Viaggi nell’Unione da Paesi extra Ue: verso due sistemi di registrazione
BELGRADO Frontiere più sicure e protette, l’obiettivo dell’Ue. Viaggi un po’ più difficoltosi, più code in dogana e nuove beghe burocratiche, le potenziali conseguenze per i cittadini dei Balcani ancora fuori dall’Europa che conta – e non solo loro. Sono le sfaccettature di un profondo cambiamento imminente, che si osserverà ai confini dell’Unione europea tra il prossimo novembre e l’estate del 2025.
È il combinato disposto dell’entrata in funzione, dopo grandi ritardi e intoppi vari, di due nuovi sistemi di autorizzazione ai viaggi in Europa per cittadini di Paesi extra-Ue, tra cui appunto Albania, Bosnia-Erzegovina, Serbia, Macedonia del Nord, Kosovo e Albania. Si tratta del cosiddetto sistema d’ingresso e uscita (Ees) e del sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi, l’Etias, che praticamente imporranno ai cittadini extracomunitari di una sessantina di Paesi stranieri di registrare il proprio viaggio per via telematica e ricevere una sorta di “lasciapassare” da Bruxelles, prima di mettersi in strada.
Ad aprire le danze sarà l’Ees, a partire dal 10 novembre prossimo. La data è stata ufficializzata dalla Commissaria Ue per gli Affari interni, Ylva Johansson, che ha assicurato che l’Unione ha elaborato «il più moderno sistema digitale di management dei confini al mondo», che renderà «l’Europa più sicura» e al contempo «i viaggi più facili». «Ci abbiamo lavorato da dieci anni» e ora il momento della verità è arrivato, ha aggiunto Johansson.
Ma cosa cambierà, per gli abitanti dei Balcani, ma anche per americani, inglesi, australiani e per tutti i turisti che non hanno bisogno di visto per entrare nella Ue e che vogliono viaggiare in Europa? Fino al 9 novembre 2024, praticamente nulla. Potranno viaggiare nella Ue liberamente, senza visto come ora, solo presentando il passaporto alla frontiera Ue, rimanendovi per il tempo massimo previsto – la famosa regola dei “90 giorni”. Dal 10 novembre, invece, con l’entrata in funzione dell’Ees, i viaggiatori extra-Ue saranno «registrati» digitalmente nel sistema di ingresso e uscita Ees, anche con riconoscimento facciale e impronte digitali, nel momento dell’arrivo a un valico «ai confini esterni della Ue», si legge su materiali ufficiali di Bruxelles.
Ciò accadrà a ogni ingresso e uscita e «sostituirà l’apposizione manuale di un timbro sul passaporto», sicuramente un passo avanti rispetto al passato. L’Etias invece entrerà in funzione «nel 2025», ha anticipato Johansson senza fornire una data precisa, ma i rumors parlano di maggio del prossimo anno. Qui l’impatto di quello che appare essere un vero e proprio “visto digitale” sul modello Usa sarà assai maggiore. Prima di viaggiare verso la Ue, i viaggiatori extracomunitari tra i 18 e i 70 anni dovranno registrarsi sul portale Etias, pagando sette euro una tantum, perché la domanda varrà per tre anni. E dovranno compilare un questionario, fornendo anche informazioni come «indirizzo, dettagli del passaporto, occupazione attuale e informazioni su precedenti viaggi in zone di conflitto o condanne penali», ha anticipato la Ue.
Non solo: la domanda va fatta «con largo anticipo», anche se il sì o il no del sistema dovrebbe arrivare in brevissimo tempo, ha assicurato Bruxelles. Tutto bene? Lo si vedrà a breve, ma in passato svariati Paesi Ue avevano avvisato di possibili allungamenti delle già lunghe code alle dogane tra Ue e nazioni fuori dall’Unione con l’avvento di Etias. E molti, nei Balcani, guardano al nuovo sistema con diffidenza e sdegno. «Sono cadute le maschere, prima l’Ue dice di volerci e poi ora questo sistema che ci controlla e ci fa pagare», «vogliono il controllo totale su di noi», «violazione dei diritti umani» e «rubano i soldi ai poveri», il tono della gran parte dei commenti – non certo positivi – che circolano sui social balcanici.
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