Dalle arnie al vasetto lungo la via del miele, ecco il sogno di Filippo: «Proteggiamo le api»
Di fronte si staglia Caporiacco. «Là c’è Colloredo, quella collina è Fagagna e questa è la chiesa di Moruzzo». Il sole illumina «quest’angolo di Friuli, il mio piccolo paradiso». Uno squarcio di verde, il silenzio interrotto dal ronzio di qualche ape, lo sguardo che si perde all’orizzonte sotto un gelso.
Appena l’ha visto se ne è innamorato Filippo Scalon, 43 anni, di Pagnacco. E l’ha scelto – ci troviamo in via dei Prati a Moruzzo – per realizzare un sogno, aprire la sua azienda Be Wild Apicoltura.
Entriamo e il profumo di miele inebria. È qui che si produce, è qui che si crea ogni singolo vasetto. Un lavoro che Filippo domenica – in occasione della seconda giornata di Mielerie aperte che in tutta Italia coinvolge 200 produttori – farà conoscere, lui unico in regione, a chi vorrà visitare la sua impresa (dalle 9.30). «Vogliamo far conoscere da vicino – afferma – il mondo delle api e dei prodotti dell’alveare, noi produttori e quello che c’è dietro al nostro lavoro. Sarà un viaggio multisensoriale per far assaporare gli aromi e i sapori e apprezzarne i colori. Ci sarà poi un laboratorio di candele con la cera e una degustazione per salutarci in dolcezza».
Ci mostra le arnie, in tutto ne ha un centinaio. «E pensare che la prima volta che mi hanno fatto tenere in mano un telaino ero terrorizzato – racconta –. Però vedere da così da vicino le api e il loro lavoro è stata come una calamita. Era una meraviglia».
Inizia la formazione, lui che arrivava da un altro mondo, quello del sociale. «Ero un educatore – afferma – e poi ho deciso di cambiare strada così ho iniziato a lavorare come volontario in una azienda agricola a Faedis. Lì nel 2009 ho avuto l’occasione, del tutto casuale, di poter provare a prendermi cura degli alveari. Non sapevo nulla di quel settore, ma mi sono detto “Proviamoci!”. E da lì è cominciato tutto. Ho avuto la fortuna di imparare e apprendere gli insegnamenti dall’apicoltore Giuliano Marini».
E da lì parte. Si forma, frequenta il corso di apicoltura e mette le basi per creare un’attività in proprio. La avvia nel 2011, prima a Pagnacco e poi dal 2019 si trasferisce a Moruzzo. «Appena sono arrivato qui me ne sono innamorato, ho capito subito che era il posto giusto per svolgere questo lavoro». Stringe collaborazioni forti con gli altri produttori: «Il nostro è un ambiente costruttivo, in cui ci si confronta, ci si dà una mano, si affronta uniti le tante difficoltà, che non mancano, e ciò è fondamentale per andare avanti. Mettersi in gioco non è sempre facile, ma non ho intenzione di mollare».
L’attenzione alla sostenibilità è massima, così come il lavoro per la salvaguardia delle api. «Si producono vari tipi di miele in base all’andamento stagionale – spiega –. Si parte dalla primavera con le prime fioriture di ciliegio e tarassaco, poi verso maggio acacia, e a seguire il tiglio e il castagno. Così si riescono a fare mieli diversi. Io ho degli apiari anche a San Leonardo o per fare un millefiori diverso li porto a Camporosso in montagna, tramandando la tradizione dell’apicoltura nomade».
Un lavoro che racconta il territorio «Già, il miele te lo fa conoscere da un altro punto di vista, ti fa scoprire i profumi, colori, i fiori».
Si vuole così far conoscere il mondo delle api domenica «e tutti i loro prodotti. Mielerie aperte consente di dare una mano a noi apicoltori per far capire al consumatore che dietro a ogni vasetto di miele ci sono tanti procedimenti, tanti sacrifici, un impegno costante, ci sono tutti i fiori impollinati dalle api, fondamentali per la biodiversità. È una occasione per renderli maggiormente consapevoli».
Filippo ci mostra e ci racconta quando il miele è pronto, il passaggio nello smielatore fino al vasetto finale. E la paura di essere punto è passata? Chiediamo. Sorride l’apicoltore. «In un alveare durante la stagione produttiva e riproduttiva, da aprile a giugno, abbiamo circa 60 mila esemplari e quindi sì qualche volta capita di essere punti...».
Un viaggio multisensoriale lo è per davvero, quello in mieleria. Filippo si prepara ad allestirla per domenica 17 novembre. Per far entrare chi lo vorrà nel suo piccolo angolo di paradiso.