Ha 19 anni e pratica equitazione: l’udinese Eleonora Paron eletta Miss Friuli Venezia Giulia
LIGNANO. Abbiamo una Miss 2024 che sarà la portabandiera del Friuli Venezia Giulia nelle Marche, tappa intermedia delle prefinali di Miss Italia, il concorso giunto alla sua 85esima edizione: lei è Eleonora Paron, udinese, mora, altezza ragguardevole come diktat delle alte quote comanda.
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La diciannovenne vive nel capoluogo friulano, si è messa alle spalle il liceo linguistico, lavora con i cavalli in un maneggio e pratica l’equitazione. «Perché sfilo? Per scoraggiare lo stereotipo che fra donne c’è sempre invidia, competizione e voglia di abbattere l’altra. Qui è diverso». Punto.
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Nella serata di venerdì 23 agosto, al Centro congressi Kursaal Riviera Resort di Lignano, a cura di Modashow di Michele Cupitò e di Paola Rizzotti, le diciannove avvenenti girl friulgiuliane hanno esibito la loro doverosa camminata da passerella in quel primitivo gioco di seduzioni che dal Novecento affascina e concretizza eventuali desideri, sogni e aspirazioni. La parola “sogno”, però, è la più cliccata, attenzione. C’è speranza.
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Faranno compagnia a Eleonora— nell’avventura del concorso di bellezza più antico del Belpaese, ben prima della Tv, poco dopo la guerra, lo stesso anno della concessione del voto alle donne (1946) — Beatrice La Monaca, triestina, Miss Eleganza; Giulia Crosara, triestina, Miss Rocchetta; Maria Candotti, di Villa Santina, Miss Givova; Angela Borghese, di Bagnaria Arsa, Miss Cinema; Sofia Candotti, di Palmanova, Miss Framesi, Michela D’Andrea, di San Giorgio della Richinvelda, Miss Miluna; Alice Frattolin, pordenonese, Miss Sorriso.
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La truppa del tacco 12 scenderà a Numana, spiaggia marchigiana sulla Riviera del Conero, assieme alle colleghe italiane, un insieme di rara beltà che raggiungerà le 220 concorrenti.
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Sulle scogliere anconetane avverrà l’inevitabile scrematura e le migliori quaranta saranno ammesse alla finale, ma prima frequenteranno l’Accademia, l’invenzione 2024 di Patrizia Mirigliani, salda sul ponte di comando di una nave che in questi anni ha affrontato tempeste e marosi, ma è tornata sempre in porto con la prua orgogliosa.
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«L’Accademia è un regalo alle finaliste — spiega Patrizia Mirigliani, la guida del concorso nazionale nonché figlia dell’indimenticato Enzo — perché credo in un’esperienza formativa e immersiva delle ragazze a contatto con personaggi d’esperienza (fra le quali due poliziotte, una psicologa, atlete, modelle) seguendo un percorso per sostenere tematiche influenti quali la sostenibilità, il rispetto, la sicurezza di sé».
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La bellezza come necessità. Un tema delicato. «Noi cerchiamo la verità di ragazze possibilmente senza filtri, concrete», dice Mirigliani. «Poi sui social hanno tutto il diritto di usare i filtri. Qui, no. Sono come sono».
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C’è qualcosa che non quadra, però. Un tempo Miss Italia spopolava su Raiuno. Quelli con buona memoria ricorderanno gli oltre dieci milioni di Auditel di media quando c’era Fabrizio Frizzi, l’amico di tutti e di tutte. Poi, pluff, in un amen il marchio s’è inabissato, fatto sparire dagli sguardi dei divanari televisivi dai piani alti del palazzo. Non sarebbe il caso di riportare in Tv lo show che rese famose Sophia Loren, vicina ai novanta (il 22 settembre), Silvana Mangano, Gina Lollobrigida, Lucia Bosè e, per risalire in fretta il tempo, Anna Valle, Caterina Balivo, Francesca Chillemi, Martina Colombari, Miriam Leone, la Eva Kant del Diabolik dei Manetti Bross?
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«Guardi — risponde la signora Patrizia — rimasi malissimo per quella decisione, che poi avvenne poco dopo la morte di mio padre e mi mancò un sostegno per salvare il salvabile. Credo che Miss Italia rappresenti ancora, ottantacinque anni dopo, un palcoscenico importante per testare se stesse, l’avercelo tolto è stato un errore».
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Chissà che prima o poi, in uno dei tanti giri di valzer di via Mazzini qualcuno non restituisca il maltolto?
Nel frattempo, nel backstage prima del gong, le diciannove ragazze si raccontano, parlano sottovoce davanti la giuria che getta un primo sguardo, sono timide perlopiù.
Sul palco, poi, saranno più sicure. A proposito, dice la Mirigliani: «All’apparenza sembra forte la gioventù di questo ultimo decennio, ma, al contrario, nasconde molte fragilità e insicurezze. Dobbiamo fare il nostro dovere di precettori e aiutarla a oltrepassare le difficoltà di quest’epoca tormentata».