I treni ci passano davanti ma non si fermano più: la stazione di Duino abbandonata da 60 anni
DUINO AURISINA Tra tutte le stazioni ferroviarie dismesse a Trieste e provincia, quella di Duino-Timavo è la più piccola. Un caseggiato di dimensioni ridotte rispetto ad altri edifici che un tempo ospitavano i viaggiatori, poi chiusi e in parte abbandonati.
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La palazzina bassa, a un solo livello, si trova in un punto abbastanza isolato, affacciato sui binari ancora in uso. Poco distante solo qualche villa e tanto verde. Il fabbricato è costruito in pietra bianca di Aurisina e in mattoni rossi. Il tetto, in legno e tegole, da un lato mostra segni di cedimenti e qualche buco. Tutti gli accessi sono stati bloccati da pannelli, tranne quello che conduce a una piccola veranda, completamente vetrata, piena di murales realizzati ormai parecchi anni fa. Manca un vetro, unico pertugio che potrebbe permettere di sbirciare all’interno, ma in realtà è impossibile da raggiungere, perché tutto il perimetro dell’area che ospita la stazione è recintato.
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Le scalette che conducevano alla sala d’aspetto e alla biglietteria sono bloccate con un cancello recente, un lucchetto e un avviso che indica come si tratti di “proprietà privata, area ferroviaria”. I gradini che si notano dall’esterno sono ormai ricoperti dalla vegetazione. Nessun cartello ricorda il nome del sito, perché sia quello su una delle facciate sia quello rivolto ai binari sono stati divorati completamente dalla ruggine.
Nelle pareti verso la strada la grondaia è caduta, nell’angolo in cui la copertura dell’edificio segna i primi cedimenti. Nel complesso però la struttura appare ancora solida, non troppo scalfita dagli agenti atmosferici e dal mancato utilizzo, nonostante gli oltre sessant’anni di oblio.
Considerando la forma particolare, che ricorda più un’abitazione che una stazione ferroviaria, forse il fabbricato potrebbe trovare una nuova vita proprio con una destinazione residenziale. Una piccola casetta da risistemare.
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Dieci anni fa tutto era ancora aperto e vandalizzato, con diversi ambienti pieni di immondizie e sporcizia. Alcuni ingressi erano stati rotti e all’interno erano stati depositati oggetti di vario tipo. Anche il giardino tutto attorno era diventato una sorta di discarica a cielo aperto. Successivamente parte di quel degrado è stato eliminato. E per evitare bivacchi, danneggiamenti e ulteriori abbandoni di rifiuti sono stati bloccati tutti gli accessi presenti, sia le due porte principali e la finestra che si affacciano sulla ferrovia, sia tutti gli altri fori nei restanti lati. Anche sui pannelli presenti sono stati appesi alcuni avvisi dove c’è scritto a chiare lettere il divieto di accesso.
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Accanto all’edificio principale sorge un piccolo fabbricato, anche questo in mattoni rossi, forse un locale tecnico. La visuale totale dell’immobile è possibile dall’altro lato, che si raggiunge costeggiando i binari su una strada sterrata e prendendo poi un sentiero dopo un ponte sopra la ferrovia.
Dai documenti reperibili è impossibile trovare l’anno esatto di edificazione della stazioncina. Si sa comunque che è stata costruita in epoca austriaca e che compare sugli orari del 1914, nata come fermata con funzioni di guardablocco situata sulle linee ferroviarie Udine-Trieste e Venezia-Trieste.
È stata dimessa alla fine degli anni Sessanta e fino al primo dopoguerra aveva un altro nome: Sistiana-Visogliano. La storia dell’edificio si ferma qui, altri cenni storici non ci sono. Non è nemmeno presente nei ricordi online che spesso appassionati di treni e ferrovie si scambiano, raccontando i collegamenti e le fermate non più operative.
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Quella di Duino-Timavo è l’ultima tappa nel viaggio del Piccolo tra le stazioni ferroviarie dismesse in provincia di Trieste, pezzi di storica unici e affascinanti, cancellati sempre più dal tempo che passa e spesso anche dalla memoria collettiva