“Clean 2”, il costruttore in silenzio. E si indaga sul Pgt di San Genesio
PAVIA. La procura gli contesta di avere favorito il carabiniere forestale Antonio Scoppetta per l’acquisto di una villa da sogno a San Genesio e di avere realizzato un intervento edilizio senza avere tutti i permessi. Ma mercoledì mattina l’imprenditore Carlo Boiocchi, 51 anni, ha preferito non rispondere alle domande della giudice Maria Cristina Lapi, per provare a difendersi. Intanto i finanzieri sono al lavoro su alcuni documenti prelevati in Comune a San Genesio, a cominciare dal Pgt, il piano di governo del territorio: sotto la lente c’è l’iter che ha portato alla trasformazione di alcuni terreni, da agricoli a edificabili, e tra questi ci sono anche quelli di Boiocchi, tra via Veneto e via Vicenza, dove sono state costruite le villette finite al centro dell’inchiesta “Clean 2”.
L’interrogatorio di garanzia
Boiocchi, agli arresti domiciliari con le accuse di corruzione e abuso edilizio, si è presentato ieri mattina in tribunale accompagnato dagli avvocati difensori Orietta Stella ed Edoardo Melli e da alcuni familiari.
All’interrogatorio di garanzia, durato pochi minuti, ha partecipato anche il sostituto procuratore Andrea Zanoncelli. I difensori hanno chiesto e ottenuto alcuni permessi per consentire all’indagato di uscire dall’alloggio ma non hanno presentato, per ora, una richiesta di revoca degli arresti. La procura, attraverso un pool di quattro magistrati (oltre a Zanoncelli, Chiara Giuiusa, Alberto Palermo e il procuratore aggiunto Stefano Civardi), gli contesta di avere venduto al carabiniere Scoppetta (ora in carcere a Opera, per la stessa vicenda) una villa del valore di 600mila euro a metà prezzo, in cambio della garanzia di non ricevere controlli nel cantiere. La villa fa parte di una lottizzazione che comprende altre costruzioni, edificate dalla società del costruttore Boiocchi, la R1 Immobiliare, in una zona, a ridosso di un’area verde, sottoposta a vincoli paesaggistici.
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Per i pm di Pavia le ville sarebbero state costruite con un aumento di superficie e di volumetria, per la costruzione di un altro piano, ma senza che vi fossero le autorizzazioni, quindi in maniera abusiva. Abusi che sarebbero stati sanati nella primavera del 2023, con una variante del piano attuativo. Per l’accusa di abuso edilizio sono indagati, oltre a Boiocchi, anche il sindaco di San Genesio, Enrico Tessera (difeso dall’avvocato Luca Angeleri), l’ex sindaco Cristiano Migliavacca, la responsabile dell’Ufficio tecnico di San Genesio Nausica Donato, e Gianluca Di Bartolo, amministratore della Civiling Lab, che sarebbe subentrata nell’eseguire le opere.
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Il Pgt sotto esame
Su questo intervento edilizio è stata sentita dagli inquirenti, per due volte, l’ingegnera che si era occupata del progetto, una professionista di 42 anni di Pavia. La donna ha parlato di alcune anomalie mentre si occupava del lavoro, tra cui la sollecitazione a proseguire l’intervento aumentando la superficie delle case, con un piano in più, nonostante l’assenza di autorizzazioni edilizie. Sollecitazioni che l’avevano convinta a dare le dimissioni. Nella sua testimonianza, tuttavia, aveva rivelato che dalla sua esperienza «la quasi totalità dei terreni edificabili sia a Pavia sia a San Genesio appartengono a società ricollegabili, direttamente o indirettamente, ai politici». Aveva anche aggiunto che i terreni su cui dovevano sorgere le ville erano stati inseriti da poco nel Pgt, «quindi prima non erano edificabili».
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Rivelazioni che hanno spinto gli investigatori ad acquisire gli atti del Pgt e la successiva variante, per verificare l’iter della trasformazione di questi e altri terreni.
Il gruppo “San Genesio futura”: «Il Comune deve essere parte civile per non subire ulteriori danni»
«Il Consiglio comunale di San Genesio deve esprimere il proprio voto sulla possibile costituzione di parte civile del Comune nel processo»: la richiesta arriva dal gruppo consiliare San Genesio Futura ed è firmata dalla capogruppo Marzia Testa. La mozione è stata presentata nei giorni scorsi in vista del Consiglio comunale di questa sera a San Genesio e segue l’avviso di conclusione delle indagini di “Clean 1”, il primo filone dell’inchiesta avviato lo scorso anno con il blitz della finanza in Asm Pavia e il sequestro della scuola di San Genesio. In questo fronte di indagine, che si avvia a diventare un processo, è indagato anche il sindaco di San Genesio, Enrico Tessera, per l’accusa di turbativa d’asta, che è poi la contestazione chiave di questa tranche: la scuola sarebbe stata costruita con un progetto affidato in violazione delle regole sugli appalti. Il sindaco è poi indagato anche in “Clean 2”, per l’accusa di abuso edilizio in relazione alle costruzioni tra via Veneto e via Vicenza. «Il sindaco è quindi incompatibile a conferire mandato a un difensore per l’eventuale costituzione di parte civile del Comune nel processo che verrà, danneggiando ulteriormente l'Ente che potrebbe essere costretto a rinunciare a chiedere il ristoro dei danni subiti – si legge nella mozione –. Deve essere chiamato quindi il Consiglio comunale a esprimere il proprio voto riguardo alla possibile costituzione di parte civile».
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