Coppa Davis, Sinner: “Sì, sui match point mi sono emozionato. Ricorso Wada? Un po’ ci penso sempre”

Dopo il trionfo nella Coppa Davis 2024, i protagonisti dell’Italia hanno raccontato le loro emozioni in conferenza stampa con i cronisti presenti a Malaga. Ecco tutte le dichiarazioni.

D. Filippo, come capitano in che modo spieghi tutti questi successi del tennis italiano?

Volandri: “Ci sono tante cose da dire, ma non so se abbiamo tempo… Sicuramente stiamo lavorando bene e abbiamo tante ottime persone, il che è molto importante. Siamo veramente molto orgogliosi”.

D. Ci sono tanti buoni giocatori, come si fa a trasformarli in ottimi giocatori?

Volandri: “Tutto parte dalle loro famiglie, poi c’è anche un settore tecnico che lavora molto bene. Fin da giovani i ragazzi vengono seguiti molto bene, al fianco delle loro famiglie”.

D. Una domanda per Bolelli e Vavassori, vi spiace non aver giocato questa settimana?

Bolelli: “Io e Andrea eravamo pronti per giocare, ma quando hai uno Jannik in queste condizioni, e un ex top ten come Matteo, ci sta che giochino loro, lo abbiamo accettato. Il nostro obiettivo era arrivare al trofeo e abbiamo remato nella stessa direzione”.

Vavassori: “Sappiamo che il capitano ha tante scelte a disposizione e questo può anche sorprendere gli avversari che non possono sapere con certezza chi si trovano di fronte. Inoltre, giocare il doppio ha dato a Matteo la giusta fiducia per poi vincere anche in singolare. Sono contento di condividere questo successo con questi ragazzi fantastici. E comunque con Simone abbiamo disputato un’ottima annata. Ricordo anche ottimi giocatori come Cobolli e Arnaldi che ci hanno aiutato molto”.

D. Jannik, vincere la Davis è stato più difficile nel 2023 o nel 2024?

Sinner: “Difficile rispondere. Sicuramente l’anno scorso abbiamo dovuto giocare il doppio anche in semifinale e non è stato facile recuperare, quest’anno evitare di dover stare in campo due ore in più ha aiutato. Ma ogni anno è una storia a sè, siamo solo felici di avere ancora il trofeo con noi”.

D. Domanda per tutti, che effetto fa veder giocare Jannik dalla panchina come compagno di squadra?

Berrettini: “Rispondo io, già l’anno scorso ricordo che ci guardavamo negli occhi e dicevamo che questo ragazzo è qualcosa di differente da tutti gli altri. Non ci pareva vero di vedere uno colpire così forte, così piatto, così preciso, che tutte le palle gli stavano dentro. Da allora ha perso solo sei partite dimostrando di essere il migliore al mondo. Però è venuto qui con grande umiltà, come se non avesse vinto nulla, come se non avesse appena vinto le ATP Finals. Prima che scendessimo in campo per il doppio insieme, è andato da tutti a chiedere se era tutto ok. Penso che se in campo è incredibile, il modo con cui gestisce i rapporti con tutti è fantastico, ed è quello che lo rende speciale, è per questo che abbiamo due Coppe Davis in casa”.

D: Jannik, riesci a goderti tutti questi successi come si deve, oppure in parte pensi ancora al ricorso Wada?

Sinner: “Ovviamente un po’ ci penso sempre. Abbiamo avuto già tre udienze, tutte sono andate bene, ho fiducia che sia così anche per la prossima. Per me è importante avere intorno a me persone che sanno come sono io. Questo è ciò che mi permette di continuare a giocare su questi livelli. Ovviamente ho avuto degli alti e bassi sul piano umano, a volte avevo il cuore spezzato. Ma la vita ti mette di fronte a difficoltà e devi saper resistere. Da fuori è difficile capire cosa c’è nella testa di un giocatore. Però, ripeto, ho collaborato perfettamente per le prime tre udienze ed è andata bene, vedremo come va la quarta. Farò tutto quello che posso controllare. Per ora mi godo qualche giorno di riposo, è stata una stagione molto lunga. Voglio godermi le vacanze, circondandomi di persone giuste”.

D: Il tennis è diventato lo sport di riferimento in Italia, anche per chi fino a poco tempo fa lo seguiva relativamente. Avete coscienza di questa cosa?

Volandri: “Sì e questa cosa ci ha fatti responsabilizzare e ci ha fatto allargare le spalle. La vittoria dell’anno scorso non era stata solo sportiva ma anche sociale, perchè arrivavamo da tempi non facili anche a livello di cronaca e regalare un sorriso all’Italia è stato bellissimo. Poi ci aggiungiamo anche il titolo delle ragazze, che ci ha reso molto orgogliosi di tutto il tennis italiano, al maschile e al femminile”.

D. Jannik, sul 5-2 40-0 hai provato un po’ di emozione?

Sinner: “Sapevo che poteva essere l’ultimo punto dell’anno, si stava per chiudere una stagione incredibile per me. Finire con questo successo per me è molto importante, altrimenti non sarei venuto qua. Quindi ci stava un po’ di emozione. Il tennis può essere molto imprevedibile, due break si prendono e si perdono molto velocemente. Le emozioni ci sono sempre, nessuno è una macchina. Siamo degli sportivi…”

Berrettini: “Ha dimostrato di essere umano, si è emozionato anche lui…”

D. Jannik, nei sei match persi quest’anno quale è quello che hai fatto più fatica a digerire? E poi, l’off-season la farai a Dubai?

Sinner: “Sicuramente andrò a casa per Natale, è un giorno in cui mi fa piacere avere intorno le persone che amo. Non mi importa tanto del compleanno o di Pasqua, ma Natale è sempre stato un giorno speciale, perchè fin da piccolo vedevo poco in quel giorno i miei genitori e fare una serata solo in famiglia mi farà piacere. Sì, andrò a Dubai a fare la preparazione. La partita che mi ha fatto più male perdere? A Montecarlo con Tsitsipas, ma anche il quarto di finale a Wimbledon. Tra le due, forse quest’ultima perchè è uno Slam”.

D. Matteo, ora sei 35 al mondo, sei alle soglie di essere testa di serie in Australia, che preparazione farai verso l’Australian Open e ci sono novità sul prossimo coach?

Berrettini: “Era uno degli obiettivi quello di essere testa di serie a Melbourne, non sono riuscito a raggiungerlo ma ho colto quest’altro obiettivo della Davis che era ancora più importante. A gennaio giocherò sicuramente la prima settimana dell’anno, ma non ho deciso ancora dove. Per quanto riguarda il coach, appena avrò delle novità ve le farò sapere”.

D. Lorenzo, hai avuto una giornata dura, sicuramente potrai imparare da quanto successo. Quanto ti hanno aiutato i compagni? Quanto ti sono stati vicini?

Musetti: “Come ho già detto dopo il match contro Cerundolo, è stata una giornata peggiore del previsto. I ragazzi possono confermare che il mio stato di forma era positivo, in allenamento mi sentivo bene. Invece mi sono sorpreso della mia performance, non sono riuscito a tirare fuori delle soluzioni come invece ha fatto Matteo quando ha giocato. Da fuori sono riuscito ad apprezzare ancora di più il lavoro che hanno fatto i ragazzi. Io purtroppo sono già due anni che non sono stato molto partecipe delle vittorie in Davis, ma condividerle con ragazzi fantastici è quello che mi fa stare tranquillo. Ora devo iniziare il prossimo anno con consapevolezza e con tanta voglia di avere stimoli per crescere anche dopo partite di questo genere. Poi devo dire che almeno delle partite a Fifa le ho vinte in questi giorni…”.

D. Filippo, se ripensi al gennaio 2021, quando sei arrivato a questo ruolo, le aspettative erano queste?

Volandri: “E’ stato un viaggio straordinario, c’è tanto lavoro dietro nella costruzione di questa squadra. Io vengo dal settore tecnico, questi ragazzi li ho visti crescere. C’è stato tanto lavoro nella costruzione di un gruppo. Nel frattempo con me hanno esordito sei di questi ragazzi. Abbiamo lavorato insieme, loro hanno aiutato me e io ho aiutato loro, vinciamo e perdiamo sempre da squadra ed è questo che ha fatto la differenza. L’anno scorso, dopo aver vinto la Davis, ho chiesto a loro di aprire un ciclo e rimanere ai vertici. Loro però vanno più veloci di me. Questo trofeo rimane in Italia, ora ci dobbiamo organizzare per continuare così”.

Chiude Berrettini: “Ringrazio tutti i ragazzi che stanno a lavorare dietro le quinte, i fisioterapisti, Umberto Rianna, e anche i nostri compagni che stanno a casa”. La conferenza si chiude tra gli applausi.