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Ноябрь
2024

Avm-Actv, il dg Seno lascia. Il Comune di Venezia: «Decisione concordata»

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Dopo 14 anni alla testa di Avm-Actv - passato indenne dalla prima nomina sotto l’allora amministrazione Orsoni alla gestione Brugnaro - a 63 anni Giovanni Seno lascia il suo incarico di direttore generale.

Stringato l’annuncio ufficiale: «Il Comune di Venezia, il Consiglio di amministrazione di Avm Spa e il Direttore Generale del Gruppo Avm comunicano che dal 1 gennaio 2025 e dopo quasi 14 anni alla guida della mobilità del territorio, l’ing. Giovanni Seno lascia l’incarico. Tale decisione, in accordo tra le parti, trae origine da una attenta valutazione alla luce dei reciproci futuri interessi, tra cui quello di consentire la corretta tempistica di pubblicazione del bando per la ricerca del nuovo Direttore Generale del Gruppo Avm, stante la prossima naturale scadenza dell’incarico».

Seno sarebbe scaduto a giugno 2025: le dimissioni anticipate daranno modo di mettere a bando biennale la ricerca di un nuovo manager, in scadenza con la nuova amministrazione che uscirà dalle elezioni del 2026.

Non si può, d’altra parte non far riferimento al caso dell’estate, quell’inchiesta Palude che tra i 32 indagati a vario titolo vede al momento iscritto al registro degli indagati, lo stesso ingegner Seno: la Procura gli contesta di aver accettato le pressioni di Boraso per assegnare l’appalto quadriennale per la pulizia degli uffici dell’azienda all’Open Service di Marco Rossini.

«Ha negato gli addebiti», aveva commentato l’avvocato Marco Vianello, dopo l’interrogatorio, «Rossini è conoscente di vecchia data, abitano entrambi a Mogliano: si conoscono da 50 anni. Ma non c’è stata alcuna violazione di regole di codice degli appalti, nessun favore: è arrivato sesto. Confido nell’archiviazione».

Tornando al ruolo di guida del trasporto pubblico veneziano, diviso tra acqua e terra, sono certamente stati anni sulle montagne russe.

Seno non vuole commentare la decisione di dimettersi e lascia alle relazioni pubbliche di Avm il compito di fare l’elenco del lavoro svolto in questi anni.

Lustri in cui non sono mancati anche accesi confronti con le organizzazioni sindacali e gli utenti, non ultima la carenza estiva di personale e tagli di corse.

«Tutto inizia a luglio 2011 con queste condizioni iniziali: taglio del fondo nazionale trasporti di 28 milioni di euro l’anno (per ogni anno successivo al 2012), perdita di 18 milioni, crisi di liquidità, 6 società (Asm, Actv, VeLa, Pmv, V. Mktg Eventi, Lido Eventi&Congressi)».

Si passa da un nuovo accordo sindacale (2013), «con taglio dei costi e primo efficientamento operativo; la costituzione Holding Avm con sole 3 aziende (Avm, Actv, VeLa); Conseguente riduzione CdA (da 30 consiglieri a 10), sindaci, personale di staff , dirigenti (da 25 a 13) con accorpamento responsabilità. Ritorno all’utile di esercizio in due anni (2012 e 2013).

Poi la gestione della caduta della giunta Orsoni, il commissario, le nuove elezioni e la riconferma con il sindaco Brugnaro.

Il dramma dell’Acqua Granda e del Covid 19. Nel 2021 nuovo scontro con i sindacati: una vertenza che dura 3 anni e 3 mesi. L’azienda oggi rivendica bilanci sempre in attivo, nessun licenziamento, svolta green su bus e battelli per 300 milioni. Ad aprire 2024 l’accordo con i lavoratori.




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