Palazzo Ca’ Dario a Venezia, via il cartello vendesi. Ma la proprietà non cambia
Sulla vetrina web della società immobiliare a cui era stato affidato il mandato di vendita, l’annuncio non c’è più. La Ca’ Dario dipinta da Monet e di cui scriveva John Ruskin nel suo “Le Pietre di Venezia”, il palazzo maledetto è stato venduto? È corsa voce, ieri, ed è rimbalzata sul web, con tanto di prezzo: 18 milioni di euro. Un abbaglio.
In realtà lo stesso agente immobiliare spiega di aver tolto l’annuncio dalla vetrina su richiesta della proprietà, ma non perché il palazzo sia stato venduto. Tolto dal mercato perché non si svaluti.
Certo che sono strane, le storie legate a Ca’ Dario. L’edificio, mille metri quadrati di superficie, otto camere da letto, otto bagni, un’altana, un giardino di 170 metri quadri e due porte d’acqua, è stato acquistato nel 2006 per otto milioni da una società americana che non è mai uscita allo scoperto. Prima?
Dieci anni di silenzio, da quel colpo di pistola che aveva spento la vita di Raul Gardini: l’aveva da poco acquistato, per sei miliardi di lire, quando morì suicida, travolto da Tangentopoli. Dando ulteriore linfa alla storia nera della casa che, fin dalla costruzione, nel 1487 per volontà del mercante Giovanni Dario, ha visto morire in modo violento molti dei proprietari, in un lungo catalogo di sangue.
I primi a essere colpiti dalla presunta maledizione furono la figlia del capostipite, Marietta, suicida per annegamento, il genero Vincenzo Barbaro, assassinato dopo il fallimento economico e un nipote accoltellato sull’isola di Creta.
Così Ca’ Dario rimase disabitata sino agli inizi dell’Ottocento, quando a riaprirlo fu l’armeno Arbit Abdoll, facoltoso mercante presto travolto da un colossale tracollo economico. Fu costretto a cedere il palazzo, per sole 480 sterline, all’inglese Rawdown Brown.
Dopo svariati passaggi di proprietà, Ca’ Dario fu acquisita da un agiato americano la cui condotta licenziosa ne provocò il precipitoso allontanamento seguito dal suicidio dell’amante, Juan de Carrera, morto in Messico. Se la fama sinistra del palazzo fece desistere dall’affare il celebre tenore fiorentino Mario Del Monaco, il nobile antiquario piemontese Filippo Giordano delle Lanze non seppe cedere al miraggio di possedere la storica dimora che acquistò all’asta nel 1968.
Due anni dopo la domestica rinvenne il corpo seminudo del conte, con la testa fracassata da un pesante vaso d’argento, in un lago di sangue. Il diciottenne marinaio croato Raoul Blasich, amico della vittima, fu accusato dell’omicidio e condannato in contumacia, ma finì anche’egli tragicamente.
All’inizio degli anni Settanta Christopher Lambert, manager dei The Who, comprò Ca’ Dario incantato dalla sua bellezza ,ma non per molto. L’abuso di stupefacenti, l’arresto e la rovina economica lo allontanarono presto da Venezia. Ultime vittime eccellenti della maledizione di Ca’ Dario furono Nicoletta Ferrari e Raul Gardini. Nicoletta, quarantatreenne sorella del finanziere e playboy mestrino Fabrizio Ferrari, morì il 28 settembre 1987 in un misterioso incidente fra Musile e Fossalta di Piave.