Carbonera, autista della Barzi presa a spintoni e insultata
Ancora una volta un autista preso di mira dai viaggiatori. Chi lavora per la collettività oggetto di violenza da parte delle persone per cui, di fatto, si impegna tutti i giorni.
È successo a Carbonera ieri pomeriggio poco dopo le 13.30. A rendere ancor più grave l’episodio il fatto che la vittima sia stata una donna, conducente da tempo per la società.
La linea era la 170 della Mom che collega Treviso con Saletto transitando per Carbonera, il territorio di Pero di Breda di Piave , Cavriè di San Biagio. una linea del trasporto pubblico provinciale che viene eseguita quotidianamente grazie alla collaborazione dei mezzi e degli autisti della società di trasporto Barzi.
Tutto è successo quando la corriera ha raggiunto il territorio del Comune alle porte di Treviso, precisamente l’area tra Carbonera e la frazione di Pero. È lì che una coppia di stranieri, adulti, voleva scendere approfittando di una delle fermate previste dalla linea. Quando hanno suonato però la corriera ha superato la fermata senza sostare. Di lì hanno iniziato a inveire contro l’autista, accusandola di aver intenzionalmente evitato lo stop.
Inutile il tentativo della donna di chiarire che a quell’ora, la corsa 107 non effettua alcuna fermata intermedia in direzione Pero, ma si limita a sostare per servizio all’altezza di Pero “centro”. I due non hanno voluto sentire ragioni ed anzi, dopo le urla e le accuse di «razzismo» secondo quanto riferito da alcuni viaggiatori, se la sarebbero presa fisicamente con l’autista a suon si strattoni e spinte.
Il tutto sotto gli occhi di altri viaggiatori alcuni dei quali, quando la situazione sui è fatta davvero incandescente, hanno urlato di smetterla chiamando al contempo la polizia. Solo a quel punto i due viaggiatori, apparentemente un coppia, hanno lasciato stare la donna – visibilmente sconcertata e impaurita per quanto le stava succedendo – e sono scesi dalla corriera che nel frattempo si era fermata. Gli autisti parlano «dell’ennesimo episodio increscioso ai danni di una collega» e tornano a puntare il dito contro gli atteggiamenti incredibili di parte dell’utenza sottolineando quando sia diventato «pericoloso» prestare servizio.
La donna, una volta ritornata la calma, ha proseguito il servizio senza problemi. Fortunatamente non c’è stato bisogno di ricorrere alle cure mediche. Si è trattato solo di una grande paura.