Cade in un tombino scoperchiato: a processo funzionario del Comune di Venezia
Stava camminando in via don Filippo Tosatto, quando - sceso dal marciapiede per la presenza dei cassonetti dei rifiuti - ha messo il piede a terra e si è trovato letteralmente a sprofondare dentro un tombino sulla strada, scoperchiato.
Un vero e proprio buco, che gli ha provocato fratture e scorticature alle gambe, con oltre 80 giorni tra malattia e inabilità.
Nei giorni scorsi, la Procura ha deciso il rinvio a giudizio con rito immediato davanti al Giudice di Pace - prima udienza il 22 aprile - di un responsabile della Manutenzione Viabilità Terraferma presso il Settore Lavori Pubblici del Comune di Venezia.
Dovrà difendersi dall’accusa di lesioni colpose per quel «tombino che si trovava sulla strada scoperchiato e privo di qualsivoglia segnalazione di pericolo».
Vittima dell’incidente un venticinquenne di Mestre che «senza potersene accorgere, e in questo senso consiste l’insidia», commentano gli avvocati Augusto Palese e Davide Vianello Viganò, «cadeva in un tombino scoperchiato con la gamba destra, e nel contempo torcendo e sbattendo la gamba sinistra (e il ginocchio) al suolo e sul bordo del tombino, con conseguenti lesioni di rilievo.
Il tombino in questione era infatti privo di protezione, mancando peraltro qualsiasi segnalazione onde evitare spiacevoli inconvenienti di tal fatta».
Nel proprio decreto di citazione a giudizio, la Procura ha precisato il contegno contestato al funzionario responsabile del Comune di Venezia in questi termini: «per colpa consistita in negligenza, imprudenza ed imperizia, e comunque non adottando le misure prescritte dall’art. 14 d.lgs. 285/1992 necessarie a tutelare l’integrità fisica dei pedoni, omettendo altresì di far segnalare la presenza di un tombino scoperchiato». —