Polizia di Stato e la tragedia di Monte Mario: riformare la sicurezza sul lavoro
Lunedì 18 novembre, un tragico incidente stradale ha coinvolto due volanti della Polizia di Stato a Roma, nel quartiere Monte Mario. Un giovane poliziotto di 32 anni ha perso la vita, mentre altri due colleghi e una persona fermata sono rimasti gravemente feriti. Il tragico evento ricorda i rischi quotidiani che gli agenti affrontano nel loro lavoro per garantire la sicurezza di tutti noi. Per chi si occupa di sicurezza sul lavoro è un dramma di portata enorme.
L’ennesimo infortunio sottolinea l’importanza cruciale della sicurezza sul lavoro anche per le forze di polizia. È essenziale adottare le misure necessarie per prevenire queste tragedie, con un’autentica assunzione di responsabilità dei diversi soggetti, con una formazione adeguata, con l’uso di attrezzature sicure e con il rispetto rigoroso delle norme di sicurezza, anche stradale. La sicurezza sul lavoro non è solo un obbligo legale, ma un dovere morale verso coloro che mettono a rischio la propria vita per proteggere la comunità.
La Polizia di Stato si trova in una situazione di pressoché totale disapplicazione della normativa su salute e sicurezza sul lavoro. Gli ottocento e più datori di lavoro della Polizia di Stato spesso ritengono che “il rischio faccia parte del nostro mestiere”, mutuando impropriamente una citazione cinematografica. E’ un fatto inaccettabile che mette a rischio la vita dei nostri agenti. La normativa vigente, come il Decreto Legislativo 81/2008, impone obblighi precisi in materia di sicurezza sul lavoro, che devono essere rispettati anche dalle forze di polizia. Tuttavia, ci troviamo di fronte ad una realtà produttiva che produce servizi prioritari al cittadino, e la cui condotta è caratterizzata da una fortissima impermeabilità.
A Roma, come nella maggior parte delle realtà del paese, non è mai stata effettuata una valutazione del rischio operativo, sebbene esso rappresenti il rischio principale del nostro lavoro. E il rischio di incidente stradale, che è quello più frequente per i nostri agenti, non viene adeguatamente considerato. L’assenza di valutazione dei rischi rappresenta una grave negligenza da parte dell’Amministrazione e dei datori di lavoro, che hanno una responsabilità oggettiva innegabile. La valutazione del rischio operativo è fondamentale per identificare e mitigare i pericoli specifici che i poliziotti affrontano quotidianamente. Solo attraverso l’adozione di un opportuno procedimento di valutazione dei rischi si possono elaborare le strategie e le risorse necessarie a mitigarne gli esiti.
La Polizia di Stato non è assicurata presso l’INAIL, il che significa che le spese relative alla sicurezza sul lavoro e agli infortuni sono a carico dello Stato. A differenza dei lavoratori del settore privato, per i quali esiste un meccanismo di aumento della polizza assicurativa INAIL che incentiva una maggiore attenzione alla sicurezza, la Polizia di Stato non beneficia di tale sistema creandosi una disparità significativa, poiché non vi è alcun incentivo economico per migliorare le condizioni di sicurezza all’interno delle forze di polizia. È quindi necessario rivedere questo sistema per garantire che anche le forze di polizia abbiano accesso a un’adeguata copertura assicurativa e agli incentivi necessari per migliorare la sicurezza sul lavoro.
La Polizia di Stato è l’unico soggetto per il quale la vigilanza è interna, domestica, e non affidata a un organismo terzo. Questo significa che, sulla carta, si controlla da sé, un principio che non può valere e non può essere accettato. La mancanza di un controllo esterno indipendente mina la credibilità e l’efficacia delle misure di sicurezza adottate. La vigilanza sulla sicurezza sul lavoro per la Polizia di Stato deve essere affidata a un organismo terzo, indipendente e imparziale, per garantire un controllo rigoroso e trasparente.
Le sanzioni pecuniarie comminate ai datori di lavoro per le violazioni denunciate sulla materia di salute e sicurezza vengono assolte dalla stessa Amministrazione. Un fatto che mina alla base il meccanismo di responsabilità e la correlata consapevolezza, ostacolando il cambiamento culturale all’interno delle forze di polizia. È necessario un sistema di controllo e sanzionamento rigoroso e indipendente per garantire il rispetto delle normative. Solo attraverso un sistema di responsabilità chiaro e trasparente si può sperare di migliorare le condizioni di lavoro dei poliziotti. C’è una consolidata inerzia in questo ambito. Ne è un esempio la grave situazione del rischio suicidio anch’essa non elaborata opportunamente. Il tasso di suicidio tra i lavoratori di polizia e tra i militari è due volte e mezzo maggiore di quello della popolazione generale. Questo dato allarmante richiede un’attenzione immediata e interventi mirati per prevenire ulteriori tragedie. È fondamentale che vengano implementati programmi di supporto psicologico e di prevenzione del suicidio per affrontare anche questo aspetto in modo efficace.
Al Governo e alle Istituzioni spetta il compito di realizzare quella cultura della sicurezza e quelle risorse e responsabilità per migliorare le condizioni di lavoro dei poliziotti, che significa anche supporto psicologico e programmi di formazione continua per affrontare opportunamente questa emergenza.
Investire nella sicurezza dei poliziotti significa investire nella sicurezza di tutta la comunità. Uno studio ha rivelato che nella sicurezza sul lavoro, a fronte dell’impegno di un euro di risorse, le aziende rientrano di 2,20 euro. Questo dimostra che investire nella sicurezza non è solo un dovere morale, ma anche un vantaggio economico.
È fondamentale che, per quanto avvenuto a Roma, si conducano accertamenti accurati per determinare le cause dell’incidente e prevenire il ripetersi di simili tragedie in futuro. La trasparenza e la responsabilità sono essenziali per garantire la fiducia del pubblico nelle forze di polizia. Gli accertamenti dovranno essere imparziali e rigorosi, e non solo nei confronti di chi operava su strada, coinvolgendo esperti indipendenti, per identificare le cause profonde degli incidenti e implementare misure efficaci.
I lavoratori e i superstiti possono avvalersi del risarcimento in sede civile, tuttavia quasi mai lo fanno. È importante esserne consapevoli per ottenere giustizia e compensazione per i danni subiti. La consapevolezza dei diritti è essenziale per avvalersi delle protezioni legali.
Il Capo della Polizia non può disconoscere tutte queste criticità, per il ruolo che riveste, perché è un suo compito e perché c’è un apposito tavolo permanente che si riunisce periodicamente a Roma, nel quale queste criticità vengono esaminate e rappresentate da noi.
La perdita di un giovane poliziotto è una tragedia che non possiamo permetterci di ignorare, una tragedia che non deve ripetersi. È un dovere morale e professionale che dobbiamo perseguire con determinazione e serietà. Ogni vita persa è un richiamo potente alla nostra responsabilità collettiva di garantire che i nostri agenti operino in condizioni di massima sicurezza. Non possiamo permettere che il sacrificio di chi serve la comunità diventi statistica anonima.
Anche i poliziotti hanno diritto di lavorare in un ambiente di lavoro sicuro e protetto. Questo significa non solo rispettare le normative vigenti, ma anche adottare le migliori pratiche e innovazioni in materia di sicurezza sul lavoro, come prevede l’art 2087 del codice civile. È essenziale che ogni lavoratore di polizia sappia che la sua vita e la sua salute sono priorità assolute, e che ogni misura possibile sia stata adottata per proteggerlo.
La sicurezza sul lavoro non è solo una questione di conformità legale, ma un imperativo etico. Ogni poliziotto deve poter tornare a casa sano e salvo alla fine del suo turno. Questo richiede l’impegno di tutti i livelli dell’Amministrazione, dai vertici fino agli operatori su strada. È quel cambiamento culturale che consente di riconoscere e valorizzare la sicurezza come elemento fondamentale del servizio di polizia.
Agire con determinazione e serietà per prevenire future tragedie e onorare la memoria di coloro che hanno sacrificato la loro vita per la nostra sicurezza è una pretesa per tutti i lavoratori di polizia. E’ attraverso una vera assunzione di responsabilità e un impegno collettivo e risorse adeguate che si potranno prevenire future tragedie e garantire un ambiente di lavoro sicuro per tutti i poliziotti. Essere dirigenti di polizia è anche questo, significa sapere agire in questa dimensione della responsabilità.
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