Padova è una provincia di ultra 65enni: «Senza ragazzi la comunità è a rischio»
Con qualche eccezione nell’Alta, in provincia di Padova le teste brizzolate sono la maggioranza. Fatto 100 il numero di under 14, fa 194,2 quello degli abitanti over 65, portando il rapporto tra le due fasce d’età a due anziani per ogni giovanissimo.
È quanto evidenzia Ascom Confcommercio Padova leggendo i dati Istat sull’invecchiamento della popolazione, un fenomeno che l’associazione di categoria inquadra come penalizzante per lo sviluppo economico e sociale del territorio.
Padova è al 24esimo posto (su 101 comuni) nella classifica che parte dal più anziano, dominata da Merlara, in testa con età media 49 anni, mentre Veggiano è terra di 40enni. Numeri che portano subito a una riflessione di welfare, di opportunità lavorative e di vita degli abitanti padovani.
Tessuto sociale a rischio
«Un territorio che invecchia crea un problema sociale», rileva il presidente di Ascom Confcommercio Padova, Patrizio Bertin, «quando la popolazione muore, la comunità si inaridisce. Si svuota degli abitanti del posto e intere aree diventano più appetibili per l’immigrazione di stranieri senza però che possa esistere il passaggio dell’integrazione. In assoluto devono preoccuparci denatalità e desertificazione – insiste Bertin – la prima per lo spopolamento che causa in tanti Comuni del territorio, la seconda perché rende sempre più difficile gestire nei centri interessati un negozio o comunque fare impresa. Purtroppo i due fattori, sommandosi, allontanano anche i pochi giovani rimasti, soprattutto dalla Bassa. Serve allora mettersi a tavolino e pianificare letteralmente la sopravvivenza commerciale di certi esercizi con una riorganizzazione urbanistica ragionata».
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Proliferano nel frattempo i centri commerciali e i siti di vendita online. A Padova Poste Italiane chiude 4 uffici in città e riduce l’orario in sei sedi provinciali: «Non si possono ridurre i servizi minimi necessari alla popolazione così. Gli sportelli postali sono un presidio per le fasce più fragili e un collettore per le comunità», il commento del senatore questore dell’Udc Antonio De Poli.
Divario tra alta e bassa
La geografia ha quindi un peso nella forbice tra gioventù e popolazione adulta perché determina le realtà più floride.
Veggiano quasi pareggia tra abitanti agé e ragazzini mentre Merlara primeggia per percentuale di residenti con più di 64 anni. Le donne, qui, sono mediamente 51enni, gli uomini oltre 47enni. Meno “penuria” di ragazzi si rileva poi a Loreggia e a Massanzago, a Gazzo, a Borgoricco e a Mestrino, tutti comuni o dell’Alta o sulla direttrice per Vicenza e Treviso, dove ha sede l’industria veneta. Scorrendo i Comuni, dal più al meno brizzolato, San Martino di Lupari conta un anziano e mezzo per ogni giovanissimo, mentre al 43esimo posto c’è San Pietro in Gu.
Addentrandosi nella Bassa si scova la concentrazione dei centri più in là con l’età. Oltre a Merlara, ci sono ad esempio Barbona (la media è di 49, 3 anni), Villa Estense (48, 8), Battaglia Terme, Anguillara Veneta, Este, Sant’Urbano, Cinto Euganeo, Boara Pisani e Baone. Abano Terme è al 12esimo posto e Montegrotto Terme al 16esimo, Montagnana al 19esimo, Monselice al 22esimo.
Ricetta sant'Elena
Il Comune più virtuoso nella Bassa è Sant’Elena. La ricetta? Soldi spesi dall’amministrazione per i giovani e la qualità della vita.
«Siamo in contro tendenza, vent’anni fa si è fatta una scelta precisa», chiarisce la sindaca Valentina Businarolo, «Il mio mandato segue quello di Emanuele Barbetta e di Roberto Toniolo – precisa – Buona parte delle risorse è stata destinata alle famiglie, creando parchi per il tempo libero o le passeggiate in famiglia, alle scuole che oggi coprono dai 3 mesi ai 13 anni, con strutture ammodernate, progetti e un occhio di riguardo all’istituto comprensivo, perché si possa investire nei giovani. Altro elemento essenziale sono le associazioni, con tanti abitanti che si impegnano nel volontariato», aggiunge.