Delitto Ceschin: al processo è saltata la prova del pizzino
Poche righe scritte in un foglietto di carta che avrebbe dovuto essere recapitato a Enzo Lorenzon, ritenuto il mandante dell’omicidio di Margherita Ceschin, avvenuto a Conegliano il 23 giugno dell'anno scorso.
Parole che rappresentavano, secondo l’accusa, il collegamento diretto dell’ex compagno dell’anziana, Lorenzon, con le altre persone accusate dell’omicidio, ma soprattutto il suo ruolo di mandante, in cambio del pagamento di ingenti somme di denaro.
Un “pizzino”, come è stato definito, che doveva essere una prova chiave nel processo a carico degli imputati ma che ora, per il momento, è stato stralciato dagli atti del procedimento. A ottenere la cancellazione della prova sono stati gli avvocati della difesa Mauro Serpico e Fabio Crea.
Incidente probatorio annullato
Oggi si sarebbe dovuto tenere l’incidente probatorio per cristallizzare natura, contenuti e quindi valore del “pizzino”, ma la difesa ha ottenuto l’annullamento della prova sollevando una serie di eccezioni in merito alla tempistica della sua acquisizione. La prova è stata acquisita mesi dopo il sequestro del messaggio, quando la fase processuale si era già evoluta, impedendo così l'ammissione del “pizzino”.
«Un punto per la difesa», hanno sottolineato Crea e Serpico, aggiungendo che, nel caso si volesse nuovamente acquisire la prova e verificarne la natura, si dovrà istruire una nuova procedura. Questa potrebbe però scontrarsi con i tempi di carcerazione di uno degli elementi chiave legati al “pizzino”, ovvero un ex compagno di cella di Sergio Lorenzo, uno degli autori materiali dell’omicidio.
Il contenuto del pizzino
Nel messaggio, scritto da Sergio Lorenzo (considerato uno degli autori materiali dell’omicidio), che doveva essere recapitato a Enzo Lorenzon, il 38enne avrebbe scritto frasi compromettenti che la Procura considera una confessione. In alcuni passaggi, Sergio Lorenzo si dichiarava "fedele" a Lorenzon e si aspettava che fosse lui a pagargli la parcella dell’avvocato difensore. Il messaggio conteneva anche l'ammissione che il fratello Joel avrebbe fatto il palo la sera del 23 giugno, mentre presumibilmente Sergio Lorenzo e Luis Mateo Garcia penetravano nella casa della 72enne.
La caccia a Joel Lorenzo
Nell’indagine resta ancora aperta la caccia a Joel Lorenzo, l'uomo che la notte dell’omicidio avrebbe fatto da “palo” a Garcia e Sergio Lorenzo. Attualmente, Joel Lorenzo è ricercato e si troverebbe a Santo Domingo, il suo paese d’origine, dove si sarebbe rifugiato subito dopo l’omicidio. Nonostante gli inquirenti abbiano individuato la sua posizione con certezza, l’arresto si presenta complicato.