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Октябрь
2024

Nel centro di Udine 100 negozi in meno in dieci anni: l’ultima chiusura è quella di Ciani Pelliccerie

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L’emorragia pare non volersi arrestare. Nel centro storico le serrande abbassate continuano a spuntare mese dopo mese. E purtroppo quasi mai vengono sostituite. Gli ultimi casi colpiscono il salotto buono della città: via Cavour, via Mercatovecchio, piazza San Giacomo, solo per citarne tre. Si tratta di Vattolo, che ha scelto di lasciare il piano terra di palazzo D’Aronco per le difficoltà logistiche nel gestire un punto vendita in piena area pedonale. Poi c’è Falco, negozio di calzature di via Mercatovecchio, costretto a chiudere sotto il peso della pedonalizzazione: «Da quando nella via non passa più il bus gli affari si sono dimezzati», è la denuncia del titolare Federico Lando. Infine c’è il panificio-pasticceria Il Bon Bon di piazza San Giacomo, che ha lasciato lo spazio sotto i portici poche settimane fa.

Arte e numeri

Ma passeggiando lungo le strade del centro non è difficile incontrare attività cessate. Ne ha censite 140 la “green street artist” lombardo-veneta Freak of Nature, che nel mese di luglio ha marchiato le vetrine sfitte con un numero e con una pennellata verde. Una denuncia visuale che a distanza di qualche mese è ancora ben impressa sugli spazi commerciali abbandonati. Una tendenza certificata pure da Confcommercio, che dal 2012 al giungo del 2023 ha portato alla luce una chiusura del 20% dei punti vendita del centro, passati dai 564 di un decennio fa alle 448 imprese attuali. La diminuzione è stata più lenta, del 15%, nell’area periferica cittadina.

Il caso di piazza Libertà

Nemmeno la centralissima piazza Libertà è esente da chiusure di negozi e locali. Dopo il caso più eclatante del Caffè Contarena (il nuovo bando sarà pubblicato a breve), questa volta, a dover salutare uno dei luoghi da cartolina di Udine, è Ciani Pelliccerie. Un marchio presente in quel luogo da trent’anni. È già cominciata la liquidazione per il trasferimento dell’attività, che andrà avanti fino a marzo 2025. A spiegarne le ragioni è la titolare, Monica Scrosoppi Ciani: «La nostra sede storica è a Martignacco, in via Spilimbergo, ma trent’anni fa abbiamo voluto aprire un punto vendita nel centro della città. Ma la proprietà dell’immobile ci ha comunicato di voler ristrutturare gli spazi interni, e quindi siamo costretti a lasciare. Con dispiacere, qui c’è una parte importante della mia vita, sia da un punto di vista professionale, sia personale».

La famiglia Ciani è alla ricerca di un altro luogo per trasferire l’attività, possibilmente sempre in centro. «Negli anni la piazza di Udine è cambiata, purtroppo in peggio – ha aggiunto a malincuore –. Un tempo Udine aveva tantissimi turisti austriaci, sloveni e croati, che oggi non si vedono più. La colpa non è solo della città, ma dell’economia in generale, visto che ormai si trova tutto un po’ ovunque. Il centro, e non sono solo io a dirlo – ha concluso – appare sempre più sottotono».

I cambi

Le chiusure non coinvolgono solo i negozi, ma anche i bar e i ristoranti. In viale Volontari della Libertà, ad esempio, lo storico gestore della pizzeria Al Rugantino, Antonio Chiarelli ha lasciato il posto a Marian Neamtu. Nessuno, invece, ha continuato l’esperienza del bar Ai Bagni di piazza XXVI Luglio, che ha terminato la sua attività e il suo presidio di quartiere con il pensionamento di Armando Zimbardo. Come dimostrano le esperienze (negative) dei bar Savio e Zecchini di piazza XX Settembre, se per spegnere un’insegna basta poco, per poterla riaccendere, spesso, non sono sufficienti buona volontà e voglia di fare.




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