Puntura delle meduse: sintomi, rimedi e falsi miti
La puntura delle meduse è spesso fonte di preoccupazione. Le meduse infatti sono creature marine affascinanti e misteriose appartenenti al phylum degli Cnidari. Composte per il 98% da acqua, questi esseri fluttuanti abitano tutti gli oceani del mondo. Sebbene temute per i loro tentacoli urticanti, non tutte le meduse rappresentano un pericolo per gli esseri umani.
Cosa sono le meduse e da cosa sono composte
Le meduse sono organismi che possono variare notevolmente in lunghezza. I loro tentacoli sono dotati di cellule urticanti chiamate nematocisti, utilizzate per difendersi e catturare le prede. Le nematocisti contengono un veleno che viene rilasciato quando queste cellule vengono toccate, causando reazioni che variano da un semplice prurito a gravi sintomi sistemici.
I tentacoli delle meduse sono strumenti sofisticati utilizzati principalmente per la caccia. Le nematocisti, una volta attivate, rilasciano filamenti urticanti che paralizzano la preda. Questo meccanismo è puramente passivo: le meduse non cercano attivamente le prede, ma colpiscono qualunque cosa incontri i loro tentacoli.
Il loro corpo, chiamato “ombrella”, è costituito da una sostanza gelatinosa che conferisce loro una consistenza trasparente e delicata. L’ombrella è circondata da tentacoli, che possono variare notevolmente in lunghezza e numero a seconda della specie. L’ombrella può essere a forma di campana o di disco, e la sua dimensione varia da pochi millimetri a oltre due metri di diametro. La parte centrale dell’ombrella ospita il sistema digestivo, che è collegato ai tentacoli.
Come reagisce il nostro corpo alla puntura delle meduse
I tentacoli delle meduse sono dotati di cellule specializzate chiamate cnidociti, che contengono nematocisti, ovvero piccole strutture simili ad arpioni che rilasciano tossine. Queste cellule sono utilizzate sia per la difesa che per la cattura delle prede.
Le reazioni al veleno delle meduse variano a seconda della specie. Le meduse più pericolose possono causare paralisi dei muscoli e del sistema cardiorespiratorio o reazioni infiammatorie che possono indurre uno shock anafilattico. Il veleno delle meduse inoltre può rimanere attivo anche dopo la morte dell’animale, rendendo pericoloso il contatto con meduse spiaggiate.
Non tutte le meduse sono pericolose per l’uomo. Ad esempio, la “vespa marina” (Chironex fleckeri) presente in Australia può causare arresto cardiaco in pochi minuti, mentre le specie del Mediterraneo sono generalmente meno pericolose. Di conseguenza, dopo la puntura di una medusa è fondamentale mantenere la calma.
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Puntura delle meduse: sintomi
I sintomi di una puntura di medusa includono:
- Dolore immediato e acuto
- Rossore e gonfiore
- Vescicole sulla pelle
In casi più gravi, possono verificarsi sintomi sistemici come atassia muscolare, convulsioni, shock anafilattico, broncospasmo, nausea e vomito. È essenziale monitorare la gravità dei sintomi e cercare assistenza medica se necessario.
Rimedi contro la puntura delle meduse
Il primo passo è la rimozione delle nematocisti con una carta di credito o una pinzetta. Evitare l’uso di acqua dolce, che può peggiorare la situazione, e risciacquare invece con acqua salata.
- Acido acetico: L’aceto può essere utile per neutralizzare le tossine in alcune specie di meduse.
- Acqua calda: Immergere la zona colpita in acqua calda per ridurre il dolore.
- Creme anestetiche: Utilizzare creme contenenti anestetici per alleviare il dolore.
Cosa non fare
- Ghiaccio: Non applicare ghiaccio sulla zona colpita
- Ammoniaca: Non utilizzare ammoniaca
- Urina: Non esistono prove scientifiche a supporto dell’uso di urina per trattare le punture di medusa
Puntura delle meduse sui bambini: cosa fare
Le punture di medusa sono un inconveniente comune durante le vacanze al mare, soprattutto per i bambini. Questo fenomeno è spesso oggetto di discussioni tra i bagnanti, alimentate dalla mancanza di un protocollo di trattamento standard per le meduse tipiche dei nostri mari. Esistono molte soluzioni tradizionali che, però, possono risultare inefficaci o addirittura peggiorare la situazione. Ecco quindi una guida basata sugli studi e le evidenze più recenti per affrontare le punture di medusa nei bambini.
Consigli utili per tranquillizzare il bambino
La prima cosa da fare è calmare il bambino. Spesso il dolore e la paura possono provocare una reazione esagerata. Fai respirare il piccolo normalmente e, se sei vicino alla riva, fallo uscire dall’acqua. Se sei al largo, sorreggilo e richiama l’attenzione per farti aiutare, soprattutto se anche tu sei stato punto.
In seguito bisogna verificare se ci sono parti di medusa attaccate alla pelle. Se trovi tentacoli, rimuovili delicatamente con le mani o usando una tessera di plastica. Evita di toccare i tentacoli direttamente con le dita, poiché potrebbero rilasciare ulteriori tossine.
La cosa da fare immediatamente è lavare la zona interessata con acqua di mare. Non utilizzare acqua dolce, poiché può contribuire a diffondere le neurotossine presenti nei tentacoli. L’acqua di mare aiuta a diluire le sostanze tossiche non ancora penetrate nella pelle. Se subito dopo il contatto con la medusa la reazione cutanea si diffonde e compaiono sintomi come difficoltà respiratoria, sudorazione, pallore, mal di testa, nausea, vomito, vertigini o confusione, è fondamentale chiamare immediatamente il 118.
Credenze da evitare sulla puntura delle meduse
Esistono molti miti riguardanti le meduse, ma è importante distinguere tra verità e false credenze. Partiamo col dire che la maggior parte delle punture provoca sintomi lievi come dolore, prurito e rossore, facilmente trattabili. Solo davvero poche le specie potenzialmente letali e vivono in prevalenza sulle coste dell’Australia settentrionale.
Poi c’è il falso mito per eccellenza: l’urina. Non esistono studi scientifici che certificano l’efficiacia per la puntura delle meduse. Tra l’altro, calcolando la sua composizione, potrebbe anche attivare le cellule urticanti che rilasciano tossine. Oltre all’urine, bisogna quindi evitare anche ammoniaca, aceto, alcool o succo di limone, e non grattare o strofinare la sabbia sulla lesione.
Un altro mito è che le meduse siano sinonimo di acqua pulita. Questa affermazione è totalmente falsa. La presenza di meduse non è un indicatore diretto della qualità dell’acqua. Può dipendere da vari fattori come temperatura, correnti marine, abbondanza di prede e stagione. In alcune situazioni, un’elevata presenza di meduse può indicare un equilibrio naturale dell’ecosistema marino, mentre in altre può essere il risultato di fattori come la diminuzione dei predatori o la disponibilità di cibo.
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