L’addio al pinguino gay di Sidney arruolato come icona Lgbt commuove e scatena il web. Il giallo del post di Repubblica
L’addio di Magic, il pinguino gay dello zoo di Sidney di 8 anni, al fedele compagno Sphen, deceduto per cause naturali a 11 anni, ha commosso tutti e inondato il web di reazioni e commenti. È morto in Australia uno dei partner della famosa coppia di pinguini gay diventata dal 2018 un simbolo in tutto il mondo per la loro unione. Galeotto fu l’incontro al Sea Life Sydney Aquarium, una comunità che oggi, toccata dall’addio e dalla reazione di Magic alla dipartita dell’amico, racconta e commenta: «Ha iniziato immediatamente a cantare, ha riferito la struttura – e segnala tra gli altri il Corriere della sera –. Seguito in coro dall’intera colonia ospitata». E la narrazione Lgbtq+ vola sul web e sublima ad hoc un capitolo della sua propaganda destinato a lasciare il segno…
È morto Sphen, il pinguino gay dello zoo di Sydney
Di una specie subantartica, i pinguini “gentoo” vivono in media tra i 12 e i 13 anni – Sphen, il partner più anziano della “coppia di potere” di pinguini dello stesso sesso, è morto poco prima di compiere 12 anni – e vivono notoriamente legami monogami e di grande affetto. E allora, Magic e Sphen stavano insieme da sei anni: si erano visti ed inchinati l’uno all’altro, in un chiaro gesto di riconoscimento speciale e di corteggiamento. E da quel momento, per tutti, Sphen faceva coppia con Magic, anche lui un pinguino maschio. Una unione, la loro, che nel 2018 ha visto la costruzione di un nido di ciottoli e che, con le loro uova vive date per essere incubate da altre coppie di pinguini, ha fatto venire alla luce il pulcino Sphengic nel 2018, e di Clancy due anni dopo.
L’unione con l’amico Magic divenuto il simbolo delle rivendicazioni Lgbt
Una coppia, quella dei due pinguini maschi, divenuta iconica per il mondo Lgbt, che in quella unione e in quella insolita storia di simpatici uccelli monogami che si sono scelti, ha stigmatizzato la diversità eretta a simbolo anche nel mondo animale. Un legame sugellato poi nella serie Netflix Atypical. E che poi, titolo televisivo a parte, come segnala Libero oggi, ha dato adito a speculazioni e strumentalizzazioni sull’ «unione omosessuale che non è un avvenimento così raro nel mondo animale». Ma che forse «considerato anche l’impatto dei pinguini nell’immaginario collettivo», è stato più facile cavalcare la vicenda sull’onda del dibattito woke e sui diritti civili e che, non a caso – Netflix a parte – sarebbe stata prontamente rilanciata con tanto di carro a tema alla parata del Mardi Gras di Sydney.
La coppia di pennuti sfruttata ad hoc: dalla serie Netflix al corso di lezioni per bambini sulla diversità
Non solo. Perché il sodalizio amoroso tra Sphen e Magic è entrato a fare parte di un ciclo di lezioni per raccontare ai bambini come funzionano le relazioni tra persone dello stesso sesso. L’iniziativa – intitolata “L’amore in tutte le forme e dimensioni” – motivò la reazione dei conservatori e di tante famiglie per il possibile indottrinamento culturale dei più piccoli. Ma di questo non si è discusso altrettanto…
E il post di “Repubblica” (poi sparito) diventa un caso
Un’onda la cui risacca, non a caso, è arrivata oggi a infrangersi sulla redazione di Repubblica, che su X si è dimostrata particolarmente sensibile alla notizia, postando: «È morto Sphen, il pinguino gay dello zoo di Sidney. Al “funerale” il suo amato Magic intona un canto di saluto. La coppia di pennuti era diventata l’icona dei diritti omosessuali del bioparco». Un annuncio di commiato che – con tutto il rispetto che si deve agli animali e ai loro affetti, celebri o meno che siano – ha indotto molti a interrogarsi su cosa possa intendersi con la locuzione «diritti omosessuali del bioparco»…
I dubbi e le reazioni del web
Un dubbio, quello che si è insinuato in rete, che deve aver posto qualche interrogativo anche in seno alla redazione del quotidiano diretto da Molinari: tanto che, non a caso, a un certo punto il post sembra essere sparito dal feed di X. Ma come segnala sempre Libero, qualcuno però intanto ha fatto comunque in tempo a “screenshottare” il tutto e a commentare a vario titolo sull’ennesima strumentalizzazione della vicenda dei due simpatici pinguini. Una coppia di pennuti inconsapevolmente usata ancora una volta, per fini, manifesti e agende politiche, che con loro hanno davvero poco a che fare…
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