Radicchio pop e trasversale, premiati sportivi e illustri
C’è chi lo proporrebbe in un menù della sua cucina pop che va dall’antipasto al dolce, nelle sue diverse versioni come lo chef stellato Davide Oldani, chi lo considera un ambasciatore privilegiato della cucina italiana in Usa come Lidia Bastianich e chi lo inserisce come elemento di diritto nel riconoscimento della cucina italiana come patrimonio immateriale Unesco come la direttrice de “La Cucina Italiana” Maddalena Fossati.
Stiamo parlando ovviamente del radicchio rosso di Treviso e variegato di Castelfranco, protagonista lunedì sera al Teatro Accademico del “Radicchio d’Oro”, l’evento organizzato dal Consorzio Ristoratori del Radicchio, presieduto da Egidio Fior che da 25 anni premia le eccellenze venete e non solo, dell’enogastronomia e non solo.
Una manifestazione che ha visto il debutto come co-conduttrice, insieme a Savino Zaba, di Miss Italia 2024 Ofelia Passamonti, che si gioca su diverse sezioni.
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Ovviamente in primo piano c’è l’enogastronomia, dove sono stati appunto premiati Oldani, Bastianich e Fossati, ma da sempre c’è una strettissima relazione con il mondo dello sport: ecco che accanto alle “farfalle” della Nazionale Italiana di Ginnastica artistica femminile (argento a Parigi 2024), il radicchio suscita ricordi molto piacevoli al direttore di Rai Sport Iacopo Volpi («ai tempi in cui ero spesso a Treviso come commentatore, lo ho apprezzato in tutti i modi») mentre ammette di amarlo in tutte le sue tipologie Gabriella Dorio, oro nei 1500 metri a Los Angeles 1984.
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Ancora sport Daniele Orsato, fischietto internazionale, per il quale il premio ricevuto ha un significato molto particolare: «Un onore anzi di più ricevere un riconoscimento che porta il nome di Luigi Agnolin, una persona che ho sempre ammirato, un maestro che mi è stato vicino e che mi ha formato».
C’è chi invece considera il Radicchio d’Oro il definitivo battesimo veneto, come il presidente della Biennale di Venezia, Pietrangelo Buttafuoco, premiato per la sezione cultura: «Non può che essere così quando si riceve un riconoscimento legato ad prodotto legatissimo al suo territorio».
Sempre per la cultura è stata premiata Simonetta Puccini per la fondazione dedicata al musicista Giacomo Puccini. Ma quest’anno il Radicchio d’Oro ha anche una sezione speciale dedicata alla solidarietà: e il premio è andato ad un “eroe per caso”, anzi una eroina ovvero Angela Isaac, ragazza di origine nigeriana che durante la recente alluvione di Catania ha salvato una persona che stava per essere trascinata via dalla corrente.
Per le missioni umanitarie è stata invece premiata Annachiara Sarto, attivissima responsabile di Protection4Kids, la realtà castellana che opera a livello internazionale per assistere i/le minori vittime di violazioni di diritti umani e di violenza di genere, in procinto di partire per la Bosnia.
Per le segnalazioni dalla Terra Trevigiana sono stati premiati per la musica il tenore Walter Fraccaro e per la medicina Giuseppe Minniti, direttore dell’Unità Complessa di Cariologia del Ca’ Foncello di Treviso.
Il Consorzio Tutela Radicchio Rosso di Treviso IGP e Radicchio Variegato di Castelfranco IGP ha inoltre premiato per la valenza della sua commercializzazione gli imprenditori Celso Paganini e Attilio Tosatto mentre il Premio DOP alla trevigianità messo in palio dal Consorzio Casatella Trevigiana è andato al ristoratore trevigiano, Dino Caramel.