Dall’Appiani al dormitorio della Serena, i senzatetto ricollocati fino a febbraio
Stanotte i senza fissa dimora, accolti finora nella tensostruttura della parrocchia di Santa Maria del Sile e da don Giovanni Kirschner, chiuderanno gli occhi su altri giacigli.
I 15 pachistani sgomberati lunedì dal park Appiani verranno dirottati alla Caserma Serena in un’area ad ho adibita ad asilo notturno, cosa resa possibile attingendo ai fondi destinati all’ “Emergenza freddo”, la procedura che il Comune attiva per la protezione dei soggetti senza casa dal periodo che va dal 14 dicembre al 14 febbraio.
Il vertice
Ieri mattina a Ca’ Sugana si è tenuta una riunione operativa organizzata dal Comune di Treviso con il sindaco Mario Conte, l’assessore alla Città Inclusiva, Gloria Tessarolo, insieme ai tecnici dei servizi alla grave marginalità, il direttore di Caritas, don Bruno Baratto, e la responsabile del Centro di Ascolto.
«Grazie al lavoro di squadra abbiamo trovato una soluzione per l’emergenza riguardante le persone senza fissa dimora, in questi giorni ospitate a Santa Maria del Sile», spiega il sindaco Mario Conte.
«Da domani il Comune di Treviso attiverà 15 posti per l’emergenza freddo, che verrà così anticipata di un mese, negli spazi dell’ex Caserma Serena. In queste ore stiamo comunque effettuando un monitoraggio dei profili e dello status di queste persone così da verificare le possibilità di accoglienza negli altri spazi della rete di accoglienza e indirizzarli nelle strutture più adeguate. Ringraziamo la Prefettura e Nova Facility per avere messo a disposizione i locali del Cas».
Oltre agli spazi dell’ex Serena ci saranno due posti messi a disposizione da Caritas in via Venier e uno all’asilo notturno di via Pasubio, i posti in totale saranno quindi 18.
La struttura
I 15 ragazzi del Pakistan vanno ad aggiungersi agli oltre 400 già alloggiati nelle camerate dell’ex struttura militare, dove rimarranno fino a metà febbraio. Nova Facility, la società che gestisce l’ex Caserma Serena, in passato criticata da più fronti, ha giocato un ruolo centrale: «Come Caserma Serena sono contento di aver dato un contributo importante in questa situazione di emergenza. Anche questa volta, grazie a questa amministrazione nessuno è rimasto per strada», ha sottolineato il presidente Lorenzo Marinese.
Il piano “Emergenza freddo” messo a punto dal Comune insieme ai soggetti deputati all’accoglienza ha un costo di circa 30 mila euro e nasce con l’obiettivo di dare un tetto a chi si trova a dormire all’addiaccio nei giorni più freddi dell’anno. I senza fissa dimora pachistani vanno, quindi, ad accrescere il numero degli ospiti nella struttura: «Si procederà tramite turnazione, nei prossimi giorni ci sarà un nuovo coordinamento della rete territoriale per capire come accogliere anche gli altri bisognosi, considerando che anche la Caritas ha una lunga lista d’attesa a cui far fronte», fanno sapere dal Comune.
«Chiederemo allo Stato di risolvere l’emergenza, stiamo anticipando i costi del progetto dell’Emergenza freddo, non riusciamo ad accollarci tutto noi», anticipa il sindaco.
La caritas
«È stato un buon risultato aver risolto un’emergenza che rischiava di protrarsi nel tempo», evidenza il direttore di Caritas, don Bruno Baratto. «Ci sarà da continuare a lavorare per un sistema di coordinamento e di intervento capace non solo di affrontare le urgenze ma anche e soprattutto di migliorare l’assistenza e ancor più l’accompagnamento di chi è in situazioni di grave marginalità, per aprire con costoro migliori prospettive di futuro».
Sono diverse le situazioni, oltre a quella dei senza fissa dimora, a cui Caritas e don Bruno sono chiamati a far fronte: «Tra gli ospiti della Casa Carità ci sono persone che lavorano e che avrebbero il reddito per permettersi almeno una stanza, ma non la trovano. Qui in città di costi delle abitazioni sono proibitivi. La vera emergenza è abitare qui a Treviso. Si tratta dei working poor, lavoratori poveri: nella nostra struttura ce ne sono 4 su 18. Un’evidenza destinata a crescere».