Sportelli bancari sempre più rari: nel Bellunese un Comune su due è senza
Dove sono finiti gli istituti di credito del Bellunese? Sembra quasi impossibile, ma la metà della provincia di Belluno è priva di sportelli bancari.
Sul totale dei 60 Comuni di cui si compone, infatti, uno su due (31 comuni ndr) ne è sprovvisto e in otto è presente un solo sportello.
Banche e territorio
Un problema non da poco secondo Antonella Primizia, segretaria generale della First Cisl Belluno Treviso: «Abbiamo perso il 33% degli sportelli passando dai 161 del 2015 a 108 al 31 marzo 2024», afferma Antonella Primizia.
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«Le banche sono imprese che operano sul territorio e offrono servizi bancari, finanziari e assicurativi. Però la banca è anche un’azienda che deve fare business. La tutela sociale, secondo noi, non può essere contrapposta all’efficienza e alla redditività, quello che si presuppone faccia l’azienda. Le banche erogano credito a piccole imprese e famiglie per acquistare la casa e devono essere sicuri di vedere restituito quando dato. Questo è il presupposto per la tutela sociale del territorio».
Assenza di servizi
«È un cane che si morde la coda», dice Primizia. «Se tu togli servizi al tessuto sociale è un problema, perché ci sono vallate dove il cellulare non prende. Quindi, anche se il processo digital banking è inarrestabile, affinché possa avvenire correttamente in un tessuto come quello Bellunese, è necessario che le istituzioni a livello locale abbiano la volontà di cavalcare questi processi innovativi. Ad oggi siamo i fanalini di coda per utilizzo di strumenti digitali».
Sistema bancario vecchio
«La provincia di Belluno sta invecchiando, come il sistema bancario», prosegue Primizia. «Un tempo, gli under 35 all’interno della banca, erano circa il 40% dei dipendenti totali. Oggi, non arrivano nemmeno al 25% della popolazione bancaria, perché non c’è più un cambio».
«Le banche non assumono più: noi stiamo spingendo per fare esodi, quindi mandare le persone in pre-pensionamento, volendo fare il rapporto uno a uno. Ma facciamo fatica, perché vogliono ridurre il numero di assunti».
Educazione digitale
La popolazione, soprattutto anziana, preferisce non affrontare quello di cui ha paura. «Noi come Federazione dei bancari, insieme alla Federazione dei pensionati, abbiamo dato vita a degli incontri in cui spiegare che il sistema bancario non è proprio così cattivo, basta saperlo usare», dice la segretaria.
«La collaborazione con le istituzioni, però, deve passare da un periodo intermedio in cui prima di una eventuale chiusura dello sportello, vanno educate le persone all’utilizzo dei sistemi digitali. E questo lo dovrebbe fare lo Stato: prima di tutto mettendo infrastrutture, per poter portare avanti i processi di trasformazione».
Inversione del trend
Dal 2015 al 2023, il fenomeno della chiusura degli sportelli ha sempre registrato un trend al rialzo. Mentre ora siamo su una linea di appiattimento: il fatto che le banche di credito cooperativo e le popolari stiano prevedendo nel loro piano industriale ulteriori aperture nel Bellunese, incide sul processo: fino all’anno scorso si registravano dati negativi, ora c’è un appiattimento, forse in futuro il trend sarà in positivo».
Desertificazione
Nella classifica nazionale delle province, dalla meno desertificata a quella più desertificata, stilata tenendo conto degli ambiti di analisi su cui si sviluppa l’Osservatorio First Cisl (Comuni, popolazione, imprese e superficie), la provincia di Belluno si trova all’81esimo posto su 107 province italiane (ultima in Veneto ndr) per quanto riguarda la desertificazione bancaria assoluta.
«Soprattutto in zone non servite dalla banda», prosegue Primiza, «che quindi non danno la possibilità di accedere all’home banking, la desertificazione bancaria porta disagi. Bisognerebbe che le banche dialogassero con i Comuni e con la provincia per implementare o lavorare su certe tipologie di servizi e salvaguardare le piccole medie imprese, le famiglie e gli anziani».
Il ruolo del sindacato
«Noi come sindacato», conclude, «possiamo occuparci solo di contrattazione, quindi: se c’è volontà da parte delle istituzioni e da parte delle aziende bancarie, noi ci sediamo, contrattiamo e possibili soluzioni le troviamo».