Spese funebri e donazioni in memoria: il personal fundraising può aiutare in un momento doloroso
“’Nu rre, ‘nu maggistrato, ‘nu grand’ommo/ Trasenno stu canciello ha fatt’o punto/ C’ha perzo tutto, ‘a vita e pure ‘o nomme/ Tu nu t’hè fatto ancora chistu cunto?”
“Ancora non ti sei fatto questo conto?”, si chiedeva Totò nella sua ‘A livella. E se il defunto in vita non ci aveva mai pensato, o non ne aveva avuto tempo o possibilità, toccherà ai suoi cari, al momento della dipartita, intraprendere il triste rito fatto di calcoli e conteggi per assicurargli un funerale e una sepoltura dignitosi. I costi delle spese funebri variano a seconda del Comune di appartenenza, ma tra prezzo del rito, bara, sepoltura, diritti cimiteriali, loculo e spese accessorie si può anche arrivare a diecimila euro. Quello funebre, soprattutto negli ultimi anni, ha raggiunto un costo che mina la democraticità della morte recitata da Totò.
Oltre al dolore per la perdita di un caro, a volte una famiglia può trovarsi in una situazione di difficoltà economica per onorare tutti i costi funerari. In tal caso, può essere di supporto il personal fundraising: su GoFundMe, da anni ormai, le raccolte in memoria sono una realtà solidale costantemente presente tra le iniziative che nascono ogni giorno.
A parte quelle volte create in memoria, come una borsa di studio, un supporto economico a un reparto ospedaliero o all’intitolazione di un evento sportivo nel nome di una persona che non c’è più, in molti decidono di affidarsi a questo strumento per organizzarsi con le spese funebri.
Chiara, una ragazza del vercellese, non ha potuto ricevere l’aiuto del Comune, della Chiesa né dei parenti per assicurare un funerale alla mamma, mancata improvvisamente per una malattia. Proprio mentre si sentiva più sola, ha ricevuto decine di donazioni, anche da sconosciuti, che hanno deciso di darle una mano.
Un’associazione torinese, Giguiya, è riuscita a raccogliere 6.500 euro per riportare in Mali, suo Paese d’origine dove verranno organizzati i funerali e la sepoltura, la salma di Ibrahima, un giovane amico che conserverà con sé i bellissimi ricordi che ha lasciato in Italia.
Una raccolta fondi in memoria ha anche l’obiettivo di aiutare una famiglia che improvvisamente si trova a fare i conti, oltre che con il dolore, anche con una notevole perdita economica. Più di 130 persone hanno contribuito all’iniziativa, lanciata nel catanese, per i familiari del carabiniere Giuseppe Librizzi, investito mentre era in servizio. Giuseppe era papà di una bimba di quattro anni.
E anche i due figli di Francesca, docente scomparsa a 45 anni, rimarranno senza la mamma. Gli amici e i colleghi del papà non hanno voluto lasciarli soli in questo tragico momento: in duecento hanno fatto sentire la propria vicinanza.
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