Addio a Pietro Commessatti, medico coraggioso e luminare dell’ortopedia udinese
UDINE. Il mondo della medicina regionale e nazionale ha perso uno dei suoi pilastri, un luminare dell’ortopedia italiana: all’ospedale di Udine, lo stesso dove aveva lavorato per quattro decenni, si è spento mercoledì 4 settembre serenamente, all’età di 93 anni, Pietro Commessatti, che nella struttura aveva iniziato la propria carriera nel 1958 per proseguirla fino al’98, nel ruolo di primario.
Lo era diventato, a soli 37 anni, uno dei più giovani in Italia, a Palmanova, in quell’ospedale nato con lui e nel quale prestò servizio fino al 1980.
Fu proprio nella città fortezza che lo colse l’Orcolat, il terremoto del 6 maggio del 1976: «In una sola notte – aveva rievocato in un’intervista rilasciata, anni addietro, al Messaggero Veneto – ci furono 260 ricoveri. Rimasi nella struttura per venti giorni di fila, senza tornare a casa».
Uomo brillante e carismatico, Commessatti è stato un medico coraggioso, che della professione ha fatto, sin dagli inizi, una missione: pioniere dei trapianti e delle protesi all’anca e al ginocchio, ha rappresentato anche un fermo punto di riferimento per le realtà sportive, a cominciare dall’Udinese.
Alle sue abili mani, per citare solo un caso illustre, si è affidato Zico; lo stesso hanno fatto altri campioni, tra cui il motociclista Edi Orioli.
Figura conosciuta, per le proprie capacità e intuizioni, su scala internazionale, Pietro Commessatti incarna la storia di mezzo secolo di chirurgia ortopedica in Friuli. Laureatosi all’Università di Modena, aveva conseguito la specializzazione a Padova.
Dal 1961 trascorse tre anni a Firenze, all’Ortopedico Toscano del professor Scaglietti, per essere poi richiamato a Udine dall’allora direttore sanitario Zanuttini e dal primario, il professor Gherlinzoni, del quale fu promosso aiuto. Fu il principio di una brillante carriera.
Nel 1980, con il passaggio di Commessatti, da primario, al Gervasutta, iniziò la grande stagione dell’istituto di riabilitazione, durata fino al 1996. Insieme al suo aiuto, Carlo Callea, Pietro Commessatti introdusse l’uso delle protesi senza cemento, bensì “avvitate”, prodotte dalla Lualdi di Anduins, all’avanguardia nel settore.
Fu l’esito di una continua, infaticabile formazione, passata per Leeds, in Inghilterra, la Svizzera, gli Stati Uniti.
Insieme ad altri 12 ortopedici Commessatti ha fondato, a Milano, l’Aoi (Associazione di osteosintesi italiana), ma è stato pure presidente, per vent’anni, della sezione italiana degli ortopedici dell’Alpe Adria e consulente dell’ospedale militare.
Si è specializzato in medicina sportiva, a Chieti, sotto la guida del professor Vecchiet, il medico della nazionale di Bearzot. E al tempo di Zico, appunto, ha seguito l’Udinese per 11 anni, tanto da essere “salutato” nei suoi articoli su Repubblica da Gianni Brera, di cui era diventato amico, insieme a Giannola Nonino.
In pensione dal 1998, nello stesso anno il dottore era divenuto protagonista anche della scena politica, accettando la candidatura a sindaco di Udine e arrivando al ballottaggio con Sergio Cecotti.
È stato a lungo vicepresidente della Fondazione Crup (ora Friuli), ha fatto parte del Cda dell’Istituto Geriatrico La Quiete e della Fondazione Morpurgo Hofmann.
Uomo d’azione – la sua adolescenza scivolò in tempi di guerra, tra vicende partigiane e fasciste: amava ricordare, in particolare, gli impavidi spostamenti per raggiungere in bici e in tram le medie e il Marinelli a Udine –, Commessatti è sempre stato guidato da onestà, intraprendenza, a volte temerarietà: con il suo talento professionale è riuscito a risolvere un’infinità di difficili situazioni ortopediche.
Il dottore lascia la moglie Margherita, architetto, due figli, Elena, scrittrice e giornalista, e Matteo, ortopedico a Bologna, e le nipoti Gemma e Martina.
«Ha vissuto con generosità e con la capacità, fino all’ultimo – testimoniano i familiari –, di trasmettere amore per la vita, positività, la sua consueta allegria, nonostante l’età avanzata e le sofferenze fisiche». Ancora non è stata fissata la data dei funerali.