Una mano di bianco sul palazzo della Cassa di Risparmio di Venezia. Segnalazione alla Soprintendenza
Una mano di bianco sulla facciata. Come fosse uno scantinato da ripulire, un magazzino da rinfrescare. Peccato si tratti invece di uno dei monumenti più importanti dell’architettura contemporanea.
Stupore e proteste mercoledì mattina in campo Manin, all’apparire degli operai con i secchi di pittura. Pian piano il basamento in pietra e cemento che è la caratteristica originale dell’edificio è stato ricoperto di vernice. Un fatto clamoroso, commenta un architetto che passava di lì per caso e ha fotografato l’accaduto, perché si tratta di un monumento unico nel suo genere.
Progettato negli anni Sessanta dall’ingegnere Pierluigi Nervi e dall’architetto Angelo Scattolin, con la cancellata bronzea dello scultore Simon Benetton, l’edificio della nuova Cassa di Risparmio venne inaugurato nel 1973.
Esempio dell’architettura moderna nel cuore della città, dopo che altre proposte innovative come quelle di Le Corbusier, Wright e Kahn erano state bocciate. Mentre sono state realizzate le nuove opere di Samonà (la palazzina Inail di piazzale Roma), Ignazio Gardella (la casa alle Zattere). E, appunto l’edificio della Cassa di Risparmio.
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La sua caratteristica sono proprio i profili in cemento tipici di quegli anni. Le due facciate, una sul campo San Luca e quella sul campo Manin, l’interno “a corte”, con la grande sala per il pubblico, la scala anch’essa in cemento che porta ai piani superiori. Insomma un’opera d’arte di gran pregio, che per essere “restaurata” dovrebbe avere in teoria permessi di Comune e Soprintendenza. E una attenzione particolare.
L’edificio non ha il vincolo, ma a Venezia esiste ovunque il vincolo paesaggistico, per cui anche per cambiare il colori di un muro è necessaria l’autorizzazione. Lo sanno bene i cittadini che devono presentare le domande quando restaurano le case di loro proprietà, le murature e gli intonaci.
Stavolta invece si “dipinge” come si trattasse di un muro qualunque. Qualche momento di agitazione mercoledì mattina negli uffici della Soprintendenza, dopo che il professionista aveva segnalato i lavori in corso. E anche in Comune, dal momento che gli uffici dell’Edilizia privata si trovano proprio di fronte all’edificio della Cassa di Risparmio, oggi di proprietà del gruppo bancario Intesa San Paolo.
Il palazzo Nervi-Scattolin è uno dei segni dell’architettura moderna presenti nella città storica. Citato in numerosi studi storici sull’architettura contemporanea di livello internazionale. Nel censimento delle architetture italiane dal 1945 a oggi, a cura del ministero della Cultura, è oggetto di una corposa scheda.
Vien definito come “opera di architettura che riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza e ne sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale”. Opera progettata da “figure di rilievo nel panorama dell’architettura internazionale”. Cioè Pierluigi Nervi, autore anche della sala delle udienze del Papa in Vaticano e il veneziano Scattolin. Invece il monumento, ormai un segno nel centro della città per i veneziani, è stato trattato come un muro qualunque. La segnalazione è sul tavolo della Soprintendenza.