Boom di casi di fuoco di Sant’Antonio, l’appello dell’Usl di Venezia: gli over 65 facciano il vaccino
Tanti i casi di fuoco di Sant’Antonio a Venezia e al Lido. A dirlo sono i medici di base che, in queste settimane, stanno facendo molte più diagnosi rispetto al passato. Tra questi, anche la dottoressa Anna Canestrelli, che ha l’ambulatorio proprio al Lido.
«Solo questa settimana, ho visto già tre casi, che sono tanti» spiega, aggiungendo che si tratta quasi sempre di anziani, «quindi casi più difficili da trattare, perché molto spesso hanno già delle loro terapie farmacologiche in corso.
Nonostante le riattivazioni del virus dell’Herpes Zoster dipendano dallo stress, mi viene da pensare che in estate ci siano più casi, vista la situazione».
Il virus è lo stesso che provoca nei bambini la varicella che, una volta avuta resta bloccato nei nervi e viene riattivato in presenza di periodi particolarmente stressanti o di difese immunitarie basse.
Una volta attivato, il virus causa un eritema coperto da vescicole e, più che prurito, bruciore e un dolore lancinante. «Come per ogni patologia, gli anziani in quanto fragili sono i più a rischio» spiega Cristiano Samueli, medico di base a Murano dove, tuttavia, non si è registrato un aumento dei casi di fuoco di Sant’Antonio.
«Bisogna poi stare attenti alla compresenza di altre malattie, le persone diabetiche, ad esempio, sono più a rischio perché il diabete attacca anche i nervi» aggiunge. Non sono da sottovalutare nemmeno quelle forme di Herpes Zoster che non si manifestano con sfoghi cutanei ma con neuropatie, come la nevralgia.
«Ciò che conta è iniziare la terapia entro 72 ore, in modo da avere un effetto immediato» fa sapere il medico, aggiungendo che, una volta scomparse le vescicole, non si deve abbassare la guardia perché il dolore potrebbe restare e, quindi, potrebbe essere necessario proseguire con i farmaci ancora un po’.
Il contagio avviene tramite contatto diretto con le vescicole, ma anche indirettamente tramite vestiti e asciugamani e può avvenire solo se chi viene in contatto con la lesione non ha ancora avuto la varicella né ha fatto il vaccino per questa malattia esantematica e, dunque, non ha sviluppato gli anticorpi.
La buona notizia è che la campagna vaccinale dell’Usl 3 procede a gonfie vele: se nel 2022 era stato vaccinato il 18% degli aventi diritto, gli over 65, nel 2023 si è superato il 51%, raggiungendo il target regionale. Percentuale che quest’anno potrebbe essere più alta visto che hanno già vaccinato il 47% delle persone che hanno compiuto 65 anni nel 2024, e mancano ancora gli open day del 26 ottobre e 30 novembre a Mestre e del 9 novembre e 14 dicembre a Dolo.
«Il vaccino, in due dosi e senza controindicazioni è raccomandato soprattutto per gli anziani» spiega il dottor Vittorio Selle, direttore del Servizio di Igiene e Sanità pubblica, «una volta si faceva solo a chi aveva contratto la varicella e non aveva sviluppato il fuoco di Sant’Antonio, ora viene somministrato anche a chi l’ha già avuto». Non solo anziani e fragili, ma anche giovani che sono soggetti al virus potrebbero sottoporsi al vaccino, se il loro medico di base glielo consiglia. La sinergia tra l’Usl e i medici infatti non manca, proprio per cercare di promuovere il più possibile la vaccinazione.