Nuovi Sukhoi 57, il Cremlino accelera la produzione. Sul piatto possibile scontro con gli F-16 ucraini
Mosca accelera le consegne dei nuovi caccia Su-57 e con questi la probabilità di un possibile scontro con gli F-16 ucraini, duello che rappresenterebbe ben più di una vittoria o di una sconfitta, quanto una crisi per l’industria militare russa oppure per quella occidentale. Non pare esserci più crisi nell’industria russa a causa della guerra: è appena stata inaugurata una nuova struttura per la fabbricazione dei nuovi caccia di quinta generazione Su-57, aerei che finora Mosca ha usato con parsimonia e tenuto ben lontano dal fronte per non rischiare un abbattimento mentre sono ancora in corso i collaudi, specialmente riguardo l’integrazione tra velivolo e armi. Ora però è stato attivato un impianto di produzione fondamentale per il programma, proprio per aumentare il ritmo delle consegne, finora troppo lento. Lo ha annunciato il consorzio di stato per gli armamenti aerospaziali United Aircraft Corporation (Uac) spiegando che la nuova fabbrica situata a Komsomolsk-on-Amur, nella Russia orientale, si occuperà dello sviluppo del sistema di alimentazione elettrica e dell’assemblaggio e collaudo dei sistemi elettronici di bordo. Ovvero, proprio delle componenti più complesse dal punto di vista delle forniture di elettronica e di alta tecnologia, perché maggiormente colpite dalle sanzioni. Dopo l'invasione dell’Ucraina, i produttori russi di armi Rostec, Uac e l'impianto aeronautico di Komsomolsk-on-Amur sono stati sottoposti a numerose limitazioni aggiuntive da parte di Stati Uniti, Unione Europea, Ucraina, Gran Bretagna, Svizzera e altri Paesi, costringendoli a cercare apparecchiature e componenti elettronici in Asia e spesso a importarli illegalmente triangolandoli da nazioni amiche.
Sul fronte operativo fino a oggi i velivoli Su-57 sono stati limitati nella loro partecipazione all'invasione dell'Ucraina, effettuando pochi attacchi con provenienza dal profondo territorio russo, lanciando missili a medio-lungo raggio e quindi rientrando immediatamente alle loro basi. Attualmente la Russia dispone di un piccolo numero di esemplari, ma Uac ha in previsione di soddisfare il contratto firmato con il Ministero della Difesa durante l’edizione del giugno 2019 della fiera Army Forum, per la produzione di 76 unità entro la fine del 2027, nel quale Komsomolsk-on-Amur è specificato come principale sito di produzione. Inizialmente l'impianto era stato ritenuto troppo piccolo, costringendo i funzionari a dedicare tempo all'ampliamento del complesso produttivo con l'aggiunta di nuove attrezzature.
A oggi i Su-57 consegnati sarebbero 21 con un trasferimento di dieci aerei all'aeronautica nel 2022 e di altri undici nel 2023. Appunto numeri limitati da problemi di forniture per la parte riguardante il propulsore Izdelie 30 e l’avionica (strumentazione di bordo). Quello del motore sostituito è stato il problema maggiore di questo progetto, nato con lo AL-41F-1 di precedente generazione che, nel dicembre 2023, mostrò di non consentire al nuovo Sukhoi di esprimere le prestazioni richieste, così la Rostec annunciò che sarebbe stato sostituito con un nuovo modello. Tanta “trasparenza” da parte russa non è casuale: in realtà serve per mostrare ai potenziali Paesi clienti dell’aeroplano – avrà una versione export – che il progetto sarà completato nei tempi previsti. Inoltre, il motore Izdelie 30 ha parti in comune con quello di un altro nuovo aeroplano, il Su-75 Checkmate in fase di sviluppo dal 2011, che tuttavia pare improbabile possa entrare in produzione prima del 2025. Ciò perché attualmente le capacità produttive dell'Ufa Engine Industrial Association, che lo costruisce, sono limitate, il che probabilmente significherà che l'azienda dovrà smettere di produrre motori più vecchi per concentrarsi su quello nuovo. Intanto il Ministero della Difesa russo ha annunciato che riceverà altri 22 aerei Su-57 entro la fine di questo mese, ma non ci sono conferme né informazioni sullo stato di alcun volo di consegna. E di quelli consegnati, pare che due siano stati danneggiati dalle forze ucraine nel giugno scorso durante un attacco all'aeroporto di Akhtubinsk, nella Russia meridionale, come aveva riferito il portavoce dell'intelligence militare ucraina Andrei Yusov. Il timore, per Kiev, è quello di uno scontro diretto con gli F-16 appena arrivati, poiché se le prestazioni del Su-57 fossero quelle annunciate potrebbe non esserci battaglia: in diversi scenari di ingaggio i velivoli russi potrebbero sparare ancora prima di essere visti e tracciati da quelli occidentali consegnati all’Ucraina, e a fare la differenza a vantaggio di Kiev sarebbe soltanto l’opera di informazione precoce da parte di aeroplani radar e di satelliti occidentali. Sul fronte russo, una possibile debacle dei Su-57 rappresenterebbe la dimostrazione di non essere riusciti nell’intento di creare un caccia di quinta generazione che sia efficace, facendo perdere credibilità a un’industria aeronautica militare che tenta di utilizzare la guerra in Ucraina per dimostrare quanto vale innanzi ai suoi potenziali clienti asiatici, sudamericani e africani.