La lite tra vicini finisce a coltellate: operaio di Spresiano patteggia sei mesi
Era così esasperato dai dispetti del vicino di casa che, nel maggio scorso, dopo l’ennesima provocazione, gli spruzzò in faccia uno spray al peperoncino e lo accoltellò ripetutamente a un braccio. Per quell’aggressione, Alessandro M., 40 anni di Spresiano, operaio metalmeccanico di professione, fu arrestato per tentato omicidio.
Un reato che, successivamente, era stato derubricato dal sostituto procuratore Giovanni Valmassoi in lesioni aggravate dai futili motivi e dall’uso del coltello. Ora, per quell’agguato a colpi di lama, l’operaio di Spresiano (difeso dall’avvocato Giacomo Michieli) ha chiuso i conti con la giustizia patteggiando 6 mesi di reclusione (pena sospesa).
Nei suoi confronti era stata inizialmente imposta la misura del divieto di dimora nel condominio di via Lazzaris a Spresiano dove abitava e avvenne l’aggressione. Ma proprio nei giorni scorsi la misura è stata revocata.
Il fatto risale al tardo pomeriggio del 18 maggio scorso e si staglia su uno sfondo di cattivi rapporti di vicinato, in un condominio di via Lazzaris, che si trascinavano da oltre un anno.
L’accoltellamento fu soltanto l’ultimo episodio di una lunga scia di liti e tensioni. «Ero esasperato dai suoi continui dispetti - aveva detto l’operaio arrestato al giudice all’udienza di convalida dell’arresto -: avevo con me lo spray al peperoncino e un coltello soltanto perché temevo di essere aggredito, com’è successo in passato».
Tutto per l’ennesimo dispetto subito: la manomissione del contatore della luce. I due inquilini erano già venuti alle mani nel Ferragosto del 2023, sempre in condominio, sempre per banali ma fastidiosi dispetti. Una lite finita in denunce e aule di tribunale dove la vicenda avrebbe dovuto essere discussa qualche giorno più tardi. I carabinieri di Spresiano erano dovuti intervenire più volte, anche due tre volte al mese nella scorsa primavera, per ricomporre le liti, sfociate in querele.
Le liti nascevano per qualunque cosa: il fatto che uno dei due portasse il cane a passeggio senza il guinzaglio, che al pianterreno fosse parcheggiata un’auto senza l’assicurazione, che ci fossero rumori molesti.
Il fatto che la vittima dell’aggressione tempo fa fosse stata costretta agli arresti domiciliari poi non aveva fatto che alimentare la guerra condominiale.
Fino alla sera dell’accoltellamento e dell’arresto. I fendenti provocarono lesioni per una decina di giorni all’aggredito. A salvarlo da conseguenze peggiori il giubbetto in pelle indossato al momento dell’aggressione.