di un fisico maschile e quella femminile per rendersene conto. Far combattere sul ring due sportivi di sesso diverso è un attentato alla sicurezza delle donne”. Si dice ‘preoccupato’ e aggiunge: “La stessa ideologia che vede il patriarcato in ogni gesto o frase, talvolta del tutto normali, ci porta oggi a dover accettare che un uomo biologico picchi una donna in mondovisione perché, nella ‘gerarchia woke’ il trans batte la donna”.
Rampelli: è un attentato alla sicurezza delle donne
Non solo, prosegue Rampelli, ma il Cio ha deciso di ignorare sia la voce della scienza sia quella di una precedente avversaria di Khelif. Che ha dichiarato di non aver mai sofferto tali colpi in 13 anni di carriera da professionista. Dobbiamo liberare il Cio e lo sport da personaggi così accecati dall’ideologia”. Molto perplesso anche il ministro Abodi che sottolinea la necessità di allineare “i parametri dei valori minimi ormonali a livello internazionale, che includa quindi europei, mondiali e Olimpiadi”. Nell’evento che rappresenta i più alti valori dello sport – spiega – si devono poter garantire la sicurezza di atleti e atlete, e il rispetto dell’equa competizione dal punto di vista agonistico. Domani, per Angela Carini non sarà così.
Abodi: distinguere la pratica sportiva dall’agonismo
Dobbiamo distinguere la pratica sportiva dall’agonismo che deve poter consentire di competere ad armi pari, in piena sicurezza”, dice Abodi. “Non a caso tante discipline sportive hanno posto dei vincoli per le atlete e atleti transgender necessari per poter permettere di gareggiare alle stesse condizioni. In questo caso assistiamo a un’interpretazione del concetto di inclusività che non tiene conto di fattori primari e irrinunciabili”.
Cosenza: una follia che tradisce i valori dello sport
Nelle file di FdI è un coro di sdegno e preoccupazione. Di notizia che ‘sbalordisce’ parla la senatrice Giulia Cosenza. “Il tutto a nome di un distorto concetto di inclusione a tutti i costi. Questa follia è stata resa possibile dalla creazione di una commissione ad hoc, ‘la Boxing Unit di Parigi 2024’, che non solo lascia molta libertà alle Nazioni, ma non prevede nemmeno il test del dna per la determinazione del sesso a cui sono obbligatoriamente sottoposti i pugili. Una scelta che tradisce i valori dello sport e consentirà ad un uomo trans di picchiare una donna su un ring” .
Filini: le femministe non hanno nulla da dire?
Assordante il silenzio delle femministe, nuove e vecchie. “Se si consente a chi è biologicamente più forte di competere nella categoria femminile, c’è il rischio che col tempo le donne trovino sempre meno spazio nelle competizioni sportive”, osserva Francesco Filini. “Si rischia di buttare al vento le secolari lotte in favore dei loro diritti: possibile che le femministe non abbiano nulla da dire?”. Molto energico anche l’intervento della ministra delle Pari opportunità Eugenia Roccella che ricorda come le competizioni sportive vedano da sempre separati gli atleti dalle atlete, in base ad un elementare criterio di equità e di pari opportunità. “Un criterio universalmente riconosciuto. Ancora di più quando si tratti di sport che implicano un corpo a corpo fra atleti, un confronto fisico diretto che potrebbe mettere in pericolo e danneggiare la persona con la struttura fisica meno potente”.. Ignazio La Russa affida il suo pensiero a una battuta. “È politicamente scorretto dire che tifo per la donna?”.
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