Incendio all’hotel Alexander di Abano: i dubbi sull’allarme
Una corsa contro il tempo per riuscire a salvare almeno le presenze durante il periodo di Natale e di Capodanno.
La direzione dell’Hotel Alexander Palace, in via Martiri d’Ungheria, ad Abano Terme, ha voglia di ripartire dopo l’incendio della notte tra sabato e domenica che ha messo fuori uso l’albergo e costretto all’evacuazione dei 273 clienti alloggiati nella struttura. Intanto è stata aperta un’inchiesta dal pubblico ministero padovano Roberto D’Angelo.
L’ipotesi di reato è l’incendio colposo perché sulle cause accidentali delle fiamme non ci sono dubbi. Spetterà ai vigili del fuoco svolgere tutti gli accertamenti, anche con il supporto dei carabinieri. E trasmettere in procura il rapporto che dovrà ricostruire l’accaduto: del resto il comando padovano è attrezzato di supertecnici che pare abbiano già un’idea della dinamica. Non a caso il magistrato ha provveduto al sequestro limitandolo al locale dove si trova il quadro elettrico dell’albergo, nel secondo piano dell’edificio.
Sequestro
Anche ieri sono giunti per sopralluoghi i carabinieri e i vigili del fuoco che, già domenica, avevano sequestrato il vano al secondo piano dell’hotel.
Il focolaio sarebbe stato provocato da un cortocircuito che ha generato il fumo propagatosi in tutto l’albergo. «Il sequestro è un atto dovuto in simili casi», spiega il direttore dell’Alexander, Antonio Montagna, «Vigili del fuoco, carabinieri e Procura hanno posto sotto sequestro solo quella stanza, mentre il resto dell’hotel non ha avuto la stessa misura.
Quello che noi faremo in questi giorni è chiedere l’immediato dissequestro dell’ufficio per avviare le operazioni di ristrutturazione». Resta da chiarire – sempre secondo gli investigatori – se e quando abbia suonato l’allarme. Alcuni clienti sostengono di averlo sentito in maniera lieve, altri dicono che non sarebbe scattato affatto. Il direttore Montagna, invece, asserisce che tutto è funzionato secondo le normative di legge e che quindi ha squillato regolarmente. C’è poi la questione legata alle 70 delle 200 porte che i pompieri hanno dovuto forzare per mettere in salvo i clienti.
Obiettivo Natale
Montagna non vuole perdere tempo: ha la necessità di salvare il finale del 2024. Ha già danni per 1,4 milioni di euro.
«Siamo in alta stagione per chi come noi lavora con congressi, convegni e convention, come quella dello scorso fine settimana promossa dalla congregazione di meditazione e yoga Self Realization Fellowship» spiega ancora Montagna, «Nei prossimi due fine settimana, dal venerdì alla domenica, avevamo in programma altri due importantissimi congressi, con l’hotel che sarebbe stato pieno e tutto esaurito per quelle tre notti, per un totale di almeno 700 presenze a convegno.
Dobbiamo assolutamente cercare di accelerare la rimessa in sesto dell’albergo che risulta di fatto lesionato in maniera pesante solo dal secondo piano, dove è scaturito il cortocircuito, in su. Vogliamo cercare di riaprire almeno a Natale. Per Capodanno abbiamo già registrato il tutto esaurito».
Conta dei danni
La conta dei danni è destinata a salire perché non ci sono solo quelli materiali, ma anche i mancati introiti. «Di certo c’è il milione di euro per rimettere in sesto l’albergo e per farlo ripartire. In questo caso confidiamo che l’assicurazione possa corrispondere il danno. C’è poi il versante dei mancati guadagni. Da qui a fine anno abbiamo certamente una perdita stimabile in 400 mila euro, soldi che non potranno entrare in cassa con i convegni e le varie prenotazioni che abbiamo già preso e che avremmo in previsione di acquisire» precisa il direttore.
La solidarietà
Ciò che è emerso, secondo il direttore dell’Alexander, è una grande solidarietà generale. Quella tra albergatori in primis. «Siamo riusciti, grazie alla collaborazione di almeno cinque hotel, a smistare i 91 clienti che avevano bisogno di una stanza dove andare a dormire. Ci siamo da subito attivati per arrivare all’obiettivo». Non è mancato il grande cuore da parte del personale: «Abbiamo 35 dipendenti e tutti coloro che erano in servizio, e non solo, hanno contribuito a gestire l’emergenza, dando assistenza agli ospiti evacuati».