Scontro in Consiglio sui nuovi tempi per le interrogazioni «Come un bavaglio»
PAVONE CANAVESE
Consiglio comunale affollato, mercoledì 30, a Pavone. I punti all'ordine del giorno erano 19 e 11 interrogazioni poste dalla minoranza. Tra esse la vendita dell'immobile ex Ipab di piazza Municipio; i consiglieri di minoranza Valentina Bessolo e Davide Franco hanno interrogato l'assessore competente sulle motivazioni della vendita, sul coinvolgimento della popolazione nella decisione, sulla destinazione del ricavato stimato in 160.000 euro e hanno posto l'accento sugli altri immobili che l'amministrazione ha intenzione di alienare. Le risposte: «l'immobile non presenta nessuna delle caratteristiche che dovrebbe possedere un edificio pubblico tra cui accessibilità e l'altezza dei locali»; quanto alla decisione di non coinvolgere la popolazione, «deve essere presa dall'amministrazione, in virtù del mandato conferitole dagli elettori». Infine, «il ricavato della vendita andrà a finanziare interventi sugli immobili dell'ex museo D'Andrade e dell'ex asilo Quilico, il polifunzionale è già finanziato da altre risorse».
Un altro punto caldo, il sette, sostenuto dalla minoranza Mino, ha riguardato la modifica dell'articolo 12 per le interrogazioni, che dovranno essere presentate almeno 7 giorni prima della seduta e non più nelle 24 ore precedenti il consiglio comunale. Paola Mino, Uniti per Pavone, ha spiegato: «Attualmente le minoranze possono presentare interrogazioni e argomenti aggiuntivi all'ordine del giorno entro le 24 ore che precedono il Consiglio, ma con le modifiche apportate le interrogazioni non potranno essere trattate durante le sedute di approvazione delle linee programmatiche di mandato del bilancio di previsione e del rendiconto di gestione, cioè nelle sedute ordinarie. Questo comporta creare barriere alla comunicazione e alla partecipazione». Valentina Bessolo, consigliera di minoranza di Crescita e futuro ha detto: «Per me ogni tentativo di mettere a tacere le nostre domande è solo un motivo in più per continuare a farle, per denunciare le mancanze, per pretendere chiarezza e verità. Non sarà un regolamento a impedirci di fare ciò che siamo stati chiamati a fare. Se questo è il primo atto, il meglio arriva nei retroscena. Il nostro gruppo ha sollevato otto interrogazioni nell’ultimo mese su temi che vanno dalle manutenzioni all'illuminazione, senza per questo sovraccaricare l'amministrazione. Nonostante ciò, le risposte fornite, quando arrivate, si sono dimostrate vaghe ed elusive, un vero manuale di arrampicata sugli specchi». Per la maggioranza «la necessità deriva dal fatto che è essenziale disporre del tempo necessario per poter valutare, analizzare e gestire proficuamente un’interrogazione. Inoltre è necessario contare sulla disponibilità degli uffici comunali, al fine di produrre informazioni e documentazioni atte a fornire esaustive risposte».