Piccola con le grandi: l’Udinese ha steccato nei quattro confronti con le big del campionato
Tre indizi, si dice, fanno una prova. In questo caso ce ne sono addirittura quattro, ovvero le sconfitte incassate dall’Udinese contro quelle che sono considerate a tutti gli effetti quattro grandi del campionato: Roma, Inter, Milan e Juventus. Partite simili che hanno avuto un minimo comune denominatore: un approccio sbagliato con conseguente falsa partenza da parte dei bianconeri.
Mister Runjaic è sbottato dopo la gara con la Juve parlando di primo tempo regalato in cui l’Udinese ha praticamente fatto svolgere un allenamento ai suoi avversari, ma non era andata molto diversamente nelle altre occasioni.
Formazione sbagliata
La prima partita di Juric sulla panchina giallorossa è coincisa con la miglior prestazione della Roma sotto la gestione del tecnico croato. E forse non è solo una coincidenza. Runjaic aveva studiato la squadra allenata da De Rossi, quella di Juric propone un calcio molto diverso. Schierare contemporaneamente dal primo minuto Lucca, Brenner, Thuavin ed Ekkelenkamp (in versione mediano al fianco di Karlstrom) si è rivelato un azzardo. L’Udinese non è mai entrata in partita e ha subito dall’inizio alla fine. Quella resta la peggiore partita della stagione.
Colpita a freddo
Un gol incassato quando non era passato nemmeno un minuto ha sicuramente sparigliato le carte. Il problema è che l’Udinese contro i campioni d’Italia ne ha incassati altri due, uno all’ultimo minuto di recupero del primo tempo e uno al secondo della ripresa. L’1-1 di Kabasele avrebbe potuto rimettere in piedi una partita che era cominciata malissimo. Se dopo 20’ minuti l’Inter fosse stata più cinica si sarebbe trovata avanti di almeno altri due gol. L’endemica caratteristica dell’Inter di non chiudere le partite ha permesso all’Udinese di andare sul 2-3 e di rimettere quasi in discussione il risultato, ma quella partenza da bella (si fa per dire) addormentata nel bosco, non è stato un bel segnale anche perché poi si è ripetuto.
Trenta minuti di silenzio
A San Siro con il Milan, per esempio. Il Diavolo dopo 13’ era già in vantaggio e fino a quando non è rimasto in inferiorità numerica per l’espulsione di Reijnders, si è giocato praticamente solo nella metà campo friulana. Trenta minuti timidi, timidissimi, poi un’ora di assedio sterile con un giro palla lento, complice anche le assenze dei due apriscatole per antonomasia, Thauvin e Sanchez. L’Udinese il pari lo avrebbe meritato se non altro per il rigore che solo l’arbitro Chiffi e il Var non hanno considerato tale.
Quando i buoi erano scappati
Stesso copione con Madama, se si eccettua l’occasione di Davis arrivata subito dopo l’1-0. La Juve, però, non è rimasta in dieci e qualche problema nel contenere i friulani lo ha avuto. Qualcuno potrà dire che Locatelli e compagni erano entrati in modalità gestione, però l’Udinese è stata comunque diversa rispetto a quella dei primi 45’. Evidentemente c’è un problema di mentalità: nessuno pensa che la squadra di un anno fa possa essere rivoltata come un calzino, ma che i punti conquistati all’inizio avessero infuso al gruppo fiducia e coraggio questo sì.