ATP Montreal, Cobolli: “Gli ambienti ostili mi esaltano, mi ispiro molto a Djokovic” [ESCLUSIVA]
Dal nostro inviato a Montreal
Che bravo Flavio Cobolli! Un’ora e poco più, il tempo necessario al tennista romano per archiviare la pratica Felix Auger-Aliassime, ultimo canadese rimasto in corsa e reduce dal bronzo Olimpica nel doppio misto. Una prestazione perfetta – così definita dallo stesso Flavio – anche al netto di un avversario arrivato sicuramente un po’ stanco (e a corto di prime palle in campo).
Al termine del match, in una zona mista gremita di giornalisti canadesi accorsi per scoprire chi fosse il giustiziere del loro connazionale (“scusa per queste domande ma non ti conosciamo”, ha scherzato un collega rivolgendosi in inglese a Cobolli), il n°33 del mondo ha parlato a lungo con i media presenti. Prima in inglese, con la stampa locale, poi in italiano in esclusiva ai nostri microfoni. Sembrava particolarmente felice Flavio di poter fare due chiacchiere in italiano – e noi, ovviamente, lo eravamo allo stesso modo.
D: Complimenti davvero, è stata una prestazione eccezionale. Collochi questa vittoria tra le tue migliori performance?
Flavio Cobolli: “È stata una prestazione perfetta, sono molto contento di quello che ho fatto. Era molto difficile giocare così bene dopo una settimana così importante come quella che ho appena vissuto, ma sono riuscito a rimanere con la giusta mentalità per tutto il match. Non voglio fermarmi qui, sono pronto a scendere in campo di nuovo”.
D: Anche perché arrivi da quella che possiamo definire la miglior settimana della tua vita?
Flavio Cobolli: “Sì sicuramente, è stata una delle settimane più belle della mia vita, indubbiamente la più importante. Mi voglio abituare a questi palcoscenici e a questi bei momenti, perché non lo sono ancora”.
D: Hai dato un’occhiata al tabellone? Al secondo turno sfiderai Rinderknech, poi eventualmente forse Hurkacz che torna da un infortunio…
Flavio Cobolli: “Ma scusa gioco davvero sul Centrale domani?“ (così gli avevano riferito nella prima parte dell’intervista, in inglese, ndr).
Sul programma c’era scritto così, ma credo fosse perché c’era in ballo Auger-Aliassime… C’era anche la possibilità che spostassero il tuo match su un altro campo (e infatti così sarà, visto che Flavio giocherà sempre in sessione serale, ma sul Rogers Court e non sul Centrale, ndr).
Flavio Cobolli: “Ah ecco, mi sembrava strano! (sorride, ndr). Non credo che giocherò sul Centrale, ma se ne avrò l’opportunità sicuramente sarà una cosa molto bella. Ho affrontato Rinderknech due volte, una su erba e una su terra. Manca quella sul cemento, vediamo come va!”.
D: Preparatissimo! Ti ricordi così bene tutte le partite e tutti gli avversari?
Flavio Cobolli: “Abbastanza sì dai! (rivolgendosi poi al moderatore, in inglese) mi piace parlare in italiano, non preoccuparti!”
D: Io vado avanti a parlare e far domande allora, finché non ti stufi! Ti chiedo, quanto ti gasano ambienti di questo tipo, con tutto il tifo contro?
Flavio Cobolli: “Devo dire che ambienti di questo genere mi motivano a battere l’avversario. È più una sfida che mi pongo quando scendo in campo: più il tifo è contro, più voglio battere l’avversario. Non perché mi dia fastidio, sia chiaro: sono stadi molto corretti, è stato molto bello giocare sul Centrale, uno degli stati più belli in cui io abbia mai giocato. Quando sento il tifo contro però mi piace provare a mettere tutti più in difficoltà possibile. Mi sono divertito molto, vediamo come va la prossima”.
D: Dopo la finale di Wimbledon 2019 vinta contro Federer, Djokovic raccontò di com’era riuscito a trasformare il tifo contro in benzina per il suo motore. Disse che anziché sentire “Roger, Roger” sentiva “Novak, Novak”. Hai un po’ quella sensazione lì?
Flavio Cobolli: “Sì sicuramente, è una cosa che mi ripeto molto. Ho sempre avuto Nole come giocatore di riferimento, provo ad imitarlo anche in quello. Non sono solo i colpi, mi piace com’è lui fuori dal campo, la sua mentalità. Cerco di prendere esempio anche da queste piccole cose, da ciò che dice in conferenza. Da quando ha detto quella cosa me la ripeto molto e devo dire che funziona”.
D: Lo fai un pensierino alla testa di serie allo US Open?
Flavio Cobolli: “L’obiettivo principale dell’anno, dopo i buoni risultati che avevo fatto, era chiudere tra i primi 32 del mondo per essere testa di serie negli Slam. Non so se riuscirò già ad esserlo a New York, lo spero ma non voglio soffermarmi troppo sul ranking. È una cosa che mi motiva, sì, però voglio solo continuare a divertirmi e a fare quel che sto facendo”.