Sedotta, e forse abbandonata, Commerzbank paga caro l’annuncio dell’operazione di Unicredit su Banco Bpm. Le azioni della banca tedesca scendono di oltre il 5% sulla considerazione che Unicredit non possa giocare su entrambi i tavoli e quindi venga accantonata l’ipotesi di un’acquisizione e/o fusione. Da quanto, lo scorso settembre, Unicredit ha iniziato la sua scalata, le azioni della banca tedesca hanno guadagnato circa il 25%.
“Dati i rischi di esecuzione” legati all’Ops su Banco Bpm e “i costi di integrazione associati” ad essa, pari a 2 miliardi di euro, che equivalgono a “oltre 50 punti base di impatto sul Cet1 di Unicredit”, “ci aspetteremmo che un’operazione con Commerzbank sia almeno rinviata o abolita”, affermano gli analisti di Deutsche Bank.
A dire il vero stamane Unicredit ha precisato che l’offerta pubblica di scambio volontaria su Banco Bpm è autonoma e indipendente dall’investimento effettuato da UniCredit nel capitale sociale di Commerzbank. Le discussioni relative a Commerzbank sono state già prolungate nel rispetto delle prossime elezioni (in Germania il prossimo febbraio) degli stakeholder della banca. La posizione rimane un importante investimento con protezione in caso di ribassi e con sostanziale potenziale “upside”.
Insomma, da Commerzbank non si smobilizza, tuttavia il numero uno di Unicredit Andrea Orcel ha spiegato che “La nostra posizione in Commerzbank è un investimento” che “ha tempo per maturare”. L’amministratore delegato ha aggiunto che “per rispetto della Germania e delle sue elezioni, non ci sarebbe stata la possibilità di muoversi nel breve termine e forse non ci sarà affatto“. Per cui “mentre aspettiamo siamo tranquilli nella nostra posizione e possiamo discuterne costruttivamente senza forzare il tema”.
Orcel ribadisce, quindi, che Unicredit procederà ad un’acquisizione di Commerzbank “solo a certe condizioni, che richiedono un cambio delle posizioni di certe controparti”. Sia il governo tedesco che i sindacati della banca tedesca non hanno accolto favorevolmente le mosse di Unicredit. Anche il nuovo ministro delle finanze Jörg Kukies, non crede a un’acquisizione ostile. È vero che la Germania è un centro bancario molto aperto, tutte le principali banche nazionali sono in mani internazionali, ha spiegato Kukies a Ard. Tuttavia, il ministro tedesco non crede che l’acquisizione avrà luogo: “Abbiamo un atteggiamento molto critico e il presidente di Unicredit ha detto che non vuole ignorare le critiche del governo federale. Pertanto, suppongo che non lo farà”, ha detto ancora Kukies.
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