Due triestini e quattro lombardi arrestati per gli scontri dopo la partita di basket. Indagini ancora in corso
Arrestati sei tifosi coinvolti negli scontri di domenica sera all’esterno del palazzetto dello sport di via Flavia a Trieste, dove si era appena conclusa la partita tra la Pallacanestro Trieste e la Openjobmetis di Varese. Quattro sono lombardi, due triestini.
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Il blitz è stato messo a segno martedì mattina dalla Digos di Trieste e di Varese: i poliziotti si sono presentati all’alba nelle abitazioni dei ricercati. Li hanno identificati e dichiarati in arresto. Sul piano giudiziario si tratta di un “arresto in flagranza differita”, fondato sulla base di documentazione video fotografica ottenuta dagli investigatori in fase di indagine. La norma in materia prevede questa possibilità: cioè che dalle immagini emerga «inequivocabilmente» il fatto.
La misura restrittiva deve scattare d’obbligo entro quarantotto ore dall’episodio, altrimenti decade. E questo è successo. I sei indagati sono ai domiciliari. A loro carico verranno emessi anche i Daspo, cioè il divieto di accedere alle manifestazioni sportive.
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Indagini ancora in corso
Le operazioni investigative sono in corso e non si esclude che nelle prossime ore vengano rintracciati altri tifosi che domenica hanno preso parte all’aggressione. Sono infatti ventuno gli ultras identificati.
Ecco i reati contestati. Da quanto risulta gli ultras lombardi devono rispondere di rissa, danneggiamento, lesioni, resistenza a pubblico ufficiale e concorso in lesioni nei confronti della poliziotta rimasta ferita alla testa, sembra dal lancio di un bidone delle immondizie.
I triestini arrestati, uomini di mezza età che gravitano attorno agli ambienti della curva, sono indagati per rissa, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e danneggiamento.
La ricostruzione
I fatti sono stati ricostruiti nel corso delle indagini: i varesini, presenti sugli spalti assieme ad alcuni ultras friulani dell’Apu Udine (le due tifoserie sono gemellate), avevano abbandonato il palazzetto di via Flavia circa dieci minuti prima della fine della partita. Si erano allontanati dall’impianto sportivo vigilati dagli agenti in divisa. Ma terminato il match, proprio mentre il pubblico stava defluendo dalla struttura di via Flavia, sono ritornati indietro. Hanno posteggiato nei pressi del pub “Exalibur” di via Fianona e poi si sono diretti verso il palazzetto impugnando bastoni e aste delle bandiere, con i volti nascosti da cappucci e sciarpe nere.
Hanno acceso petardi, lanciato fumogeni e agitato minacciosamente le spranghe iniziando a colpire a caso chi passava con auto e scooter. A quel punto, nei pressi del Grezar, mentre i poliziotti tentavano di calmarli a parole, i varesini sono venuti a contatto con alcuni tifosi triestini e con gli agenti stessi.
Lo scontro è stato feroce: i componenti delle opposte frange ultras si sono presi a calci e a pugni, picchiandosi anche con i bastoni e le aste. Tre i feriti. L’udienza di convalida per i quattro supporter di Varese è prevista per mercoledì 6 novembre. Per i triestini non è stata ancora fissata.
L’inchiesta della Digos continua per risalire a tutti gli ultras ritenuti responsabili dell’episodio. —
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