A Belluno tribunale a rischio, tra carenze di personale e incertezze
Precarietà e resistenza umana. Nei due piatti della bilancia della giustizia bellunese, da una parte le grandi difficoltà di organico che rischiano di mettere in pericolo anche i servizi essenziali, dall’altra la volontà di tenere aperto il palazzone bianco di via Segato, al ministro Carlo Nordio piacendo. Non mancano tanto i magistrati. quanto gli impiegati amministrativi e, lungo i corridoi marmorei, si vedono avvocati pensierosi, per non dire impoveriti. Roberta Gallego è il sostituto procuratore facente funzioni, dopo il pensionamento del titolare Paolo Luca.
[[ge:gnn:corrierealpi:14735958]]
Pochi i dipendenti e tutti indaffaratissimi. È ancora sostenibile la scopertura del personale amministrativo (13 su 26)?
«Sicuramente c’è una scopertura del 50 per cento per il personale amministrativo. Indaffaratissimi o no, sono tutti in estrema difficoltà. Ovviamente è una scopertura sempre meno sostenibile».
Perché non è appetibile la sede di Belluno? È un problema di carriera? Di vie di comunicazione? Di affitti degli alloggi? Di clima?
«Senz’altro incidono le vie di comunicazione, che effettivamente non sono performanti. C’è un problema di affitto, perché le case in locazione sono veramente poche. Forse c’è anche un fatto di latitudine, almeno per le persone che non sono abituate ai nostri inverni».
Vuoti il posto di presidente e di procuratore della Repubblica. Che tempi si prospettano per i nuovi arrivi?
«Non ne ho la più pallida idea. Nessuno ci dice niente e nessuno riesce a fare proiezioni su quando verranno coperti i posti di presidente del Tribunale e procuratore della Repubblica».
Fondati i nomi che circolano? Ad esempio, De Bortoli come sostituto del procuratore Luca e Di Francesco e per la sostituzione della dottoressa Coniglio?
«I nomi che girano sono ovviamente fondati, per il semplice fatto che hanno presentato la domanda. Bisognerà vedere come si svilupperanno le scelte del Consiglio superiore della magistratura».
Drammatica la situazione del giudice di pace, con una sola funzionaria al lavoro. Si resiste o c'è il rischio concreto di chiudere l'ufficio?
«Drammatica, è vero. Non so che tipo di scelte potrà fare il presidente facente funzioni Umberto Giacomelli, a breve scadenza, per cercare di tamponare un po’ la solitudine dell’unica funzionaria operativa. Bisognerebbe chiederlo direttamente a lui».
Lo stato di agitazione degli avvocati e della Camera penale ha portato qualche risultato?
«Sicuramente ha avuto la conseguenza positiva di accendere un faro su queste problematiche anche per la politica locale o quella nazionale. Vedremo se questo avrà una ricaduta concreta oppure no»
Una possibile soluzione è la mobilità da altri enti? È possibile? A chi spetta decidere? E ne esiste la volontà da parte del ministro Nordio?
«La mobilità intercompartimentale è una soluzione, perché consentirebbe a persone di Belluno o da tempo residenti in città, che non vogliono muoversi da qui, di fare un’esperienza in un ente pubblico diverso da quello di appartenenza».
Ha un futuro il palazzo di giustizia di Belluno o bisognerà prepararsi al trasloco a Treviso?
«Il futuro del palazzo di giustizia è un’altra incognita, sulla quale, in questo momento, nessuno può dire qualcosa di concreto o di agganciato a elementi fattuali. Tutti fanno ipotesi e congetture».