Al Challenger di Manacor Matteo Gigante si arrende in finale al croato Duje Ajdukovic
Il croato Duje Ajdukovic, a 23 anni compiuti, non è mai riuscito a mostrare le stimmate del campione né a fare il famoso salto di qualità, ma ha la singolare caratteristica di esaltarsi contro i giocatori italiani (Maestrelli, Fonio, Travaglia e Dalla Valle tra le sue ultime vittime) e lo stesso Gigante ci aveva vinto con una certa fatica lo scorso gennaio al Challenger di Nonthaburi 3. Così per la finale del Challenger 75 sul cemento del campo centrale della ‘Rafa Nadal Academy’, il pronostico era tutt’altro che univoco anche se, a nostro modestissimo parere, in una gara di puro talento l’azzurro dovrebbe prevalere facile. Ma, come tutti ben sappiamo, nel tennis il talento è solo una delle componenti che sanciscono il successo di un giocatore, altrimenti Gigante sarebbe da tempo a recitare su ben altri palcoscenici assieme a Cobolli, Arnaldi e Darderi. La partita sembra comunque cominciare in discesa per il tennista romano cui nel primo set basta un break nel settimo gioco per mettere il match sui binari giusti. Più o meno stessa musica nel secondo parziale, ma con i due avversari che si sono scambiati gli spartiti. Infatti Gigante si prende una delle sue proverbiali pause mentre di pari passo il croato sale di colpi. E, una volta rimesso in parità il match, si affaccia alle curve finali con l’inerzia tutta dalla sua parte. Così nel terzo gioco strappa il servizio all’italiano, con un Gigante sempre più nervoso che fa volare la racchetta. Nel game successivo Matteo avrebbe l’occasione per l’immediato contro-break ma non riesce a sfruttare l’occasione. Gli va meglio nel sesto gioco quando alla quinta occasione utile rimette in parità il match. Un match che continua sul piano di un equilibrio alquanto instabile perché i servizi di entrambi sono piuttosto traballanti, a testimoniare di una partita tutt’altro che entusiasmante. Capita così che la fragile diga eretta dall’azzurro crolli nel nono game quando subisce il terzo break della partita e questa volta lo spazio per il recupero è pochissimo. Ajdukovic arriva presto a match point ma il suo diritto in rete aiuta Gigante che però concede una seconda chance all’avversario il quale questa volta mette in rete un facile rovescio. La terza occasione è quella buona per il 4-6 6-3 6-4 finale. Per Ajdukovic è il terzo titolo in carriera, dopo quelli di Luedenscheid e Kobe (entrambi nel 2023), che gli permette di limare il proprio best alla posizione n.105, secondo croato in classifica dopo Coric. Ancora una volta a bocca asciutta Gigante che rimane al n.152 ATP, una posizione che non rende ovviamente merito al suo talento. A 22 anni e sei mesi non è tardi per il salto di qualità, anche se le occasioni sprecate cominciano a diventare tante. Ma, come ben sappiamo, ogni ragazzo ha il proprio percorso, ed evidentemente quello di Matteo è solo un po’ più tortuoso di quello di altri. Per quanto possa contare il nostro parere, noi siamo ottimisti perché non possiamo dimenticare, la prima volta che lo vedemmo dal vivo, il suono della pallina che usciva dal suo piatto corde quando colpiva di rovescio.
Sul lago di Como, il Challenger 75 è andato al giovanissimo francese Gabriel Debru che in finale ha avuto la meglio sul quasi altrettanto giovane peruviano (due anni in più) Ignacio Buse che si è dovuto arrendere col punteggio di 6-1 2-6 6-3, al termine di una partita molto più combattuta di quanto non dicano i parziali dei set, numericamente molto netti. Per il francesino di Grenoble è la seconda vittoria Challenger, dopo quella di Troyes in luglio, che lo proietta al nuovo best alla posizione n.272, subito dietro il nostro Samuel Vincent Ruggeri.Che ci fosse stoffa nel fisico longilineo (195 cm) del ragazzo lo confermano i suoi trascorsi da juniores (campione a Parigi nel 2022) e soprattutto il fatto che dallo scorso mese di febbraio sia stato accolto nell’Accademia di coach Riccardo Piatti che è solito vagliare con molta cura i ragazzi che si prende in casa. C’è poi una caratteristica molto singolare che abbiamo notato con una certa sorpresa: il ragazzo dal suo esordio professionistico nel 2021, a soli 16 anni, non ha mai avuto un record negativo a fine anno, totalizzando nel complesso quasi il 60% di vittorie. Non è cosa che accada spesso.