Si tuffa in un canale lagunare di Caorle: trentenne rischia la paralisi
Lesione spinale per un trentenne di Portogruaro che nei giorni scorsi si è tuffato da una barca, in un canale lagunare tra i territori di Caorle e di San Michele al Tagliamento, a poche miglia marine da Bibione.
Il giovane è stato soccorso, mandato in ospedale, poi rimandato a casa e infine è tornato all’ospedale dopo dolori lancinanti: è stato sottoposto a un teleconsulto con l’ospedale dell’Angelo che ha individuato una lesione importante al midollo spinale.
Tonerà a camminare, ma non si sa se avrà lesioni permanenti o meno.
Il portogruarese era in compagnia di alcuni amici su un'imbarcazione, per trascorrere una giornata che, da allegra, si è trasformata in drammatica. Nessuno l’ha dissuaso.
Molti, soprattutto giovani, non hanno dimestichezza come i padri o i nonni con le escursioni in barca nelle valli: qui l’acqua non è profonda come in mare aperto.
Mentre il natante stava procedendo in direzione di Bibione, il ragazzo ha deciso di tuffarsi, ma ha colpito con la testa il fondale: la profondità infatti non superava il metro e mezzo d’altezza.
Il ragazzo non è mai stato in pericolo di vita. È stato prontamente assistito e poi trasferito al Pronto soccorso di Portogruaro.
Sottoposto a visita è tornato a casa, con le sue gambe, dopo che qualcuno del personale medico gli aveva detto di poter rientrare nella sua abitazione.
Dopo aver ripreso a camminare è stato colpito da dolori atroci: è rimasto immobile a letto per due giorni, finchè non si è deciso a tornare al Pronto soccorso. Infermieri e medici incontrati al secondo ingresso in ospedale hanno richiesto immediatamente il consulto con l’ ospedale dell’Angelo di Mestre.
La diagnosi è stata resa nota dopo un tempo limitato di attesa: l’impatto con il terrapieno aveva provocato al malcapitato una lesione spinale, che va curata con un busto rigido che il 30enne deve portare per molto tempo. I suoi spostamenti, per forza di cose, dovranno essere limitati, considerato il grave infortunio.
Nei giorni scorsi un giovane si era invece tuffato da un pontile in spiaggia a Jesolo.
Qui l’argomento della sicurezza dei bagnanti è molto sentito, al punto che ci sono espressi divieti di tuffo. Nonostante sia vietato alcuni trasgrediscono l’ ordinanza e si tuffano nuovamente. La mancanza di una campagna informativa efficace è certamente alla base, almeno in parte e al pari dell’imprudenza insita in ognuno di noi, degli ultimi incidenti avvenuti tra Bibione e Caorle.