Colbey Ross, al giocatore americano la cabina di regia della Pallacanestro Trieste: «Sono qui per Arcieri e perché è una città appassionata»
TRIESTE Mvp del campionato due anni fa, quando con la maglia dell'Openjobmetis guidò la Varese di Mike Arcieri a una strepitosa stagione, Colbey Ross arriva a Trieste per confermarsi tra i giocatori più importanti del nostro campionato. Play-maker di raffinate letture, Ross unisce a una tecnica di base eccellente il carattere di un vincente.
Ha iniziato questo precampionato con il freno a mano tirato, alla ricerca di una condizione atletica che si è pian piano perfezionata giocando. Nelle amichevoli contro Cremona e Treviso ha fatto fatica, nel torneo di Jesolo ha giocato una grande partita contro la Reyer Venezia prendendo per mano i compagni e trascinando la sua squadra a un passo dalla vittoria. Grinta e personalità sono il marchio di fabbrica di un giocatore che sarà uno dei leader a disposizione di coach Jamion Christian in una stagione che si preannuncia decisamente interessante.
Le aspettative attorno a questa nuova Trieste non mancano, Colbey Ross conferma in questa intervista le impressioni di una squadra che può costruire un percorso importante regalando ai tifosi grandi soddisfazioni. Ross ci parli di lei.
Perchè ha scelto il basket, quale bilancio traccia fino a oggi della sua carriera e quali sono le sue aspettative per il futuro?
«Questo è il mio quarto anno da professionista, e la mia terza esperienza in Italia dopo Varese e Tortona. Mi sono innamorato del basket subito, da quando avevo tre o quattro anni e mia mamma attaccò un canestrino per me e mio fratello nello scantinato non ho mai smesso di giocare. La mia carriera per ora è stata molto buona, continuo a crescere, imparare e migliorare come persona e come giocatore; mi godo la vita e il mio lavoro di cestista che continua a divertirmi ogni anno. Per quanto riguarda le mie aspettative prendo tutto un giorno alla volta, provo a migliorarmi e a vincere in qualunque squadra mi trovi»
E' alla terza tappa italiana. Cosa l'ha convinta a venire a giocare a Trieste e quali sono i suoi obiettivi personali nella stagione?
«Ho scelto Trieste perché so che è una grande città di basket con tifosi appassionati, e una bellissima città con tantissime opportunità e attrazioni. La ragione principale però è il GM Michael Arcieri, che conosco dai tempi di Varese: quella esperienza è stata ottima per me, condivido la sua visione per quanto riguarda la società e anche per me come giocatore. Quando mi ha chiamato non ho avuto dubbi, ho subito accettato. Il mio obiettivo è sempre migliorare di giorno in giorno, certamente abbiamo delle ambizioni di squadra ma l'unico modo per raggiungerle è lavorando duro un passo alla volta».
Come procede l'ambientamento? Nella squadra ma anche in città e nella vita di tutti i giorni?
«Mi sto ambientando davvero bene: i ragazzi confermati mi hanno aiutato molto sia in campo che fuori, per qualunque domanda sono sempre a disposizione. Vivo in centro, ho tutto quello di cui ho bisogno a portata di mano e la location è fantastica. Sono qui da due o tre settimane ormai e mi sono trovato subito a mio agio con le persone e con il ritmo della vita a Trieste in generale».
Dopo tre settimane di preparazione cosa pensa della squadra? Quali sono i punti di forza e quali sono le cose da migliorare?
«Penso che siamo un'ottima squadra, ci amalgamiamo bene in campo e dobbiamo solo affinare l'intesa in modo che ognuno sia nelle condizioni migliori. Abbiamo tanti giocatori di talento che sanno tirare e creare gioco dal palleggio, è solo questione di trovare la formula giusta per avere successo e penso che stiamo andando nella direzione giusta. I miei punti di forza sono la comprensione del gioco, le letture e la velocità, che mi permettono di tenere un ritmo alto e coinvolgere tutti; sono efficace quando gioco il pick'n'roll sia con le conclusioni personali che passando ai compagni liberi. C'è sempre spazio per migliorare lavorando sui dettagli, e ovviamente anche in difesa e nella leadership c'è sempre del margine per fare passi avanti».
Le amichevoli del precampionato hanno mostrato un crescendo nelle tre partite contro Cremona, Treviso e Venezia. Poi nel match contro Reggio Emilia un deciso passo indietro. Come lo spiega?
«Abbiamo affrontato delle squadre di grande talento, sono soddisfatto della nostra preseason finora. Abbiamo dimostrato cosa possiamo fare, ma non siamo ancora al livello che vogliamo raggiungere: dobbiamo lavorare su alcuni dettagli e conoscerci sempre meglio, ci vuole pazienza. Le amichevoli sono importanti per provare quintetti e situazioni in campo, penso che per ora abbiamo fatto un buon lavoro».
E' ormai un veterano del campionato italiano. Vista la sua esperienza come giudica il potenziale di questa Trieste e quali pensa possano essere gli obiettivi nella stagione?
«A mio parere abbiamo un grande potenziale, Michael è riuscito a riunire giocatori di talento e un bravo allenatore come Jamion; dobbiamo riporre la nostra fiducia in loro e mettere da parte ogni egoismo in favore della squadra. Non mi sento di dire che vinceremo coppe o scudetti, ma so che siamo una squadra di talento alla quale piace giocare insieme e lavorare sodo, quindi sono certo che potremo avere successo».
Vista la composizione dei roster, come vede il campionato italiano in generale e quale pensa possano essere le sorprese positive di questa stagione?
«Penso che il livello in questa Serie A sia altissimo; questo sarà il mio terzo anno in LBA e vedo più talento che mai. Ogni partita sarà una battaglia, le squadre di vertice non potranno prendere nessuno sottogamba e ci sarà da divertirsi. Non so chi possa essere la sorpresa: in cima ci sono sempre le solite squadre ma le cose potrebbero cambiare, quindi noi di Trieste proveremo a sorprendere tutti». —