Ghost story in Friuli: il cortometraggio horror di Michele Pastrello
A un anno dal film “Inmusclâ”, dramma onirico che ha raccolto ottime critiche, il regista Michele Pastrello cambia genere e torna sullo schermo con una storia horror, ma anche di forte impegno sociale, dal titolo “1485KHz (Se otto ore)”.
Il cortometraggio è già in concorso per la settima edizione Monsters Award del Monsters Fantastic Film Festival di Taranto, uno dei principali eventi italiani dedicati al cinema fantasy. La proiezione del cortometraggio di Pastrello avverrà martedì 26 novembre, al Savoia Cityplex di Taranto, infine, il film sarà disponibile in streaming in piattaforma Vod.
Con il suo approccio originale e inquietante, “1485KHz” non è solo una ghost story, ma affronta anche il tema del precariato e dell'incertezza del futuro in un mondo sempre più instabile, utilizzando i codici tipici del genere horror con un forte impegno sociale .
«Il titolo 1485KHz (Se otto ore) – spiega Pastrello – cita la canzone “Se otto ore vi sembran poche” che era un canto di protesta tipico delle mondine dei primi del 1900, che rivendicavano condizioni di lavoro migliori nelle risaie, diventato noto durante le proteste del cosiddetto biennio rosso».
Girato nel pordenonese, nei piccoli borghi di Chievolis e Bosplans, presenta nel cast la spilimberghese Lorena Trevisan, il gradese Marco Marchese e lo scrittore maniaghese Emiliano Grisostolo. «A differenza di Inmusclâ, girato sulle Dolomiti friulane, in cui i luoghi erano protagonisti del film, in questo cortometraggio mi serviva solo una cornice che conferisse un senso di isolamento. Ho trovato in Chievolis e Bosplans gli esterni per dare questa sensazione, mentre a Vivaro sono stati girati gli interni, in una vecchia casa proletaria».
La trama del film racconta la storia di una addetta alle pulizie, sull’orlo del licenziamento, che si reca a lavorare in una sperduta casa isolata. La vicenda si intreccia con un elemento sovrannaturale, un “rumore” bianco, un suono sinistro che avrà un ruolo nel suo destino.
Dal mondo onirico di film Inmusclâ al brivido: «In realtà, i miei esordi, quando vinsi ai festival del fantastico a Pesaro e Torino, sono legati al cinema dell'orrore. Col tempo ho affrontato altri generi, ma il cinema di paura mi mancava. Poi quando lessi che per l’Osservatorio del precariato dell’Inps l’80% dei contratti di lavoro siglati nel 2023 erano precari e in questa instabilità le donne sono ancora più colpite, mi sono chiesto: ma perché sembra non se ne parli quasi più? E da qui mi è venuto in mente il tema del film: dietro le sembianze della ghost story si annida un'amara riflessione su ciò che si è disposti a fare pur di non essere espulsi dal sistema.
Persino, a volte, finire per parlare con la stessa voce di chi ti sfrutta. Scrisse Hugo nell’Uomo che ride, “il paradiso dei ricchi è fatto dell’inferno dei poveri”. Ho messo assieme una forma contemporanea di quest'inferno».