Estorsione alle figlie ereditiere di un imprenditore, arrestato osteopata trevigiano
«Vostro padre è stato vittima di un raggiro milionario, ecco chi gli ha sottratto i soldi, ho le registrazioni con le prove. Se le volete, datemi 180 mila euro». Nell'ambito di un'indagine della Guardia di finanza e della Procura di Prato è stato arrestato un osteopata di Treviso per il reato di estorsione. L’uomo ha preteso da due sorelle - figlie di un noto imprenditore italiano tessile proprietario di un ingente patrimonio immobiliare e mobiliare (23 immobili dal valore di circa quattro milioni di euro e ulteriori risparmi/titoli per circa 750 mila euro), deceduto il 3 gennaio scorso - la somma di 180.000 euro, per consegnare registrazioni (audio e video) di alcuni colloqui effettuati durante i trattamenti fisioterapici dai quali emergeva che il padre era stato impossibilitato a prendere qualunque decisione ed era succube di una persona che ha sottratto gran parte delle sue ricchezze.
Il procedimento ha avuto origine da una denuncia querela sporta dalle due figlie. Nel 2022, a seguito della lettura da parte delle due sorelle di alcuni documenti riguardanti la causa di separazione dei propri genitori, hanno appurato che il padre era affetto da diverse patologie (un tumore alla prostata ed era stato colpito da ischemia celebrale) e che aveva rappresentato di non voler avere alcun rapporto con le figlie, le quali venivano, tuttavia, nominate eredi universali, mentre veniva disposto un legato, consistente nella somma di venti mila euro e in un'autovettura, a una terza persona.
A seguito della documentazione ricevuta dall'Agenzia delle entrate di Prato, le figlie scoprivano che dal 2020 al 2023 il padre aveva venduto quasi tutti gli immobili (a prezzi irrisori) ed effettuato una donazione di denaro di cento mila euro a detto soggetto. In aggiunta, le stesse verificavano l'esistenza di ulteriori anomalie, quali: - lo svuotamento del conto corrente, che, nel 2020, aveva un saldo di 310 mila euro, mentre all'atto dell'apertura della successione, era in negativo di ottomila euro; l'emissione, nell'arco temporale compreso tra il 2021 e il 2023, di assegni per oltre 300.000 euro; pagamenti con carte di credito per circa 130 mila euro nel corso del 2022-2023 e la mancanza di oggetti in oro e di un Rolex del genitore. Tali condotte apparivano incompatibili con le precarie condizioni di salute del padre e con il suo tenore di vita, tant'è che da una perizia effettuata su incarico del tribunale di Prato l'imprenditore era risultato poco lucido e con molte difficoltà a deambulare. In tale contesto, si evidenzia che l'imprenditore deceduto, nel 2022 e nel 2023, aveva soggiornato presso un Hotel di Montegrotto Terme (PD), ove aveva conosciuto l'osteopata che lo aveva in cura, il quale, ad agosto 2024, contattava le due sorelle tramite Instagram, asserendo di essere a conoscenza di vicende riguardanti il padre e, in particolare, del fatto che lo stesso era succube di una persona (che si era appropriata delle proprie disponibilità), che non poteva fare nulla (come telefonare alle figlie), in quanto privato del telefono, del portafogli, e che era impossibilitato a prendere qualunque decisione in autonomia.
L'osteopata asseriva di avere molte registrazioni (sia video che audio) effettuate durante i trattamenti fisioterapici al padre, oltre ad altre registrazioni afferenti alcuni colloqui con la persona che aveva approfittato del padre, nel corso delle quali quest'ultima affermava di decidere anche per conto dell'imprenditore, impedendogli di contattare le figlie. Dopo averle incontrate all'inizio del mese di ottobre 2024, in un bar di Padova, aveva preteso il pagamento di una somma di 180 mila euro per consegnare le suddette registrazioni, che dimostravano la manipolazione ai danni del padre, segnalando di essere in contatto anche con la persona che aveva circuito il padre, la quale era disponibile a versare detta somma di denaro, così minacciando implicitamente di consegnare all'autore della circonvenzione tale materiale, ove non avessero versato la somma di denaro richiesta. Quindi le due sorelle si accordavano con l'osteopata affinché lo stesso si recasse a Prato il 18 ottobre scorso, presso il McDonald’s, ove si sarebbe dovuto effettuare lo scambio, con la consegna di due assegni circolari da novanta mila euro ciascuno, in cambio di tutto il materiale registrato. L'attività investigativa ha consentito di arrestare il professionista all'esito dello scambio effettivamente avvenuto all'interno del McDonald’s.
«Le risultanze delle attività eseguite – spiega la Procura di Prato in una nota – saranno vagliate dal giudice preposto e, dunque, la responsabilità delle persone sottoposte alle indagini dovrà essere valutata nelle successive fasi del procedimento penale. Il principio di non colpevolezza che vige nel nostro ordinamento impone di ritenere accertata la responsabilità penale solo in esito di una pronuncia di condanna definitiva».