Creare una filiera del fotovoltaico, la richiesta della Cisl: «Rischiamo la dipendenza energetica»
Non discute l’architettura del provvedimento, definito «ambizioso, anche rispetto ai dettati europei». Ma la Cisl si appella alla Regione per chiedere un coinvolgimento delle parti sociali nel percorso che sfocerà nella redazione del Piano energetico della Regione (Per).
Un piano che conterrà misure in grado di determinare non soltanto le modalità con le quali si sostanzierà la transizione energetica in Friuli Venezia Giulia, ma anche «il futuro del tessuto industriale, guardando in prospettiva anche alle crisi in atto, pensando a una riconversione di imprese e lavoratori al nuovo paradigma economico e della produzione, sviluppando nuovi livelli occupazionali, economia circolare, e rimodulando l’organizzazione del lavoro», sottolinea il segretario regionale cislino, Cristiano Pizzo.
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Da qui la richiesta di «costruire percorsi partecipativi e condivisi», che si traduce nell’attivazione «con le parti sociali un tavolo permanente sulla transizione energetica». Un tavolo che tenga conto della necessità di «intrecciare le necessità aziendali, l’avanzamento dei vari piani (compreso quello edilizio relativo alla cosiddetta “Direttiva Case”) e l’impatto del cambiamento sulla qualità del lavoro e, quindi, della vita degli abitanti del Friuli Venezia Giulia – rileva Pizzo -. Punto di partenza, in questo senso, è senz’altro anche una quantificazione dell’impatto occupazionale del Per».
La filiera del fotovoltaico
Il punto di partenza è un documento che la Cisl ha presentato ancora ad agosto, che contiene una serie di proposte, che vanno dalla riconversione industriale di settori (attraverso il coinvolgimento di Friulia) che nell’arco temporale ricompreso nel Per (l’orizzonte è il 2030) potrebbero entrare in crisi, sviluppando una «filiera del fotovoltaico regionale», come spiegato da Luigi Sedran, responsabile del Dipartimento internazionale della Flaei Cisl.
Una necessità per evitare la totale dipendenza energetica dall’Oriente: «Oggi la Cina è il principale investitore nel green e, del resto, l’Italia al momento ha un’unica azienda che produce i pannelli, in Sicilia», rileva Sedran. Il Per stima che il numero di edifici potenzialmente adatti all'installazione di impianti fotovoltaici sia compreso in un range che vada dal 40 al 50 % del totale, ovvero circa 122.545 - 153.181 edifici: significa che mediamente ogni anno si devono realizzare 5.650 impianti domestici ogni anno per 20 anni, senza contare gli impianti che si intende investire negli edifici di proprietà pubblica o in quelli destinati ad attività produttive.
Le concessioni
La Cisl pone l’accento anche sui rischi connessi alla scadenza delle concessioni delle reti di distribuzione elettrica (2030) «che si colloca nel momento in cui il Per avrebbe bisogno di maggiore spinta e sostegno proprio sulle reti di distribuzione elettrica. A tal fine, riteniamo che la Regione Friuli Venezia Giulia debba attivarsi con l’Autorità garante Arera e con il Governo nazionale al fine di salvaguardare i distributori nazionali».
Idroelettrico e termoelettrico
Nel documento la Cisl fa riferimento anche alla necessità di una riserva idrica «fondamentale per il benessere delle persone nei casi di siccità, come è stato evidenziato nella Valutazione ambientale relativamente al Piano acque.
Suggeriamo di riprendere in mano lo studio realizzato da Enel (ente elettrico) nel 1975, nove anni dopo la disastrosa piena di Latisana, per la realizzazione di un invaso sul torrente Fella fra Amaro e Moggio Udinese», che sarebbe in grado di generare una consistente riserva d’acqua per la piana friulana, oltre che ad installare 136 Mw di generazione utile, e concorrente a mitigare le piene del Tagliamento, che attinge le sue massime portate proprio dal bacino imbrifero delle Alpi Giulie, alla foce. Per gli esponenti cislini il Per «dedica poco spazio all’evoluzione delle centrali termoelettriche che per i prossimi 20 anni rappresenteranno una “ciambella di salvataggio” qualora condizioni meteo estreme, come quelle che si sono abbattute a Mortegliano nel luglio del 2023, mettessero fuori uso centinaia o migliaia di pannelli fotovoltaici domestici».