Il presidente Gialuz guarda già al 2025: «Barcolana ancora più large: regionale e di qualità»
Guarda già al futuro il presidente della Svgb Mitja Gialuz: a una Barcolana 2025 «ancora più large, che coinvolgerà la regione dal mare alla montagna, all’insegna della qualità». E poi, la novità già all’orizzonte: la “Barcolana special edition” in marzo con la nave scuola Vespucci.
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Com’è il ritorno alla vita “normale” dopo settimane di full immersion?
«Questo lunedì mattina ho partecipato al convegno della Lega Navale, col ministro Abodi, su direttiva Bolkestein e concessioni demaniali, quindi un tema in continuità con la Barcolana: da giurista penso che il legislatore debba chiarire che alle associazioni sportive dilettantistiche non si applica la direttiva».
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Nel 2023 “la prima vera Barcolana del dopo-pandemia”: quella del 2024 come la definirebbe?
«La Barcolana dell’espansione, a livello geografico, tematico e delle iniziative. Grazie alla sinergia con tante associazioni, la manifestazione è uscita da Trieste, sviluppandosi in tutta la regione, fino a Lignano e Grado. Abbiamo proposto più di 300 appuntamenti che hanno riguardato non solo il mondo della vela ma anche altri sport e poi iniziative di approfondimento, di confronto, di divulgazione».
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La partecipazione agli eventi collaterali, dal Sea Summit al concerto dei Subsonica, dai Sup al nuoto, è stata in linea con le aspettative?
«È andata ben oltre. Solo nella prima settimana abbiamo avuto più di mille atleti in mare, un coinvolgimento straordinario per il concerto e l’entusiasmo di migliaia di studenti al Barcolana Sea Summit».
Ha avuto ancora più rilievo la dimensione sociale, con temi come parità di genere, inclusione e sostenibilità: con che risultati?
«Siamo riusciti ad attirare l’attenzione su questi temi, che per noi sono di importanza prioritaria. Il parasailing, i velisti diversamente abili sulla stessa linea di partenza degli altri, la presenza di Marco Cavallo in piazza, la valorizzazione del ruolo delle donne nella vela. È stata davvero la Barcolana di tutti».
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Tornando allo sport, si aspettava un bis della famiglia Benussi?
«Sì, Arca era la favorita. A bordo i migliori tattici e conoscitori del golfo di Trieste: Gabriele Benussi, Lorenzo Bressani, e poi, ovviamente, Furio al timone, stimolato dall’energia della figlia Marta».
Come nel 2023 tantissime presenze in hotel, ristoranti e tra gli stand del Villaggio: si consolida l’indotto?
«Più che consolidarsi cresce ancora: in attesa dei numeri definitivi, le stime ci indicano un ulteriore aumento della partecipazione rispetto al 2023, nonostante le difficoltà legate allo sciopero dei treni e alla mancanza di parcheggi in città, che è un tema delicato».
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Gli effetti collaterali di una festa che dura dieci giorni sono innegabili: confusione, sovraffollamento, caos. Si può migliorare?
«Sì, intendiamo lavorare da subito per rendere la Barcolana più sostenibile in vista del 2025 a cominciare da mobilità, parcheggi, impatto della musica che è una componente importante, ma in certi momenti è risultata eccessiva».
Aveva promesso una 56esima edizione “large”: per il 2025 si punta a una Barcolana “extralarge”?
«Diciamo che sarà ancora più large e, soprattutto, ancora più di qualità. Ringrazio Regione, Comune, Generali e tutti gli sponsor; ora c’è da capire come si possa supportare ulteriormente la manifestazione. Serve uno sforzo collettivo per un investimento che porti un beneficio ancora più significativo all’indotto. L’idea è di estenderci anche in Porto vecchio, nell’area del bacino zero, sul Carso, nell’Isontino nell’anno di Gorizia-Nova Gorica Capitale della cultura. E coinvolgeremo ancora di più il resto della regione, dal mare alla montagna».
E la “special edition” per la conclusione del tour mondiale del Vespucci?
«Si terrà l’1 e il 2 marzo e sarà un’occasione straordinaria. Siamo onorati di poter collaborare con Difesa Servizi, Marina Militare e Rai per questo evento sul quale stiamo già lavorando. Il programma lo presenteremo più avanti, ma posso anticipare che ci sarà un grande coinvolgimento dei circoli velici e dei giovani».
E il futuro di Mitja Gialuz? Questa era l’ 11esima Barcolana da organizzatore…
«Credo non sia giusto parlare di me. Voglio ringraziare una squadra di quasi mille persone che ha concorso a vario titolo all’organizzazione. Nei giorni scorsi in tanti che arrivavano dall’America’s Cup a Barcellona ci hanno detto che la partecipazione e il calore del pubblico per la Barcolana erano decisamente maggiori. Se è diventata quello che è oggi, è grazie alla capacità di lavorare assieme tra pubblico e privato. Oggi c’è un equipaggio formidabile che lavora benissimo e che prescinde dal sottoscritto».
Ma un suo futuro in politica, magari in vista del 2027, è davvero da escludere?
«Parliamo di Barcolana. Sono onorato di essere parte di questa straordinaria comunità e di impegnarmi per un evento che è di tutti». —
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