“Inneggiava alla violenza”: il prof Raimo si becca una sanzione disciplinare. E fa la vittima
Christian Raimo è stato sanzionato dall’ufficio scolastico regionale del Lazio per violazione del codice etico. Al professore di storia e filosofia in un liceo di Roma, nonché candidato non eletto alle ultime elezioni europee per Avs, è stata comminata una censura, la meno grave delle sanzioni, per violazione del codice etico in relazione ad alcune sue esternazioni suoi social. Dopo la diffusione della notizia, di cui ha dato conto Repubblica, si è levato a sinistra un coro di sdegno per quello che, ha sostenuto il leader di Avs Nicola Fratoianni, sarebbe un tentativo di “zittire il dissenso”. La tesi che si cerca di portare avanti da quelle parti, infatti, è che Raimo sarebbe stato punito per aver criticato il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara. In realtà, lo stesso Ufficio scolastico ha chiarito che le ragioni sono altre, a partire dalle famose frasi sui neonazisti che vanno picchiati pronunciate dal professore in diretta tv.
Raimo sanzionato dall’Ufficio scolastico regionale
È abbastanza evidente che ricordare certe intemperanze verbali di Raimo però non farebbe buon gioco, meglio dunque buttarla sulla “spinta autoritaria che questo governo dà, ogni giorno di più, alle istituzioni dello Stato”, come fa Fratoianni e molti a ruota, che sui social rilanciano la tesi della “censura” alla libertà di espressione e non all’inappropriatezza di alcune esternazioni da parte di un docente. E questo nonostante l’ufficio scolastico regionale abbia ben chiarito che la sanzione è frutto di una “valutazione ampia”, facendo chiaro riferimento come punto di partenza del provvedimento proprio all’episodio in cui in tv, ha ricordato la dirigente Anna Paola Sabatini, Raimo “inneggiava alla violenza”.
Su Raimo “una ampia valutazione”, a partire delle frasi in cui “inneggiava alla violenza”
“In merito alle dichiarazioni del Prof. Raimo relative ad una sanzione disciplinare conseguente ad alcune sue affermazioni nei confronti del Ministro Valditara diffuse sui propri canali social, il Direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio, Anna Paola Sabatini, chiarisce che il procedimento disciplinare era partito già da sue dichiarazioni effettuate in occasione di una un’ospitata televisiva e con le quali inneggiava alla violenza; per cui la sanzione irrogata è il frutto di una valutazione molto più ampia e complessiva di suoi comportamenti tutti non conformi al nostro codice disciplinare”, si legge in una nota dell’Ufficio, che ha precisato i contorni della vicenda.
Il tentativo di passare per vittima di una “ritorsione”
La nota è arrivata dopo che era iniziata a suonare la grancassa sulla presunta censura politica, con Raimo in prima fila a cercare di passare per vittima di un sopruso: “Trovo preoccupante, grottesco e farsesco questo modo di fare ritorsioni da parte dell’Ufficio scolastico e del ministero – ha spiegato il prof a Repubblica – non parliamo di fascismo ma illiberalismo e anti-democrazia. Sono contento che esistano i sindacati in Italia, questa non è una battaglia personale ma professionale e per il lavoro democratico. Forse non si è capita che in questo post fascismo squinternato oggi al potere c’è un attacco mirato al sindacato democratico, se ci andassimo a leggere in filigrana molti di questi provvedimenti degli ultimi mesi, querele, sanzioni, censure, diffamazioni, aggressioni, vedremo il filo rosso non solo degli attacchi squadristi ma soprattutto i riferimenti al sindacato giallo, corporativo e padronale degli anni ’70”.
La censura, spiegano le norme che regolano le sanzioni disciplinari per i docenti, “consiste in una dichiarazione di biasimo scritta e motivata, che viene inflitta per mancanze non gravi riguardanti i doveri inerenti alla funzione docente o i doveri di ufficio”. Si tratta, si diceva, del più lieve tra i provvedimenti possibili. Ma Raimo e la sinistra, probabilmente, per quelle frasi ritenevano corretta una nota di merito…
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