WTA Cincinnati, Sabalenka può esultare: “Non è ancora il mio miglior tennis ma mi ci sto avvicinando”
Dopo una breve pausa, Aryna Sabalenka è tornata. Il lascito principale del WTA 1000 di Cincinnati è questo: il circuito femminile ha ritrovato una delle sue principali protagoniste e, per di più, in forma smagliante. Tra giugno e gli inizi di agosto, la bielorussa ha vissuto una fase complicata della sua stagione: prima l’eliminazione a sorpresa contro Andreeva ai quarti del Roland Garros quando tutti si aspettavano l’ennesima sfida in finale contro Swiatek, poi l’infortunio alla spalla che l’ha estromessa da Wimbledon e infine le difficoltà nel ritrovare serenità e continuità nei primi tornei dello swing sul cemento nordamericano. In Ohio Aryna ha messo da parte le insicurezze ed è tornata sui suoi livelli: quelli di una campionessa Slam che ora può concretamente puntare a vincere per la prima volta a New York, dove sarà per forza tra le primissime favorite.
“Dopo Washington e Toronto, mi sono fermata a riflettere e mi sono resa conto che il mio miglior tennis lo metto in campo quando sono calma e fiduciosa al punto che, a prescindere da cosa stia accadendo in campo, sarò in grado di continuare a lottare e a fare del mio meglio. Così sono riuscita a vincere il mio primo Slam due anni fa e allora ho capito che dovevo tornare a quel tipo di mentalità per fare bene qui e a New York”. Così la numero 2 del mondo ha spiegato la svolta dell’ultima settimana che poi ha aggiunto: “Mi sono detta che avrei dovuto rimanere calma durante tutte le partite ed esercitarmi ad avere la convinzione di poter ribaltare a mio favore qualsiasi situazione. Ho deciso di provarci in ottica US Open”. Al termine della settimana di Cincinnati, possiamo dire che i tentativi di riassestamento di Sabalenka siano andati decisamente a buon fine. Forse anche meglio rispetto alle sue aspettative.
Dalle dichiarazioni in conferenza stampa di Aryna emerge infatti tutta la sua soddisfazione. Ecco le sue risposte alle domande dei giornalisti.
D: Aryna, congratulazioni per aver vinto il tuo primo titolo qui a Cincinnati senza perdere un set. Puoi parlarci della settimana e delle tue emozioni di oggi?
Sabalenka: “Sono felicissima di aver vinto questo titolo. Ci ho provato tante volte qui a Cincinnati, ma non ero mai riuscita a superare la semifinale. Quindi sono davvero felice di avere conquistato questo trofeo. È stato un grande torneo, una grande settimana. Penso di aver giocato un buon tennis”.
D: Ci sono momenti in cui senti che nessuno possa toccarti e darti fastidio in campo, che tutto stia andando per il verso giusto, perché la sensazione dagli spalti è stata questa durante il fine settimana.
Sabalenka: “Non è proprio così, più che altro mi sento a mio agio e percepisco di star giocando abbastanza bene. Ma nel tennis non puoi mai essere troppo sicuro anche se stai giocando il tuo miglior tennis. Le cose possono cambiare. Perciò ho cercato di concentrarmi, di continuare a giocare come stavo facendo e a lottare su ogni punto, cercando di chiudere l’incontro in due set”.
D: Può dirci qualcosa che hai imparato durante il torneo?
Sabalenka: “Sì, bisogna stare molto bassi su questa superficie. È molto veloce. E sì, se vai un po’ più in alto con il corpo, la palla vola via sugli spalti. Quindi devi rimanere basso e colpire senza paura di sbagliare il colpo”.
D: Come giudichi il livello che hai espresso questa settimana rispetto ad altri ottimi tornei che hai giocato in carriera: è il tuo massimo? Oppure è il livello standard, quello che ti aspetti?
Sabalenka: “E’ difficile dire quando si vince un torneo che quello sia lo standard. Direi che sto giocando un ottimo tennis, probabilmente non il miglior tennis che possa giocare, ma ci sto arrivando. E ad ogni partita che gioco mi sento sempre meglio e spero che allo US Open potrò continuare ad alzare il livello, magari anche di più di quanto sono stata in grado di fare in passato”.
D: Hai servito davvero bene, non solo oggi, ma per tutto il torneo. E se non ricordo male, due anni fa, proprio prima di questo torneo, hai raccontato di come hai cambiato il modo di servire. Come sei riuscita a fare questi progressi? Ricordi qualcosa di quel periodo?
Sabalenka: “Devo dire che due anni fa non avevo scelta. Ero obbligata a migliorare, altrimenti sarei stata molto lontana dalla top 100… Quindi credo di aver fatto un ottimo lavoro negli ultimi due anni sul mio servizio, costruendo la fiducia in me stessa e imparando a variare i tipi di battuta. Ma c’è sempre un certo margine di miglioramento quindi continuo a lavorare. Sono d’accordo con te: questa settimana ho servito ad un ottimo livello variando molto e sono davvero soddisfatta”.
D: Non sei mai stata costretta a giocare il terzo set in nessuna partita. È stato lo scenario migliore possibile in vista dello US Open dal momento che hai vinto il titolo ma allo stesso tempo non hai dovuto giocare troppo?
Sabalenka: “Sì, da un punto di vista fisico è stato sicuramente ottimo per me. Non troppi set, non troppe ore in campo ma comunque tante partite vinte. Non potrei essere più contenta di così. Sono stata messa a dura prova dalle mie avversarie. Sono stata concentrata e raramente ho avuto sensazioni negative in testa. Ho cercato di mantenere la calma in campo e di avere il controllo della situazione. Credo che sia stato per questo che quando mi sono fatta brekkare sono riuscita a rimanere concentrata e a reagire brekkando nuovamente”.
D: È questa la parte più difficile del tennis, l’aspetto mentale?
Sabalenka: “Sì, il tennis è uno sport mentalmente molto duro, devi essere forte e resiliente. E ciò viene solo con l’esperienza. Si impara ad essere forti mentalmente solo dalle sconfitte più dure. A meno che tu non sia nato così, con un carattere sempre calmo come se non ti interessasse e preoccupasse mai ciò che succede. Ma per me è tutta una questione di esperienza”.