Trump “federatore” del voto cristiano (con exploit cattolico). La riscoperta del divino contro lo stress woke
“Tutti nemici della vita”, sembrava dire Papa Francesco, parlando della posizione cattolica sul voto Usa. Da un lato Trump nemico dei migranti, dall’altro Harris, nemica della vita nascente. Però, fra le righe, qualcosa non quadrava e il cattolico medio non si è fatto sfuggire che, tutto sommato, se sull’immigrazione il dibattito, anche teologico, è ancora aperto, sull’aborto di dubbi ce ne sono pochi. “Chi abortisce assolda un sicario”, ha ribadito Bergoglio, in un momento in cui il dibattito sull’aborto negli Stati uniti è più aperto che mai, riproposto proprio da Donald Trump e dai suoi, con grande favore della destra religiosa di tutto il mondo.
I votanti cattolici e la vittoria di Trump
Proprio sul voto cattolico si innesta una parte consistente della vittoria di Trump, che cattolico, al contrario di Biden, non è, ma sui temi etici è percepito molto più vicino, da parte di tutte le confessioni cristiane con orientamento conservatore. Un voto che, stando alle stesse fonti cattoliche, è finito sul Gop a piè pari, non solo quello bianco, ma anche quello ispanico. Secondo il Washington Post, il 56% dei cattolici ha sostenuto il tycoon, percentuale che arriva al 60% fra i cattolici bianchi. In generale il 62% dei cristiani, con la forte pressione degli evangelici, ha votato a destra. “Il successo di Trump, e soprattutto il forte distacco di 15 punti rispetto alla candidata democratica, riflette una tendenza profonda all’interno del cattolicesimo americano – spiega Avvenire, il quotidiano della Cei – dove i più giovani si stanno sempre più allineando con il partito repubblicano grazie alle sue posizioni in difesa della libertà religiosa e contro l’aborto”.
I cattolici non supportano la sinistra woke
Sembra insomma che, mentre per una parte consistente dell’intellighenzia cattolica, anche porporata, alcuni temi sono passati in secondo piano, non è così per il popolo dei fedeli, che si sentono attaccati dal traboccare della cultura “woke”. L’imposizione della teoria gender, il cedimento completo sui temi etici e, soprattutto, il divieto di dissentire, non sono digeribili per un mondo non necessariamente oltranzista e confessionale. Un’idea che propugna la libertà completa dell’individuo, anche quella di cambiare sesso, può essere imposta nelle scuole, nelle università e negli edifici pubblici con la forza, espellendo dal consesso civile chi non è d’accordo? La risposta è no, soprattutto negli Stati Uniti dove la concezione della società, per lo meno nell’anima profonda, è libertaria e puritana. Dunque, libertà dalle imposizioni dello stato che non deve ficcare il naso negli affari privati, soprattutto economici, ma con una forte etica pubblica.
Trump e i cristiani conservatori
Donald Trump si auto professa cristiano, ma non fa parte di una confessione particolare e non risulta che sia particolarmente praticante. Non avendo un’identità religiosa ben precisa, non ha nessun pregiudizio verso un particolare gruppo, né nutre sentimenti di rivalità. Questo dato ha permesso la convivenza nel suo “mondo” di politici di più provenienze confessionali. Durante la sua presidenza non ha quindi avuto alcuna preclusione nel posizionare ai vertici delle istituzioni Usa persone di orientamento conservatore, cattoliche o protestanti che fossero. In particolare, il vicepresidente Mike Pence faceva dell’essere, nell’ordine, “cristiano, conservatore e repubblicano” un proprio punto cardine, tanto che fra le prime attività del 2016 si registrarono la limitazione dei finanziamenti alle cliniche abortiste da parte del governo e l’endorsement pubblico alla marcia per la Vita di Washington. Oggi il vicepresidente in pectore, J.D. Vance, è un cattolico approdato al tradizionalismo, che si prefigge di riprendere la battaglia sui temi etici.Un altro tema chiave della prima presidenza Trump fu quello delle nomine alla corte Suprema. Nominando due cattolici, The Donald stabilì una maggioranza conservatrice fra i giudici, aprendo la strada alla sentenza che ha ribaltato la “Roe vs Wade”, riaprendo i giochi sul tema dell’aborto.
L’importanza del voto cattolico
Il voto cristiano, comprendente tutte le confessioni religiose, negli Usa è da sempre un elemento politico imprescindibile. Il primo a cercare di “federare” al partito repubblicano le varie chiese fu Reagan. Successivamente, il voto specificatamente cattolico, legato al Partito Democratico per via delle condizioni economiche di italiani, irlandesi e ispanici ha iniziato a virare a destra, con un’accelerazioni negli anni 2000. I democrats, visti ormai troppo vicini alle élite, sono diven portatori di istanze incompatibili con la Chiesa, tanto che alcuni prelati influenti, come l’arcivescovo Cordileone, hanno ipotizzato di negare la comunione a politici di origine cattolica, come Nancy Pelosi. La sinistra ha quindi perso per strada un blocco che oggi è dirimente, se consideriamo che ormai si contano quasi 70 milioni di fedeli a Roma, su una popolazione totale di 335 milioni. I cattolici rappresentano quindi circa il 21% della popolazione totale, laddove il gruppo protestante più numeroso, gli evangelici, contano il 25%. Con una particolarità non sottovalutabile. I gruppi protestanti sono auto convocati, organizzati, dediti all’autogestione e alla nascita di realtà slegate fra loro, mentre la Chiesa cattolica è un istituto gerarchico e fortemente regolato. Probabilmente oggi è la minoranza organizzata più importante degli Usa.
Prospettive contro gender e woke
Sembra dunque che il mondo statunitense stia reagendo allo stress gender e woke, nonché all’assalto della cancel culture, in modo inaspettato, riprendendo un’antica spiritualità che sembrava in via di estinzione. Si tratta di un percorso che oltreoceano avviene ciclicamente. Quando la società americana sembra preda del collasso morale e sociale, diventa protagonista di un “Grande Risveglio”, storicamente se ne contano tre, che la riporta sui binari. Stiamo forse assistendo al Quarto Risveglio, in chiave cattolica? Sicuramente qualcosa sta accadendo e The Donald è il motore di questo passaggio.
Certo, la Weltanschauung è stranissima, ma potrebbe stare in piedi.
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