Lasciano la vita di città per lavorare in malga: Asia, Ruben e Ridolfo, giovani che scommettono sulla montagna
Scommettere sulla natura, sulla vita lenta, fatta di piccoli gesti quotidiani. È questa la sfida di Asia Colomba, Ruben Ridolfo e Eva Chiarando che hanno deciso di puntare sulla montagna. Asia ha seguito le rome di famiglia e a 22 anni ha ricevuto il premio come giovane malgara in Campidoglio. Ruben ed Eva, invece, hanno deciso di far rinascere malga Cuar: determinanti, in questo caso, le opere realizzate dal Comune di Trasaghis. Ecco le loro storie.
Al lavoro in quota per amore della natura
Un paradiso terrestre senza acqua né luce è quello in cui ha scelto di vivere Asia Colomba, una ragazza di 22 anni di Montenars che ha messo nel cassetto il suo diploma alberghiero per fare la malgara. Una scelta dettata dalla passione trasmessa dai genitori verso la natura e gli animali.
Anche il papà, 24 anni fa, aveva infatti lasciato il posto fisso per una vita più a contatto con l’ambiente. Malga Confin, il suo paradiso, si trova a 1330 metri di altezza, in località Plauris sopra Venzone, luogo meraviglioso nel quale però non ci sono sorgenti idriche. L’unica risorsa d’acqua è quella piovana o derivante dalla neve sciolta in vasche di raccolta.
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In quest’ultimo mese però è stata consumata quasi tutta e il fratello di Asia, con l’autobotte, porta dalla valle l’acqua necessaria per abbeverare gli animali. Il corpo forestale e la protezione civile sono sempre pronti a dare una mano alla ragazza e alla sua famiglia, in quanto l’acqua serve anche per la produzione dei formaggi, lavorati dal padre e fratello, entrambi casari. Un gruppo elettrogeno invece permette di avere la corrente.
Malga Confin, il suo paradiso, si trova a 1330 metri di altezza, in località Plauris sopra Venzone, luogo meraviglioso nel quale però non ci sono sorgenti idriche
«Quando le batterie si scaricano rimaniamo senza luce. Ma anche questa è un’avventura, dice Asia, e fa parte della vita di malga perché, si sa che l’imprevisto può sempre accadere». Un’avventura ha segnato la giovane donna quando aveva 10 anni: un piccolo capriolo ferito, trovato nel bosco, è stato accolto in casa dai genitori ed è stato allevato dal cane di Asia, un lupo cecoslovacco, tanto che “Gipsi”, così si chiamava il capriolo, era diventato parte della famiglia, addolorata quando il cucciolo è stato portato via ed accolto in un una riserva naturalistica, prima a Malborghetto e poi a Tarvisio.
La mia giornata inizia presto, prima recupero tutte le provviste e quello che serve per la malga, carico i miei cani e parto. Mi aspetta all’incirca un’ora abbondante di strada prima di arrivare lassù e poi, arrivo in un paradiso terrestre, un posto dove mi libero la mente
«Con Mala, una lupetta ucraina con sul corpo i segni della guerra, un’altra storia di adozione , assieme alla rottweiler Tokio e a Onda che è un cane lupo cecoslovacco, sono i tre i miei amori, parte integrante della mia vita e della mia famiglia. Loro mi hanno dato la forza per andare avanti nei passati periodi non belli. La mia giornata inizia presto – racconta Asia –, prima recupero tutte le provviste e quello che serve per la malga, carico i miei cani e parto».
«Mi aspetta all’incirca un’ora abbondante di strada prima di arrivare lassù e poi, arrivo in un paradiso terrestre, un posto dove mi libero la mente. Abbiamo 50 giumente da latte, un capretto nano, Bruno, anche lui adottato, che ora si sente importante come le sue amiche mucche: va con loro al pascolo e alla mungitura, due volte al giorno le attende fino al termine e poi riprende la compagnia. Alle mucche e al capretto si aggiungono due cavalli, una cavalla, zoppa, salvata dal macello, e un asinello. La giornata scorre veloce, tra le varie mansioni, assieme alla mia famiglia, papà Ennio, mamma Gabri e mio fratello Daniel, che ha 25 anni e h scelto, anche lui, questa vita».
Nel paradiso di Asia vivono predatori naturali come il lupo, la lince, lo sciacallo dorato oltre a caprioli, stambecchi, camosci, «nessuno dei quali – precisa la ragazza – ha mai fatto del male ai nostri animali. Noi non abbiamo mai infastidito ne disturbato gli abitanti della malga quindi c’è un tacito rispetto reciproco». La malgara Asia è stata premiata assieme al fratello con la Bandiera Verde Agricola AgriYoung al Campidoglio a Roma, come unica azienda in tutto il Friuli in cui lavorano giovani imprenditori agricoli.
Chiusa da un anno, riapre malga Cuar
Dopo un anno di fermo è ripartita l’attività di malga Monte Cuar e del rispettivo agriturismo “Lo scoiattolo” grazie a una nuova gestione fatta di giovani. Di proprietà del Comune di Trasaghis, la conduzione è stata affidata (grazie a un bando) a una coppia di Avasinis: Ruben Ridolfo e sua moglie Eva Chiarandon.
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Lui, classe 1986, lei, classe 1990, hanno deciso di raccogliere la sfida per rilanciare l’economia e il turismo. «Abbiamo fatto una pazzia – riferisce divertito Ridolfo, imprenditore agricolo –, ma quando è saltata fuori l’occasione ho pensato: “È la montagna del mio paese, mi metto in gioco”. Oltre alla possibilità di portarci le mucche al pascolo, nel pacchetto c’era anche l’agriturismo. Eva prima lavorava come commessa, abbiamo deciso di imbarcarci in quest’avventura assieme, per viverci di più le nostre due bambine. Le condizioni in cui si trovava la malga un anno fa erano complicate, molte cose sono ancora da sistemare, ma ne vale la pena».
Eva prima lavorava come commessa, abbiamo deciso di imbarcarci in quest’avventura assieme, per viverci di più le nostre due bambine.
Diverse le criticità risolte dalla riqualificazione voluta dal Comune di Trasaghis con interventi idraulici per risolvere delle perdite; interventi ai generatori in caso di malfunzionamento dell’impianto fotovoltaico (e sostituzione delle batterie di accumulo); sistemazioni di staccionate e grondaie; pulizie, sanificazioni e pitture interne; sostituzione delle pompe per l’acqua; manutenzioni all’impianto di potabilizzazione e, infine, sistemazione e nuova percorribilità della strada per arrivare in auto.
«Questa malga, che in passato non ha mai avuto l’opportunità di esprimere il suo potenziale, rappresenta oggi un fiore all’occhiello per il nostro territorio – afferma la sindaca, Stefania Pisu –. Un simbolo di sostenibilità e innovazione grazie alla passione, all’energia di questi giovani, che con il loro impegno restituiscono alla nostra montagna ciò che merita: un’economia viva, fatta di tradizioni antiche e di un nuovo turismo sportivo e sostenibile» .
Oggi, malga Monte Cuar, che sorge solitaria in mezzo ai pascoli sopra Trasaghis, rappresenta un luogo di incontro dove la comunità può ritrovarsi riscoprendo il valore del territorio. La nuova gestione è stata inaugurata il 15 giugno.
«Una stagione iniziata lentamente, a causa del meteo – aggiunge Chiarandon – e perché la gente non sapeva che l’avessimo presa noi. Alcuni la credevano ancora chiusa. Ora la voce inizia a girare positivamente. Quando i clienti vanno via ci fanno i complimenti e quindi direi che non sta andando affatto male».
Stanno lavorando molto sulla ristorazione, con piatti semplici ma genuini, con prodotti del territorio, di qualità
Per l’amministrazione rappresenta un chiaro esempio di “rinascita in quota”. «La nostra malga, un luogo che per troppo tempo è rimasto silenzioso, si prepara a diventare un centro di eccellenza per l’accoglienza in montagna ed è motivo di riscatto – continua Pisu –. Siamo orgogliosi che sia in buone mani. Ruben ed Eva sono due ragazzi volenterosi che hanno già saputo dare un nuovo aspetto alla struttura, che oggi è curata. Stanno lavorando molto sulla ristorazione, con piatti semplici ma genuini, con prodotti del territorio, di qualità. Non possiamo che essere orgogliosi di avere imprenditori locali lungimiranti – conclude –. Nella nostra regione ci sono tante malghe che funzionano grazie ai giovani, siamo contenti che anche la nostra abbia trovato la giusta valorizzazione».