Il grande flop di Gualtieri, sindaco esattore
Non è proprio un «paradiso offshore» come immaginazione imporrebbe: non ci sono le spiagge dorate che digradano verso il mare blu cobalto, né le palme o i venditori di caipirinha; al più bisogna accontentarsi dell’acqua marroncina del Tevere e di qualche argine scivoloso dove riposano le stanche membra gabbiani e ratti. Eppure Roma è diventata, a tutti gli effetti, un’oasi felice per chi evade le imposte comunali. Dal 2008 ad oggi, infatti, la Capitale ha praticamente rinunciato a recuperare i denari che i residenti avrebbero dovuto versare nelle casse dell’Amministrazione per finanziare servizi e lavori pubblici. Dai tempi di Gianni Alemanno in fascia tricolore, i «furbetti» delle tasse hanno avuto vita facile a sfuggire a controlli e sanzioni. A certificare il fallimento delle politiche di riscossione degli Enti locali italiani è stata la Corte dei conti nella relazione sul rendiconto generale delle Stato 2023. I magistrati hanno denunciato come, «nel corso del tempo», i «risultati siano stati complessivamente modesti, con pochi Comuni, soprattutto in alcune regioni italiane, che hanno conseguito risultati significativi». Roma è stata un disastro, per esempio. Il sindaco chitarrista Roberto Gualtieri (che, per inciso, nel governo Conte II è stato ministro dell’Economia) non è riuscito a varare alcun piano di recupero crediti pur essendo perfettamente cosciente della criticità, proseguendo così nell’immobilismo che ha caratterizzato i suoi predecessori, Virginia Raggi e Ignazio Marino.
Scrive la magistratura contabile: «Poco rilevante e risalente nel tempo appare il risultato conseguito dal Comune di Roma, tenuto conto della eccezionale dimensione demografica ed economica della città, superiore a quella di intere Regioni». L’Urbe, infatti, in dieci anni è riuscita a racimolare appena 467 mila euro. Dopodiché, denunciano i giudici, l’attività di accertamento e riscossione si è bloccata del tutto. E nemmeno l’attuale primo cittadino è stato in grado di farsene carico tra una strimpellata e l’altra. «Il giudizio sull’Amministrazione Gualtieri è molto al di sotto della... insufficienza», spiega a Panorama Fabrizio Santori, capogruppo della Lega in Campidoglio. «Ci sono decine di aspetti della vita di tutti i giorni che il Comune non solo trascura ma che, con la sua inerzia, aggrava: dalla manutenzione stradale e scolastica a quella del verde, dalla raccolta rifiuti ai trasporti, alla pulizia urbana. Il disinteresse per il recupero dei tributi non versati», aggiunge l’esponente del Carroccio, «è la dimostrazione che siamo di fronte a preoccupanti fenomeni di improvvisazione. Vero è che il sindaco ha ereditato una situazione disastrosa dalla Raggi e da Marino, ma è altrettanto vero che ormai sono passati tre anni dalla sua elezione. Di quanto tempo ha ancora bisogno per iniziare a risolvere i problemi dei romani?».
È stato calcolato che, sul fronte del recupero delle imposte comunali, la Capitale è riuscita a fare peggio di comuni nemmeno lontanamente ad essa paragonabili per blasone, importanza e peso politico come Cernusco sul Naviglio, Cesena, Reggio Calabria e, addirittura, Asiago. Abissale è poi la distanza dai quasi 13 milioni di euro riottenuti da Milano oppure dai 10 milioni di Genova o dai 7,2 milioni di Torino. E questo nonostante il 14 ottobre 2022 sia stato rinnovato il protocollo di intesa tra l’Agenzia delle entrate, la Guardia di finanza, l’Associazione nazionale dei Comuni (Anci) e l’Istituto per la finanza e l’economia locale (Ifel) per ribadire l’impegno, ciascuno per il proprio ambito di competenza, a «fornire strumenti tecnici e a promuovere conoscenze in grado di favorire lo sviluppo qualitativo della partecipazione dei Comuni all’attività di recupero dell’evasione dei tributi statali».
E non è che non servano i soldi all’Amministrazione del capoluogo laziale. «Oggi quel che vediamo a Roma è una distesa infinita di cantieri che non si sa quando termineranno», rimarca Santori, «e che sono addirittura in numero inferiore a quelli che sarebbe stato necessario, per tempo, aprire per arrivare preparati all’appuntamento col Giubileo. Perché Gualtieri rinunci così a cuor leggero alle imposte resta un mistero». A pagare il prezzo dei (dis)servizi sono anzitutto i residenti ma anche i turisti, uno degli asset economici più importanti del territorio con oltre 21 milioni di arrivi nel 2023 per un totale di 35 milioni di pernottamenti (con un incremento del 9 per cento sui numeri, già giganteschi, del 2022). Alle prese tutti con strade sporche e maleodoranti, colonie di topi affamati, traffico impazzito e criminalità predatoria. La Grande Bruttezza.