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Ноябрь
2024

Raccontò di essere stato morso alla mano da un lupo, a processo per procurato allarme: assolto dopo tre anni

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Oltre al danno la beffa. Un modo di dire che riassume al meglio quanto capitato a Patrick Buzzi, ventiseienne di Santa Caterina, frazione di Malborghetto Valbruna. Il giovane, nel dicembre 2021, aveva raccontato di essere stato morso da un lupo ibrido nel tentativo di salvare il suo cane.

Un episodio che gli era costato un rinvio a giudizio per il reato di procurato allarme. Dopo quasi tre anni, martedì 19 novembre, il giovane è stato assolto perché il fatto non sussiste dal giudice del tribunale di Udine, Camilla Del Torre (l’accusa aveva chiesto una condanna a 400 euro di ammenda).

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Si è chiusa così una vicenda che per Buzzi ha assunto contorni quasi paradossali, accusato dalla Procura, come riportato dal capo di imputazione, «di aver annunciato pericoli inesistenti, comunicando a più persone nonché al personale del raggruppamento carabinieri biodiversità di Tarvisio, di essere stato aggredito, insieme al proprio cane, da un lupo che era entrato all’interno della sua abitazione, diffondendo altresì la falsa notizia tramite Facebook nonché tramite intervista sulla stampa locale (Messaggero Veneto) e in programmi televisivi (I fatti vostri)».

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Accuse che l’avvocato Federica Donda ha respinto, sottolineando non solo come a lanciare l’allarme dopo l’accaduto, chiamando i carabinieri, non fosse stato lui ma un vicino di casa, e come non si fosse proposto per le interviste sui media locali e nazionali ma fosse stato contattato dalle redazioni. Oltre a questo Donda ha messo in evidenza come la presenza dei lupi e di un branco di esemplari ibridi vicino alle case, fosse già documentata in tutta la Valcanale. «Non si può parlare di procurato allarme – ha dichiarato il legale – quando si fa riferimento a un evento, in questo caso la presenza dei lupi sul territorio, già noto a tutti, cittadini e autorità».

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Una linea difensiva accolta dal giudice Del Torre che, come detto, ha messo fine alla vicenda assolvendo il ventiseienne.

All’epoca dei fatti, Buzzi aveva raccontato che terminato il turno al lavoro, attorno alle 2 di notte del 9 dicembre, era tornato a casa liberando il suo cane. Ma quest’ultimo era subito rientrato dopo essersi trovato di fronte un animale che il giovane ha identificato come un lupo ibrido. La bestia era entrata in casa e nel tentativo di evitare che potesse azzannare il suo cane, era stato morso alla mano. Buzzi alla fine era riuscito a liberarsi del lupo ed era tornato al lavoro. Ma sentendosi poco bene, qualche ora dopo, aveva raggiunto il pronto soccorso di Tolmezzo per essere medicato. Nei giorni successivi c’erano stati dei sopralluoghi nella sua casa per recuperare il materiale genetico lasciato dal lupo ibrido, ma non fu possibile identificarne con esattezza l’origine, anche perché nel frattempo era scesa la neve, disperdendo le tracce presenti.—




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