Rinasce la collina di San Bernardino Progetto Fai, un milione dal Comune
Ivrea
L’obiettivo è riaprire a cittadini e turisti la collina di Monte Navale, restituendo alla comunità il polmone verde dove, inutilizzati da decenni, languono i memorabili campi da tennis in terra rossa, il bocciodromo da 8 piste con le tribunette di Ignazio Gardella, i 900 metri ad anello del percorso vita, con le sue 18 stazioni immaginate negli anni Ottanta dal canoista olimpico Roberto D’Angelo; e poi i boschi dagli alberi monumentali che aprono inaspettate prospettive sulla Serra morenica e il castello di Ivrea. Il tutto in un contesto adatto a eventi a tema e iniziative didattiche, con bar e servizi. Perché questa è in estrema sintesi la fotografia dei due ettari all’aria aperta voluti da Adriano Olivetti affinché la fabbrica offrisse ai suoi dipendenti momenti di svago di qualità, sul lato sud est della zona industriale di via Jervis, in contiguità rispetto al complesso conventuale di San Bernardino. Non un auspicio, ma un progetto di massima elaborato dal Fai, che della collina di Monte Navale, compreso San Bernardino, è proprietario da giugno 2023.
La proposta di intervento è al momento la prima e unica giunta in municipio in risposta all’avviso per manifestazioni di interesse pubblicato dal Comune, per cui altri eventuali interessati hanno tempo fino a fine agosto. Si tratta di un’ipotesi di “partenariato speciale pubblico-privato” che ambisce a parte dei fondi europei messi a disposizione dal Programma regionale Fesr 2021/2027-Strategie urbane d’area a favore dell’aggregazione di 11 Comuni tra Ivrea, Candia, Romano, Barone, Strambino, Banchette, Samone, Fiorano, Orio, Salerano e Pavone. Se questo è il quadro finanziario, e posto che entro il 31 agosto non arriveranno altre candidature, Ivrea punta a destinare un milione e 100mila euro coperti per l’85% della Regione (il progetto ne vale complessivamente 2,6), guardando alla tanto attesa rinascita di San Bernardino.
In uso pubblico per 25 anni
La declinazione sviluppata dal Fai ha tutte le carte in regola per andare in porto. In cambio, all’amministrazione comunale il Fai concederà la fruibilità pubblica per 25 anni, ma risponderà della manutenzione ordinaria e straordinaria e della gestione dell’area. Entro il 30 settembre la Regione darà un parere sul Piano di fattibilità tecnico-economica, cosa che dovrebbe portare alla progettazione esecutiva e ai lavori a fine 2026. L’apertura, invece, dovrebbe avvenire nel 2028. Tornando alla bozza di proposta: già in questa fase, emerge come la logica di fondo corrisponda al mantenimento dello stato originario degli elementi. Compreso il muro di cinta del convento. Che, a differenza della porzione verso via Jervis, demolita negli anni ’50, «nel tratto che corre sulla collina è sopravvissuto a cambi di destinazione d’uso, e occupazioni militari, incuria e al tempo», è spiegato nel documento allegato al progetto. «Durante i primi interventi di pulizia dalle infestanti – illustra il Fai – è stato possibile ispezionarne una buona parte, ma tutto quel che si conserva sarà messo in sicurezza, per offrire ai visitatori un’evidenza storica inedita, che consente di cogliere le dimensioni originarie del convento».
Attorno al binomio uomo-natura ruota l’intero impianto concettuale, che non a caso prevede tre modalità di accesso: uno pedonale dalla Portineria del pino, in via Jervis. «Dal piano primo delle Ico, una passerella, ancora in fase preliminare di studio, consentirà l’accesso all’area esterna di San Bernardino; la contiguità e la continuità delle aree darà vita a un sistema di spazi pubblici interconnessi, ricreativi, sociali, educativi, culturali e sportivi, e genererà una continuità dei percorsi, riconnettendo direttamente l’area del convento all’asse di via Jervis e alle fabbriche». Un secondo ingresso, carrabile, sarà invece collocato in prossimità della rotonda di via XXV Aprile. Un terzo ingresso, «strategico per una più ampia e completa accessibilità», prevede il passaggio dai cancelli di via Monte Navale. Questo consentirà ai visitatori che raggiungeranno l’area Unesco in bicicletta di arrivare direttamente da via Jervis , attraverso il sottopassaggio del secondo ampliamento Ico.
9 milioni con chiesa e convento
La rinascita della collina di Monte Navale rientra in un progetto globale da nove milioni di euro che riguarda chiesa, convento e, appunto, l’area esterna, sempre sotto la regia di Fai. A renderlo possibile i 6 milioni stanziati nel 2021 dall’allora ministro alla Cultura Franceschini espressamente indirizzati alla chiesa (un percorso museale) e al convento, per farne sede della biblioteca storica di Camillo e Adriano Olivetti. Un contributo di un milione e mezzo arriva da Compagnia San Paolo, mentre mezzo milione è oggetto di crowdfunding.